CINEMA PALMA D’ORO E ARTE GENITAL-VAGINALE

Ieri sera su “Cielo” ho visto un film che ha vinto la “Palma d’ oro” a Cannes nel 2013. E ho scoperto di essere un bacchettone retrogrado. Si tratta de “La vita di Adele” del regista tunisino, naturalizzato francese, Abdellatif Kechiche, autore pluripremiato anche con altre sue opere. E’ la storia di due giovani donne, una dai capelli blu dichiaratamente lesbica, l’ altra prevalentemente, ma che si concede anche a relazioni occasionali con giovani dell’ altro sesso. Una storia d’ amore con tanto di difficoltà e di drammi della gelosia, intercalata da citazioni letterarie, tanto per sottolineare che siamo su un piano intellettualmente colto. Fin qui nulla da dire anche se la pellicola, magistralmente girata, ha spesso il sapore di uno spot della diversità. Con infiniti flash fra persone dello stesso sesso che amoreggiano e relativi brindisi ed inni all’ amore. Ma quello che personalmente mi ha sconcertato di più è l’ insistenza morbosa e “vuaieristica” di scene di sesso, in cui non ci viene risparmiato nulla di come due donne possano fare l’ amore, godere e raggiungere l’ orgasmo. Si toccano, si baciano, si succhiano, si intrecciano in maniera così realistica al punto che le due interpreti, indubbiamente brave, sembra che non stiano affatto recitando, ma facendo proprio sul serio. Il tutto per circa mezz’ ora abbondante nell’ economia dell’ intero film. Possibile che in un Festival considerato il più importante a livello mondiale non sia stata presentata nemmeno una pellicola migliore? Possibile che si sia scesi a questo livello? In una vicenda oltre tutto scontata e banale. L’ unica differenza è che le protagoniste sono due ragazze. Da giovane sono stato, come giornalista, a molti festival cinematografici, per un certo tempo ho fatto anche il critico cinematografico. Potrei essere considerato un addetto ai lavori. Per questo rimango ancora più basito di come si possa laureare come opera d’ arte una pellicola più porno del porno. In una insistita (quasi sempre superflua) arte genital-vaginale. Tanto più che il Presidente della giuria era Steven Spielberg. Una volta l’ arte era motivo di emozione. Possibile che possa essere ridotta unicamente ad eccitazione? Ma forse sono solo un bacchettone.

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