Cappella Rucellai Piazza San Pancrazio Firenze
Cappella Rucellai Piazza San Pancrazio Firenze

«Un capolavoro artistico assoluto, ma anche un capolavoro di testimonianza cristiana»: non ha dubbi Timothy Verdon, direttore dell’Ufficio di arte sacra della diocesi di Firenze, a definire così il Santo Sepolcro di Leon Battista Alberti realizzato tra il 1457 e il 1467 per la cappella Rucellai, attigua all’antica chiesa di San Pancrazio e oggi Museo Marino Marini, nel centro storico di Firenze, come replica in scala 1:2 del Santo Sepolcro di Gerusalemme.

La riproduzione del Santo Sepolcro, pensata inizialmente per Santa Maria Novella dove l’Alberti lavorava alla facciata, è un’icona architettonica e religiosa di cui anche molti fiorentini ignorano l’esistenza. Al prezioso tempietto è stato dedicato un convegno di tre giorni su "Rinascenza come resurrezione". «C’è un legame profondo tra Rinascimento e Resurrezione - ha spiegato il cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze - il Sepolcro salda infatti le due dimensioni, quella culturale e quella della fede. L’evento salvifico cristiano non resta rinchiuso nell’ambito religioso, ma offre speranza alla dimensione umana».
Evidenti sono le connessioni storico artistiche e quelle spirituali del monumento, molto studiato dagli esperti di tutto il mondo, ma poco noto al grande pubblico. Il Santo Sepolcro racconta anche il ruolo di Firenze come nuova Gerusalemme e in questo senso la storica dell’arte Cristina Acidini ha guidato il confronto sul tema dei luoghi di pellegrinaggio ideale, che nel tempo hanno sostituito, in Europa e non solo, la visita al Santo Sepolcro gerosolimitano.

Cappella Rucellai Piazza San Pancrazio Firenze

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