LA GUERRA UN INCUBO DI RITORNO

Mai la guerra è tornata ad essere quel delirio di mattanza come in questi giorni. Era rimasta nel ricordo dei più vecchi. La ignoravano completamente i giovani. Il pianeta è pieno di guerre, come un sanguinolento fuoco d’artificio senza confini. Ma sono ed erano stati conflitti lontani, questioni spesso da terzo mondo, a volte “fraterni” a volte tribali. Di cui i media, quasi sempre, non si occupano, per cui gli eccidi rimangono senza tam tam. Ma ora la guerra è in casa, alle porte, è scoppiata nella “civilissima” Europa, ha risvolti internazionali, mondiali, nucleari (solo le parole mettono paura) e ci aggredisce quotidianamente minuto per minuto. Non è un film, è la brutale realtà. Non sono un esperto di geopolitica. Ma non c’è dubbio che si tratta di un’invasione, di una resa dei conti a lungo meditata e in parte, specie negli ultimi tempi, preventivabile. A dispetto di chi farfugliava fino alla vigilia di “isterismo collettivo”. Ha scatenato la guerra Vladimir Putin (Ras-putin, citazione) un uomo dal viso di ghiaccio, uno zar “democratico”, anche se con il senno di poi si riconosce che nei confronti della Russia si è usato un metodo diplomaticamente del tutto sbagliato fin dal 2014. Senza contare gli interessi economici, che annacquano qualsiasi serena e lucida visione di chi dovrebbe alzare la guardia di fronte a fatti accaduti sotto gli occhi di tutti. Come gli assassinii al polonio o meno o il carcere per chi rifiuta l’inchino al principe del Cremlino. Come l’arricchimento vergognoso dei “compagni di merenda”. I giochi di potere lo impedivano. Ma oggi l’Europa dei popoli e delle piazze insorge, protesta con una unica bocca. Quello che sta accadendo in Ucraina, un complicato paese con peccati e fakenews alternate e dalle anime dimezzate fra Europa e Russia, è il risultato di un continente senza una visione univoca, dilaniata dalle convenienze nazionalistiche, dagli interessi di parte. Più o meno quello che potrebbe accadere, sia pure in scala molto minore, con la Turchia e un dittatore arrogante e visionario come Erdogan (Draghi fu chiaro), che fa morire in carcere i suoi oppositori. Purtroppo con l’euro abbiamo creduto di unire i portafogli, non siamo mai stati capaci di fare combaciare valori ed ideali. A cominciare, credenti o meno, dalle radici cristiane.

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