Intervista di GIOVANNI MASCIOLA A RUGGERO MARINO

Di statura morale e intellettuale superiore a quello che è stato detto.
Ruggero Marino parla del suo nuovo volume sulla figura del navigatore, l’ultimo dei templari.

Tratta dal giornale L'Arena di Verona del 18 settembre 2006, pagina 42.

Alle sue ricerche su Cristoforo Colombo il Times ha dedicato due pagine. Già inviato speciale e redattore capo de Il Tempo, Ruggero Marino ha ora redatto un nuovo volume su questa stupenda figura di navigatore e sulla sua vicenda. S'intitola Cristoforo Colombo. L'ultimo dei templari. La storia tradita e i veri retroscena della scoperta dell'America (Sperling & Kupfer Rai Eri, pag. 343, euro 18). Il libro ! è stato tradotto in quasi tutti i Paesi di lingua spagnola ed inglese. El Mundo, il principale quotidiano spagnolo, gli ha dedicato ampio spazio in questi giorni. Abbiamo intervistato Ruggero Marino su questo suo nuovo lavoro.

Come ha iniziato i suoi studi sull'impresa di Colombo?
"Ho iniziato per uno sgambetto del destino. Una lettera al giornale dov'ero redattore capo, al Tempo. Mi si davano indicazioni completamente diverse su chi era stato il finanziatore dell'impresa. Dico scherzando che sono un Fantozzi che è diventato Indiana Jones. L'estensore della lettera era un discendente di Innocenzo VIII Cybo. Mi indicava anche un'iscrizione che non avrebbe dovuto essere sulla sua tomba, a San Pietro. Sull'epigrafe è infatti scritto che nel suo pontificato vi è la gloria della scoperta del nuovo mondo. Ma Innocenzo VIII morì il 25 luglio del 1492, la data della scoperta dell'America è fissata il 12 ottobre 1492."

Che ruolo ebbero il papa Innocenzo VIII e l'Italia nella scoperta dell'America?
"Papa Innocenzo VIII fu il vero ideatore, propugnatore e finanziatore dell'impresa di Colombo. L'oro delle Indie doveva servire a fare una santa crociata per la riconquista di Costantinopoli, di Gerusalemme e del santo sepolcro. Innocenzo VIII fu la mente, Colombo fu il braccio. E non è escluso che fra i ! due ci fosse uno stretto legame di sangue. Colombo, che nell'Italia del Nord significa figlio dello Spirito Santo e di padre ignoto, potrebbe essere un illegittimo di Innocenzo VIII. In un documento del 1507 Colombo viene definitonepos di Innocenzo VIII, come riporta il professor Baldacci in un suo importante libro. Quanto all'Italia, se Colombo era genovese, ma di questo le prove assolutamente certe non le abbiamo, vorrebbe dire che tutta l'impresa sarebbe stata italiana, perché i finanziamenti arrivavano tutti attraverso il papa genovese, Innocenzo VIII Cybo. E prove di questo ci sono anche negli archivi. Un documento spagnolo sulla scoperta è del tutto esplicito: vi si parla di denaro ecclesial."

Chi era realmente Cristoforo Colombo?
"Per gli studi che ho fatto io è un personaggio di una statura morale e intellettuale decisamente superiore a quello che ci è stato raccontato per cinquecento anni attraverso una falsa tradizione basata soprattutto sulla calunnia. Era uno scienziato, aveva sicuramente nozioni di alchimia e di cabala, come del resto era consueto a quei tempi e visto anche che Colombo potrebbe avere, come qualcuno ha detto, sangue ebreo. Non a caso il padre di Innocenzo VIII si chiamava Aronne, la nonna Sarracina, il che vuol dire che nel sangue del pontefice cattolico romano si riunivano e si conciliavano le tre grandi religioni del libro. La "scoperta" dell'America è anche un sogno, un sogno di pace fra cristiani, musulmani ed ebrei per la creazione di un uomo nuovo nel mondo nuovo, come era nelle chimere del Rinascimento italiano, in quella concordia degli opposti che andava dal cardinale Cusano a Pico della Mirandola."

Ci parla delle scoperte antecedenti a quella di Colombo?
"Risalir e a chi ha scoperto l'America ormai è impossibile. Non sapremo chi è stato veramente il primo, a parte che in quelle regioni c'erano già gli indiani. In America erano andati sicuramente i vichinghi e la barche da pesca dei Paesi baschi e delle isole inglesi. Forse anticamente gli egiziani e forse persino i romani, ma soprattutto i cinesi. Per cui non si può parlare di scoperta, ma di rivelazione di un mondo che la Chiesa sapeva ormai esistere al di là dell'oceano. Ma non era facile rompere il dogma che voleva la terra come unione geografica e sacra di soli tre continenti, come la Trinità. Avanzare l'esistenza di un quarto mondo che contraddiceva alcuni testi dei padri della Chiesa, equivaleva ad una eresia. Solo la Chiesa di Roma poteva cavalcarla e farla metabolizzare alla Cristianità."

La vera collocazione del Cipango di Marco Polo è stata diversamente intesa nel tempo.
"Marco Polo in Cina non può non avere sentito parla! re delle Americhe e la riprova viene dallo stesso Milione. Laddove si parla del Cipango dai tetti d'oro, dai palazzi d'oro, dalle pietre preziose, non si sta parlando affatto del Giappone, visto che il veneziano dice che per raggiungere quelle regioni occorreva un anno di navigazione per l'andata e uno per il ritorno. Marco Polo parla anche di antropofagia, che non era certo il costume de i raffinatissimi giapponesi e parla d'uno sbarco di ben 30.000 cinesi nel Cipango. I cinesi hanno ripetutamente cercato di conquistare il Giappone, ma non sono mai riusciti a metterci piede."

Perché è stata costruita la vulgata imperante da mezzo millennio?
"Con la morte di papa Cybo il 25 luglio 1492 e l'avvento del Borgia la storia è stata cambiata ad uso e consumo della Nazione iberica. Ferdinando D'Aragona comanda in Spagna e papa Borgia a Roma e non a caso Machiavelli indica in Ferdinando D'Aragona e nel Valentino i campioni del fine giustifica i mezzi. D'altronde per chi anelava a diventare il re del mondo, di fronte a metà della sfera che arrivava ad impattare sull'altra metà, non rimaneva che appropriarsi della cornucopia che sarebbe venuta dal nuovo mondo ed eliminare un Cristoforo Colombo che altrimenti sarebbe diventato un vero Creso, tale da superare le fortune degli stessi reali di Spagna. L'oro che sarebbe dovuto servire alla crociata, qualora la conciliazione con l'Islam non fosse stata possibile, l'oro alchemico e spirituale di Colombo, si sarebbe convertito nella ricchezza feticcio, nella visione che perdura anche oggi."

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