3 AGOSTO 1492: DA PALOS PARTIVA COLOMBO

Un predestinato, un esperto navigatore cosciente del suo approdo nel Nuovo Mondo o un folle visionario; Cristoforo Colombo (Cristóbal per gli spagnoli castigliani) per decenni rimane ancora sospeso tra questi estremi. Ragazzo precoce, a 14 anni intraprende una intensa carriera di navigazione commerciale che lo porterà a frequentare tutti i maggiori porti d’Europa. Del 1479 è il suo primo soggiorno in Portogallo, a Lisbona. L’anno successivo, dopo un viaggio nei mari del nord sposa la nobile Filipa Moniz Perestrello, figlia di Bartolomeo Perestrello, navigatore ed esploratore di origini italiane, noto per aver scoperto l’isola di Porto Santo, appartenente all’arcipelago di Madera ed esserne stato governatore.

Dal matrimonio nasce il figlio Diego; ma Filipa muore nel 1485. Dopo Filipa Cristoforo avrà un’altra importante relazione con Beatrice Enriquez de Arana; nel 1488, nasce il suo secondo figlio, Fernando, che diventerà un importante collezionista di libri e autore della biografia del padre. Anche il fratello Bartolomeo Colombo si trasferisce a Lisbona dove lavora come cartografo. Nella capitale portoghese Colombo frequenta i Cavalieri di Cristo, eredi dei Templari e approfondisce la certezza di una rotta occidentale per le “Indie”, termine generico allora utilizzato per indicare un semileggendario agglomerato geografico posto ad Oriente. Il territorio più a ovest allora conosciuto sull’Atlantico era l’arcipelago portoghese delle Azzorre, il cui punto più occidentale dista 1900 Km dalle coste europee e 1925 Km a sud-est di Terranova, in Canada. A rafforzare la convinzione di Cristoforo nell’esistenza di un continente al di là dell’Atlantico erano stati racconti di marinai, materiali come legni e canne ritrovati a galleggiare sulle acque occidentali e una canoa con due cadaveri con fattezze diverse da quelle europee. Oltre allo scambio di lettere con l’astronomo, cartografo e matematico toscano Paolo dal Pozzo Toscanelli (1397-1482), che giudicava fondata l’ipotesi di una rotta occidentale verso nuove terre. Ma soprattutto la sua relazione con il pontefice Giovanni Battista Cybo (1484-1492), genovese, oriundo della Grecia e consuocero di Lorenzo il magnifico. Sarà lui il grande “sponsor” dell’operazione America, come attesta l’epigrafe sulla sua tomba in San Pietro. E forse il padre o lo zio di Colombo. Inoltre in Vaticano c’erano carte che risalivano pare alla biblioteca di Alessandria, che indicavano la rotta per l’America. Dopo diversi tentativi infruttuosi Colombo, dopo la morte del “suo” pontefice e con il successore spagnolo Alessandro VI, Rodrigo Borgia, riesce finalmente ad ottenere un incontro con la regina Isabella di Castiglia (il “Regno di Castiglia e Leon” all’epoca comprendeva la maggior parte del territorio spagnolo), ma una commissione di esperti appositamente costituita boccia il progetto. Fortunatamente i religiosi, che Isabella teneva in grande considerazione, ersuadono la regina a riconsiderare e varare il progetto; a convincerla è l’umanista Alessandro Geraldini, uomo dello scomparso Innocenzo VIII, nato nella città umbra di Amelia. Grazie al sostegno reale e al finanziamento ottenuto ad opera sempre di Innocenzo VIII, con soldi fiorentini e genovesi parenti del papa e il fondo costituito dalla bolla per la crociata contro i musulmani, Colombo riesce ad allestire le tre “caravelle”, la Santa Maria (in realtà una “caracca”, essendo più pesante), l’ammiraglia, al comando di Colombo, La Pinta e la Niña e a reclutare 90 marinai. La partenza avviene a Palos de la Frontera, sulla costa sud-occidentale della Spagna, alle sei del mattino del 3 agosto di 530 anni fa. Fra l’altro il viaggio ufficiale sarebbe la replica di una spedizione precedente avvenuta sempre nel pontificato di Giovanni Battista Cybo. Il 12 ottobre 1492 si conclude la prima traversata oceanica con l’avvistamento della costa; si trattava dell’estremità delle indie e dell’isola battezzata San Salvador, l’avamposto di un immenso continente smarrito nel tempo, situato tra Europa e Asia. I nuovi venuti vengono accolti con grande calore dai locali; ma le cose saranno purtroppo destinate a cambiare.

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