UNA STRAGE AL VELENO PER MANO DEI BORGIA PER I CARDINALI DI INNOCENZO VIII

Il cardinale veneziano Michiel Giovanni nel concistoro, del giugno 1499 si distinse richiamando l’attenzione sul dovere della lotta al Turco. Al rientro da Roma, l’ambasciatore veneto Paolo Cappello informò, nel settembre 1500, che il M. «buta lacrime per il Turcho», pronto, se non fosse «per le podagre» che lo affliggono, a propagandare per ogni dove la crociata, a battersi di persona «per far ben a la cristianità e a la Signoria».
Intanto però, annoverato tra quanti «non voriano marani» incardinalati, si trovava sempre più a disagio in una Roma dove imperversava la banda famelica e malavitosa dei parenti di papa Borgia. Avvelenato, il 23 nov. 1501, a Viterbo, Giovanni Lorenzi e di certo trucidato, il 27 genn. 1502, il fratello di quello Angelo; avvelenato da un famiglio, il 20 luglio 1502, il cardinale Giovanni Battista Ferrari; morto anch’egli di veleno, il 22 febbr. 1503, il cardinale Giambattista Orsini. Ormai toccava al Michiel che morì alle 3 dell’11 apr. 1503 nel suo palazzo romano, di certo avvelenato.
Tra i sospettati dell’avvelenamento fu indicato il cardinale Pier Luigi Borgia. Il 24 aprile, al posto del MIchiel fu piazzato nel patriarcato di Costantinopoli il nipote del papa, Giovanni Borgia, col che furono girati a questi proventi già del Michiel. Sulle sue grandi ricchezze, tuttavia, il papa Alessandro VI, con sua gran rabbia, non riuscì a metter mano. Scomparso il 18 ag. 1503 Alessandro VI, nulla ostacolò l’indagine sull’assassinio della cui esecuzione materiale (la somministrazione della polvere cosiddetta canterella) fu reo confesso il maestro di casa Asquino di Colloredo. Il 16 marzo 1504 l’avvelenatore fu decapitato in piazza Campidoglio; nel frattempo, durante la detenzione, aveva rivelato di aver agito su commissione del papa Alessandro VI e del Valentino, il quale fu perciò ritenuto in «honesta prexon» per poco tempo.

decorazione

Simile la sorte di Giovanni Battista Zeno; nipote del papa Paolo II, da questo creato cardinale nel 1468. Vescovo di Vicenza nel 1473 e poi vescovo suburbicario di Frascati nel 1479, nel conclave del 1492, dopo la morte di Innocenzo VIII fu tra i papabili, appoggiato dal re di Napoli Ferdinando I.
Proveniente dalla famiglia Zen, discendente dei fratelli Zeno indicati da qualcuno come possibili prescopritori dell’ America,una delle più nobili di Venezia, nacque da Nicolò Zeno ed Elisabetta Barbo, nipote di papa Eugenio IV e sorella di papa Paolo II. Era inoltre cugino del cardinale Giovanni Michiel. Studiò presso l'Università di Padova, dove aveva stdiato anche Innocenzo VIII, e divenne canonico della basilica di San Pietro in Vaticano e fu nominato protonotario apostolico. Fu camerlengo del Collegio cardinalizio nel 1481. Fece costruire e restaurare diverse chiese a Roma, Verona e Cremona. Conoscendo bene la spregiudicatezza di papa Alessandro VI, il 2 gennaio 1492 rassegnò la commenda dell'abbazia cistercense di Rueda, nei pressi di Huesca, e si ritirò a Padova.
Partecipò al conclave del 1471 nel quale fu eletto papa Sisto IV, al conclave del 1484 nel quale fu eletto papa Innocenzo VIII e al conclave del 1492 nel quale fu eletto papa Alessandro VI.
Morì a Padova, molto probabilmente avvelenato.

Nelle foto la tomba di Giovanni Michiel e lo stemma dei Zeno

Giovanni Michiel tomba          stemma famiglia Zeno

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