ANTICA BASILICA E FONTANE
STRANI SIMBOLI SULLA FONTANA NEL BELVEDERE DI INNOCENZO VIII
La bellissima fontana della Galera, praticamente misconosciuta, è la prima fontana eretta all’interno del Vaticano, nella zona del Belvedere voluto da Innocenzo VIII. Oggi la fonte si presenta ampiamente modificata rispetto all’originale. Ma le antiche stampe ce la mostrano come era, quanto meno all’inizio del Seicento. Al centro una grande pigna, simile ad un ananas, tanto più che lo zampillo d’acqua nella parte superiore potrebbe sembrare più la parte terminale del frutto delle Americhe che una nostra pigna e tanto più che la pronuncia del nome, pigna, è identica sia in italiano che in Latino America. Il rifacimento, rispetto all’originale voluto da Innocenzo VIII, è dovuto all’intervento di papa Paolo V Borghese, che fu il ristrutturatore dell’Archivio segreto vaticano e nel corso del cui pontificato fu aperta la tomba di papa Cybo e posta la lapide in San Pietro sul mausoleo del Pollaiolo, dove è inciso “Novi orbis suo aevo inventi gloria”. L’elemento da cui, 26 anni fa, partì la nostra ricerca. Da aggiungere il vascello-galera in mezzo alle acque. Esisteva anche al tempo di Innocenzo? Probabilmente non poteva essere che una caravella al centro della vasca-oceano. Da notare ancora le cornucopie, simbolo di abbondanza grazie alla terra dell’oro e il volatile posto sulla sommità della fonte. Perché? Va ricordato che la leggenda della nascita e lo stemma del Messico, ancora oggi, si ricollegano ad un’aquila. Forse si tratta solo di suggestioni, ma resta il fatto che la fontana della galera fu tra le opere dimenticate di Innocenzo VIII e si trova proprio sotto le mura merlate su cui campeggia la scritta riferita a Innocenzo VIII “civis jaunuensis”. Aggiungiamo un link per ulteriori spiegazioni, anche se lo riteniamo in parte lacunoso proprio per quanto riguarda Innocenzo VIII, ancora colpito da “damnatio memoriae”.
VOLUTA DA PAPA INNOCENZO VIII LA PRIMA FONTANA DEL VATICANO
Nonostante le accuse dei biografi, dovute a una crassa ignoranza e che lo descrivono come un papa disinteressato all’arte e tutt’altro che mecenate, Giovanni Battista Cybo, Innocenzo VIII, il papa di Cristoforo Colombo, ha contrassegnato Roma con i suoi intereventi architettonici e le sue opere, le migliori delle quali, ad opera del Mantegna e del Pinturicchio sono andate distrutte subito dopo la sua morte con l’avvento di papa Borgia e poi di altri pontefici. Pochi sanno ad esempio che la prima fontana in Vaticano fu voluta da lui (nell’immagine a sinistra). Verrà in seguito replicata nell’altra parte della piazza (a destra). Provenendo dall’Oriente aveva il gusto per le fonti d’acqua, che allietassero le fatiche della giornata. Non a caso è sua anche la “fontana della galera” sottostante una costruzione (al centro) che lo ricorda, dove è impresso il suo nome e la definizione “genuensis”. L’edificio che sovrasta la fontana inoltre si caratterizza per i merli ghibellini (!). Probabilmente la volontà sempre espressa nelle sua azioni di cercare di unire gli opposti, come era nelle intenzioni di Pico della Mirandola. In un’altra storia mistificata nei rapporti fra il pontefice ed il giovane filosofo.
ANCHE PIAZZA SAN PIETRO SI ISPIRA ALL’UOMO VITRUVIANO DI LEONARDO
Un autore rimasto anonimo, verso la metà del Seicento, critica la realizzazione di San Pietro e propone un controprogetto, in forma umana, che si ispira ancora una volta all’uomo vitruviano di Leonardo. In modo che le braccia spalancate posano contenere tutto il genere umano, a differenza di un colonnato, che morfologicamente appare deformato rispetto alla perfezione dell’essere del genio toscano. I Disegni sono conservati nella Biblioteca Apostolica Vaticana.
CORTILE DEL BELVEDERE E PIGNA
Dal 1505 Bramante cominciò a progettare e realizzare, su ordine di Giulio II, la sistemazione di un vasto spazio (circa 300 x 100 m) in pendio posto tra il palazzetto di Papa Innocenzo VIII, detto il casino del Belvedere per la sua posizione rialzata, ed il resto del complesso vaticano (in particolare la Cappella Sistina e gli appartamenti papali). Il cortile fu diviso in tre terrazzamenti con quote differenti, collegati da rampe, e chiuso lateralmente da lunghi corpi di fabbrica, utilizzati in vario modo. Nel cortile più basso, pensato come un teatro e concluso con un'esedra semicircolare, furono posti tre ordini di loggiati differenti: dorico, ionico e corinzio, che si interrompono nella prima scalinata con scalini dolci e leggermene inclinati. All'esterno del lato orientale del cortile si trova la Porta Giulia in bugnato a chiave. Il secondo cortile, più piccolo, fu concluso da pareti con un unico ordine. Il cortile superiore al quale si accedeva per mezzo di una doppia scalinata a farfalla, presentava una scansione delle pareti a doppio ordine con paraste scandite a formare delle serliane. La prospettiva del cortile era conclusa da una grande nicchia, realizzata nel 1565 ad opera dell'architetto Pirro Ligorio a dare un prospetto compiuto all'antico Casino del Belvedere. Dietro il nicchione fu creato un altro cortile ottagonale, anch'esso detto "cortile del Belvedere", che accolse per lungo tempo la raccolta di statue antiche del papa, compreso l'Apollo del Belvedere ed il Laocoonte. Vicino a questo cortile Bramante costruì una famosa scala a "lumaca" contenuta in uno stretto cilindro rampe a spirale sostenute da colonne. In tal modo fu inglobata nel nuovo complesso il Casino di Innocenzo VIII (l'originaria Villa del Belvedere). Bramante non vide completo questo cantiere, come del resto tutti grandi cantieri papali, ed i lavori continuarono nel corso del XVI secolo. Il complessivo progetto bramantesco fu però alterato in epoche successive. Tra il 1585 ed il 1590 il Cortile del Belvedere venne diviso dal braccio trasversale della Biblioteca di Sisto V, interrompendo la continuità visiva del grande spazio terrazzato. Nel 1822 venne realizzato un secondo corpo di fabbrica trasversale, oggi occupato dai Musei Vaticani. Da quel momento si crearono quindi tre cortili aperti: il Cortile della Pigna (che prende il nome da una colossale pigna romana di bronzo), il Cortile della Biblioteca e il Cortile del Belvedere. Il complesso edilizio è utilizzato prevalentemente a scopo museale.
Dall'alto e da sinistra il cortile del belvedere o della pigna che fu tra gli interventi voluti da Innocenzo VIII è oggi un concentrato di simboli. La grande pigna romana trovata nell'omonimo rione fu in un primo tempo utilizzata per la fontana voluta da Giovanni Battista Cybo come dimostrano i pavoni che erano sulla sommita del baldacchino e che erano il simbolo del pontefice greco-genovese. Oggi i pavoni e la pigna sono stati posizionati in maniera diversa ma insistono su un'area che ricopre l'Archivio Segreto Vaticano, che da sempre custodisce i segreti... dell'altro mondo. E' curioso che nelle aiuole si trovi anche una scultura che rappresenta proprio il globo terrestre di Arnaldo Pomodoro. La pigna è un simbolo antichissimo di carattere esoterico che si ritrova nel bastone che porta papa Ratzinger e nelle immagini di Bacco, di Osiride e nell'ermafrodito di Babilonia, simbolo di rigenerazione.
Da sinistra la fontana della pigna di Rimini, quella di Roma che si trova davanti la chiesa di San Marco, il simbolo della città vecchia di San Remo, ed un omphalos a forma di pigna che si trova in una regione a Nord-Est del Regno Unito.
Secondo alcune teorie la pigna avrebbe a che vedere con la ghiandola pineale che si trova nel cervello. Per ulteriori informazioni rimandiamo ai links sottostanti che approfondiscono l'argomento lasciando la responsabilità delle affermazioni agli autori.
http://www.sodahead.com/united-states/the-evolution-of-religion/question-1668475/
http://roma.andreapollett.com/S3/romaft1bi.htm
http://www.marcovuyet.com/ALARMA%20SOLVE%20ET%20COAGULA.htm
https://crepanelmuro.blogspot.com/2016/08/i-segreti-occulti-della-pigna-nellarte.html
La pigna è anche presente nello stemma della famiglia genovese dei Pinelli che erano imparentati con il papa Innocenzo VIII. Francesco Pinelli in particolare, come socio più importante della Santa Hermandad, fu tra i principali finanziatori del viaggio di Colombo del 1492.