UN'ECLISSI SALVÒ CRISTOFORO COLOMBO

Nella notte tra il 27 e il 28 luglio, il cielo attorno alla luna si è tinto di rosso per 103 minuti e si è verificata l’eclissi del satellite più lunga del secolo. Nel corso della storia sono state diverse le eclissi lunari totali spesso accompagnate da racconti e aneddoti singolari. Uno di questi è sicuramente quello legato alla figura di Cristoforo Colombo e all’eclissi del 1504. Era il 25 giugno del 1503 e l’esploratore, nel corso della sua quarta e ultima perlustrazione della costa dell’America centrale, si trovò costretto ad attraccare due delle sue caravelle nel nord della Jamaica.
Lo stesso esploratore racconta come durante la permanenza in quella terra sconosciuta riuscì ad avere ragione della ribellione degli indigeni e a trasformare un momento di difficoltà in un’ opportunità per lui e per la sua ciurma. Come? Sfruttando il fenomeno dell’eclissi e le sue conoscenze scientifiche con una comunità che ignorava l’origine del fenomeno.
Un’eclissi lunare totale si verificò nella notte del 29 febbraio 1504. Colombo chiese un incontro con il capo Arawak, la tribù che abitava l’isola, dichiarandosi messaggero del Dio dei cristiani. L’ammiraglio comunicò che il suo dio era infuriato col popolo indigeno perché questo non aveva più intenzione di rifornire di cibo e bevande l’equipaggio di Colombo.
Per dimostrare il proprio scontento, il dio dei cristiani avrebbe fatto in modo che la luna sparisse. Prima, però, si sarebbe tinta di rosso sangue. Era l’eclissi lunare: fenomeno inconsueto e misterioso per gli abitanti dell’isola. Ma come faceva Cristoforo Colombo a conoscere i tempi esatti del fenomeno celeste del 29 febbraio? L’esploratore aveva consultato l’almanacco di Regiomontantus. Opera, allora, ritenuta di grande valore scientifico per i marinai .
Regiomontantus era lo pseudonimo di Johannes Müller von Königsberg, noto matematico e astronomo tedesco. Prima della sua morte, aveva pubblicato il famoso almanacco che conteneva informazioni dettagliate sul Sole, la Luna e i pianeti, così come sulle stelle e le costellazioni. In piena eclissi, poco prima della fine della fase totale, Colombo si rivolse agli Arawak informandoli che il dio cristiano li avrebbe perdonati e che la luna avrebbe presto ripreso le sembianze di sempre. Le indicazioni che l’esploratore diede al popolo indigeno furono calcolate dallo stesso Colombo proprio grazie all’almanacco di Johannes Müller von Königsberg.
Quello che Colombo annunciò accadde: poco a poco il rosso che infuocava la luna scomparve e il satellite tornò a essere quello di sempre. Con grande sollievo degli Arawak. E con grande sollievo anche dell’esploratore e della sua ciurma, che da quel momento continuarono ad essere approvvigionati dagli indigeni per tutta la durata della loro permanenza sull’isola.

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