Eurovision 2024 vince la Svizzera con Nemo
Eurovision 2024 vince la Svizzera con Nemo
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Ho assistito a volte perplesso e basito al Festival europeo della canzone. Un iperspettacolo da playstation, più che un concorso canoro. Dove la musica è ormai un optional: prevalgono i travestimenti, il look, la scenografia, la coreografia, le urla ...

In una sequenza dove spesso a trionfare sono il cattivo gusto, la volgarità, la cosiddetta fluidità, in quella deriva ormai senza soste che sta colpendo l’Occidente e in particolare l’Europa. Un tracagnotto letteralmente nudo, gli inglesi che mimavano amplessi omosessuali, un orripilante satanasso che slinguazzava e infine il vincitore, lo svizzero Nemo. Un gingillino in gonnellino che si definisce “non binario”. Sia chiaro nulla contro i gay, ognuno è padrone di vivere in totale libertà la propria inclinazione sessuale, ma i diversi non è che siano esentati da un minimo di misura, specie davanti ad una platea internazionale. E Nemo, visto anche in fotografia con altre mises tipo bambola o vispa Teresa, sembra fare di tutto per sbandierare il suo ipergaismo, per sbatterlo in faccia ai comuni mortali, quasi a voler dimostrare una libertà simbolo addirittura di una superiorità esistenziale. Nulla ripetiamo contro le minoranze sessuali, ma ci infastidiscono, saremo forse bigotti, le pagliacciate in stile “orgoglio gay”. Dove quella parola “orgoglio” pare sottintendere un velato disprezzo per i normali. Orgoglio che si manifesta anche nei completini del signor “nessuno”. Senza nulla togliere alla sua straripante vittoria, pur se la canzone non ci è parsa certo un capolavoro. Come il resto della parata, a parte il tambureggiante arrangiamento del secondo arrivato o l’”alieno” francese, che non si è sgolato come tutti, ma in totale controtendenza ha cantato.

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