L'appello del bravo Marino, rinnova la decennale lotta solitaria per ristabilire verità perse. Il grande impegno votato al riscatto dell’eminente eroe del nostro passato premia il coraggio dei lunghi anni di meticolose indagini, minuziose ricerche e logoranti riletture di antichi documenti che Marino ha spulciato, indifferente a quanto sostenuto per 5 secoli. Sfida falsità, ingiuste accuse, equivoche sentenze ed ingloriose condanne; non si scoraggia e nella solitaria battaglia personale, continua le scrupolose visitazioni di luoghi, musei, biblioteche ed archivi rimasti seppelliti nella secolare omertà, con l’unica finalità di liberare il grande navigatore dall’indegno discredito prodotto dai nemici. Svela come per troppo tempo il vero Colombo sia stato ignorato; i meriti usurpati e carpiti da avversari che, nella trama ordita lo privano dei diritti sulle terre scoperte. Sfruttano conoscenze e raggirato ne decretavano la disgrazia. Il probo idealista anticipa la modernità: portava il verbo cristiano lontano in pace con altre confessioni. Esautorato dalle cariche, assediato dalla coltre di menzogne, vede i famigerati “conquistadores” usurpare Gesù: la croce in una mano, la spada insanguinata nell’altra. Seminano morte, distruggono culture d’inestimabile valore; si salvano poche briciole, mentre rimane il ricordo della caterva di delitti impuniti. Tacciato come rozzo marinaio torna in Spagna in catene; il complotto lo cancella dalla storia. Qui resuscita nella ciclopica dimensione umana; splende l’artefice della svolta impressa alla storia. Riaffiora l’immagine del cartografo, accolto dalle corti europee e sostenuto dal papa Innocenzo VIII, suo presumibile padre. Seguito da traditori, cade nella trappola: da eroe diventa vigliacco. Ingannato dai “cattolicissimi” Fernando e Isabella di Spagna, in combutta col papa spagnolo Alessandro VI, Borgia, che evoca i più macabri intrighi della storia ecclesiastica. questa è solo parte dell’opera da leggere e da godere. Riconosciamo a Marino il merito di tanta ostinazione!
Tullio Pascoli: 27/09/2010 19:41:06
Hi Mr. Marino! I am in the process of writing a novel about Christopher Columbus. I have a strong feeling that history has been unkind to the man's legacy. Recently, in an effort to read other views regarding Columbus, I read your fascinating book entitled "Christopher Columbus, the Last Templar." I thoroughly enjoyed your very intellectual approach and your extensive research! Thank you. The book seems to refer to another previous work, but I have been unable to find it.
Sincerely,
"Salve Mr. Marino! sono in procinto di scrivere una novella su Cristoforo Colombo. Ho un forte presentimento che la storia è stata ingiusta circa quello che quest'uomo ha fatto. Recentemente, cercando di leggere altri punti di vista riguardanti Colombo, ho trovato il suo affascinante libro intitolato "Christopher Columbus, the Last Templar". Ho apprezzato molto il suo approccio intellettuale e l'approfondita ricerca! Grazie. Il libro sembra riferire ad un altro precedente lavoro, ma non sono riuscito a trovarlo.
Sinceramente,"
Daniel Horrocks
2015-07-17 10:13
Hershey, Pennsylvania, United States of America
Mi interesso dei Templari da quando ero piccola, per combinazione stasera mi sono imbattuta nel suo libro, che comprerò, perché girovagavo su FB, è una storia affascinate quella che ha scritto e io devo appagare la stessa, specialmente perché parla dei miei amici Templari con i quali ho trascorso buona parte della mia vita.
Bona Mustillo 2015-02-01 21:34
Caro Ruggero
Primo punto: ho letto e confermo. Torno a dire che considero i tuoi due ultimi libri come pietre miliari della ricerca storica e, di conseguenza, anche come importanti chiavi di lettura per una più adeguata comprensione del Rinascimento italiano. Scritte, oltre tutto, non in modo asetticamente accademico, ma con la passione di chi, avendo intuito l'ingiustizia e l'ingratitudine perpetrate nei confronti di un eroe non soltanto nazionale, ha voluto dedicare parte della sua vita a documentarsi e ad immedesimarsi in full immersion con il suo personaggio. Ora come ora sto leggendo L'uomo che superò i confini del mondo e L'ultimo dei Templari per la seconda volta e con maggiore accuratezza; per cui via via che mi sorgeranno interrogativi sarò felice di sottoporli alla tua attenzione. "Gentile dott. Marino, complimenti davvero per il Suo lavoro. Ritengo sia di fondamentale importanza per continuare a far luce su una Storia che rivela sempre nuove "incrostazioni ideologiche", sempre nuove "bugie" che è nostro compito provare a svelare ed a rimuovere quotidianamente.
Pietro Ratto
Professore di Storia, giornalista, saggista e scrittore, direttore di INCONTRO/STORIA
Salve Ruggero,
E' stato molto interessante leggere i tuoi testi e preparare anche una sinossi degli avvenimenti da te scoperti. Per me e' stata una eccezionale esperienza accademica e così penso che resterà, sicuramente rinforzando non soltanto la mia conoscenza dei fatti, ma sicuramente arrichendola maggiormente. A presto,
Vincenzo Piazza
Caro Ruggero,
ho letto il tuo libro un anno e mezzo fa, e l'impressione che mi fece è quella che ti ho già detto. Il libro non è certamente sulla linea ortodossa, intendendo per ortodossia quella di Taviani, di Morrison, ecc, ma questo non lo rende privo di interesse e della capacita di suscitare sorpresa e voglia di saperne di più. Contiene novità e interpretazioni che possono stupire o lasciare perplessi, ma che tu sostieni con prove e fatti che le rendono credibili. Un caro saluto
Beppe Foggini
scrittore
Buonasera,
ho letto con molto interesse i suoi due libri "L'uomo che superò i confini del mondo" e "Cristoforo Colombo l'ultimo dei Templari". Oltre ad essere molto ben scritti, trattano l'argomento da un punto di vista inusuale che mi ha molto affascinato. Per completare la trilogia vorrei leggere "Cristoforo Colombo e il papa tradito", testo che purtroppo non riesco a trovare disponibile neanche su prenotazione. Ringrazio per l'attenzione e rinnovo i complimenti per il Suo importante contributo nel raccontare la storia di uno dei più grandi personaggi della storia.
Paolo Pellizzari
Caro Ruggero,
ho letto il tuo libro e mi congratulo con te per l’ impressionante lavoro di ricerca che hai fatto e naturalmente per il bell'italiano di cui fai sfoggio. Leggendo il tuo libro, ho cercato di risolvere il dubbio, e tu mi aiuterai a farlo, se stessi leggendo un thriller, oppure un romanzo, oppure un pezzo di terza pagina che sconfina nella letteratura, un saggio insomma per il modo in cui mette a nudo i tuoi sentimenti, le tue emozioni ed in buona parte le tue frustrazioni. Che il tuo stile sia letterario mi sembra naturale. penso alle pagine dedicate alle spiagge caraibiche, alle descrizioni degli ambienti romani e vaticaneschi, al taglio che dai ai personaggi a seconda delle tue prime impressioni, che per uno scrittore sono sempre quelle che contano e che rimangono. Avrei voluto sapere di piu' sul destino del Cybo, dopo che ce lo avevi descritto con tutti i suoi falsi entusiasmi, e la duplicità che lo contraddistingue. Insomma, mi resta dentro più di un dubbio perché avrei voluto vedere magari un colpo di scena alla fine, ma si sa che la storia non si conclude mai in modo definitivo, eccetto forse per le guerre che una volta finite rispecchiano fortemente la versione del vincitore. Colombo fu stranamente un vincitore che non seppe controllare la storia del suo successo. Si direbbe oggigiorno che fu vittima dello spin di forze oscure. In ogni caso, il tuo “papa tradito” e' un bel racconto che fa riflettere sulla fortuna umana, quella fortuna che come diceva il Guicciardini, e' sempre più' corta o più' lunga del disegno umano.
Marino de Medici
giornalista, corrispondente dall’America
Caro Ruggero,
in qualità di esperto in naufragi luso-spagnoli (epoca coloniale) avendo la grande fortuna di poter ricercare nei vari archivi della penisola iberica, particolarmente in quello delle Indie di Siviglia, dove abito, indubbiamente posso affermare che il grande Cristoforo Colombo sapeva perfettamente dove andava, come arrivarci e ciò che lo attendeva. Ho avuto la fortuna di assistere ad una conferenza di Isabel Alvarez de Toledo, duchessa di Medina Sidonia, che venne celebrata nell'università di Siviglia, dove presentava il suo libro "No fuimos nosotros" (alludendo a che non siamo stati noi, spagnoli, a scoprire il continente americano). In effetto, la duchessa, dopo un attento studio di documenti del suo notevole archivio privato, dimostrò nel suo libro che Colombo non fu il primo ad arrivare in America.Ti auguro buona fortuna con il tuo interessantissimo lavoro, e non temere di "nuotare" contro corrente. Cordialmente
Claudio Bonifacio
scrittore
Caro Marino,
Egregio Ruggero,
mi permetta insistere circa la mia ammirazione sul fatto che ha avuto il coraggio di scrivere i suoi capolavori su Colombo. Sicuramente conosce il libro di Isabel Alvarez de Toledo (duchessa di Medina Sidonia) No fuimos nosotros (Non siamo stati noi), dove dimostra, fatti alla mano, che la scoperta di Colombo fu tutta una farsa. Conobbi personalmente a Isabel (chiamata la duchessa rossa, perché era di idee di sinistra) e mi raccontò del suo calvario per pubblicare il libro (nel 1992, attenzione !), tant'è che lo dovette fare in Francia tradotto dallo spagnolo. Coraggiosa Isabel ! Come Le dissi, ho avuto la grande fortuna di conoscere molti paesi della favolosa America Latina (meglio chiamarla Iberoamerica). Poichè parlo spagnolo e portoghese, mi ha aiutato nella mia passione: trovare piste della presenza di civiltà "anonime" prima dell'arrivo di Colombo. La storia è lunga e ne parleremo. Per me è un onore conoscere una persona come Lei e mi creda, ammiro il suo coraggio, in una nostra Italia totalmente "colombina" affermare quello che afferma (immagino la faccia di Taviani). Spesso veniva all'archivio delle Indie e si imbatteva con Juan Manzano Manzano (autore del libro Colón y su secreto). Guerra tra i due. Pero poi alla fine terminavano cenando assieme. Termino inviandoLe cordiali saluti e i miei più sinceri complimenti.
Claudio Bonifaci
scrittore
Egregio Signore Marino:
anche se può essere difficile di capire, per noi Catalani, tutto quello che può fare infuriare gli Spagnoli ci fa piacere. I Catalani ogni giorno di più desiderano di ritornare a la situazione politica nella penisola iberica della metà del secolo XV, prima dei Re Cattolici. Anche se il suo libro fosse contrario alla ipotesi della catalanità dil Colombo, cosa sicuramente certa, non per questo lascerò di aiutarlo. Tutte le teorie e ipotesi oneste sull’ origine dal Colombo meritano il nostro interesse ed collaborazione. Javier Sierra non ha seguito il "fair play" con lei, penso che ha sfruttato il suo lavoro in una certa forma. Io ho trovato molto piú interessante il primo suo libro, che non il secondo, che era ricco di "troppa erudizione" al mio povero avviso. Il suo primo libro, un vero giallo sul Vaticano, era piú interessante. Questa é la mia umile considerazione su il suo lavoro da un punto di vista di "merchandising". Questo suo primo libro, forse riscritto di nuovo nella direzione del best seller "Angeli e Demoni" di Dan Brown, potrebbe avere un successo similare. C'é qualcosa di nascosto fra Colombo e il Vaticano. E perché la causa di beatificazione è stata bloccata radicalmente? E perché non si trova più la causa di Colombo nell’ elenco delle cause de beatificazione dei Francescani? E finalmente, per ché il Papa Leone XIII ha pubblicato l’ enciclica dove affermava : "Columbus noster est"? La notte passata é considerata in Catalogna la notte dei misteri, la notte dove si danza tutta la notte fino all’alba intorno ai fuochi e si pensa di trovare la risposta ai dubbi che ognuno ha. Speriamo che la magia di questo giorno ci aiuti a trovare la verità, qualunque sia. Riceva, signore Marino, i miei saluti piú cordiali.
Francesc Albardaner
ricercatore e scrittore
Caro Marino, Sto leggendo il suo libro che mi avvince.
L'ho anche proposto ad amici che ne sono entusiasti. Uno di loro mi ha ringraziato e mi ha detto di non avere mai avuto occasione di leggere un libro da suscitare tanto interesse e da non volerne mai interrompere la lettura. Ha anche aggiunto che l'argomento, molto impegnativo, è espresso in maniera spontanea che ne facilita la lettura. Ne acquisterò altre copie da regalare a parenti e amici certa di farne cosa molto gradita. Sono sicura che Ginevra de Mari era la mamma di papa Innocenzo. Mia mamma lo affermava sempre. Questa notizia mi fu confermata dalla lettura di un documento che non ho più ritrovato. Vorrei sapere se risulta anche a lei il nome di Ginevra de Mari quale genitrice di Papa Cybo. Sperando di vederla le invio molti cordiali saluti,
affma Flora Perris Cirese
della famiglia De Mari, discendente dal papa Innocenzo VIII
Egregio professor Marino,
le mie valutazioni sul suo lavoro sono di stima per Lei e di rispetto per le fonti che ha adoperato. Per il mestiere della sua vita, non poteva utilizzare che le fonti storiografiche e l'ha fatto con passione evidenziando contraddizioni, talora macroscopiche, nella vita del suo diletto Colombo. Non tema, perciò che manterrò il mio impegno, come l'altro di inviarle il mio volume sullo stato di Ajello, che contiene alcune note sulla biblioteca che uno di loro, un cavaliere di Malta, Francesco Cybo, figlio di Alberigo, aveva portato ad Aiello ai primi del Seicento. La ringrazio della serata aiellese
Fausto Cozzetto
professore
Sto leggendo, quando posso il tuo libro, e a parte le cose che io vedo sotto un altro aspetto posso anticiparti che mi è piaciuto perché finalmente qualcuno sviscera i contatti di C.C. con l'ordine dei Minori. Nel piccolo avevo cercato invece i contatti con i Minimi per la questione p. Bernard Boyl ed ho la dispensa del Papa perché appartenere all'ordine di s. Francesco da Paola voleva dire mangiar pesce e dimenticarsi la carne. Appena posso voglio seguire la tua impostazione sul tentativo di canonizzare C.C. Anche qui a suo tempo ero stato a Roma a cercare un frate che aveva in mano il dossier. So che il capitolo non è mai stato chiuso (così mi dissero) e hanno canonizzato tanta gente che ci starebbe bene anche il nostro Cristoforo, perlomeno ad honorem.... Ciao e a presto.
Bruno Aloi
Presidente del Comitato Nazionale Cristoforo Colombo
E’ tutto estremamente interessante, penso che rileggerò i 3 volumi ricominciando dal primo. Complimenti e tenga duro che prima o poi LE daranno ragione. Devo complimentarmi per l’estrema accuratezza e vastità della documentazione citata nelle note. La ringrazio anticipatamente e Le porgo distinti saluti
Luciano Campestrini
Caro Ruggero,
L'uomo che superò i confini del mondo è il più bello dei tre libri. Complimenti! Ha descritto Colombo come un perfetto naumarco dell'argosy ragusea ( Repubblica Marinara di Ragusa). Dalle date di partenza dei 4 viaggi, con la moderna tecnologia, si possono calcolare le effemeridi del Sole e della Luna in quei luoghi nei giorni che la storia ci ha trasmesso. Usufruendo delle mie conoscenze nautiche ( nel XVII sec. il mio avo Jaksic era un armatore raguseo), con il computer ho calcolato che Colombo aveva la rotta tracciata fin dal suo primo viaggio da Palos. Conosceva le fasi lunari e le correnti, sapeva quanti giorni sostare alle Canarie per trovare i venti più propizi ecc... ecc.. Ho anche importanti notizie della stirpe dei rodiesi Cybo, per Plinio Curzola era un Castrum Cnidiorum, Kybo era un cognome significativo.
Margherita Cioppa
Buongiorno Marino,
La lettura del suo libro mi affascina, le debbo fare i miei complimenti per il contenuto e l'esposizione letteraria. La ricerca che ha fatto Lei è immensa e mi trova d'accordo nel suo pensiero e nei suoi concetti. Il personaggio Colombo è una enorme fucina di contraddizioni storiche dovute alla creazione del mito. saluti
Fabio Fornaciari
Carissimo Sig. Marino,
sono stato alla conferenza di Torre del Lago; non occorre che dica quanto la sua esposizione sia stata coinvolgente ed emozionante. La cultura, quella vera che è costata fatica e sudore, non deve essere lasciata decadere. Per fare spazio magari agli spot commerciali, che avvelenano le ns. coscienze, senza che ce ne rendiamo conto! Buon lavoro e cordiali saluti.
Gianni Giampaoli
Egr.Sig. Marino,
ho letto il Suo libro "Colombo l'ultimo dei templari" e l'ho trovato davvero molto interessante. Non è il primo libro che leggo sul navigatore genovese (forse?) ma è il primo dove non ci si limita solo a raccontare la vita e le gesta dell'uomo. Il Suo libro è bello perché discute anche di altri temi legati a Colombo. Un saluto e complimenti ancora per il Suo libro.
MASSIMILIANO
Gent. Sig. Marino,
Volevo ringraziarla per l'invio del suo libro su Cristoforo Colombo che apprezzo moltissimo. L'ho scorso velocemente per ora ma conto di leggerlo con grande attenzione. Mi sembra che la sua scoperta sia di primissima importanza. Complimenti!
Jodie Mariotti
A parte l'interesse per il personaggio del grande genovese e per l'approccio cristianocentrico (e non più ispano o italocentrico) al "gran descubrimiento", considero i suoi lavori su Colombo un contributo fondamentale allo studio di quel processo storico che ha portato alla dissoluzione del Mondo medievale (unito nell'endiadi Papato/Impero) ed alla nascita delle realtà nazionali. Un quesito: fra le ragioni che spingevano i Pontefici ed i Reami della Cristianità verso le Indie, che gonfiavano le vele di Colombo, Vespucci, Magellano (e Pigafetta) e Vasco de Gama (dopo avere attratto Marco Polo) non vi sarà stata l'ansia di ritrovare il Santo Graal? Vive cordialità da
Pio Luigi Teodorani Fabbri
Ringrazio Ruggero Marino per aver scritto il libro "Cristoforo Colombo, l'ultimo dei templari" perché si tratta di un libro che non si fonda come tanti su idee arbitrarie e superficiali ma su studi durati 25 anni da parte di una persona seria che sa ciò che fa. Purtroppo quello che Ruggero Marino ha scoperto non può essere ancora definito "storia accademica", anche perché come si sa gli storici spesso sono così radicati alle proprie idee da non avere la voglia di rivedere e correggere le loro idee passate seppur sbagliate. Comunque sperando in ulteriori scoperte nell'ambito delle esplorazioni e di Colombo saluto cordialmente e ringrazio ancora
Michele Rossi
ricercatore, scrittore
Caro Rugggero,
ricevo con piacere la sua risposta anche se apprendo con altrettanto sincero rammarico la notizia delle deludenti vendite de “L’uomo che superò i confini del mondo”, contrariamente al precedente Colombo templare. Lei merita certamente molto di più. Purtroppo, in Italia i saggi non godono la fortuna che premia con il successo di altra letteratura molto meno impegnativa, ma invece, sovente politicamente impegnata. Personalmente, ritengo che questo suo nuovo lavoro aggiunga davvero diversi nuovi elementi per una migliore interpretazione di questa affascinante storia e consolida verità poco note anche e, soprattutto, nei confronti dei re cattolici. Io ho particolarmente apprezzato l'11° capitolo che in rapporto al "Templare" rivela nuovi aspetti storici in realtà meno noti, ma capaci di ridimensionare un poco la loro tanto esaltata reputazione. Sono uno di quelli che credono che l'espulsione dei "mori" e degli Ebrei dalla Spagna non sia stato un evento tanto eroico e positivo; e se ancora oggi c'è chi alimenta tanta palese intolleranza religiosa - proveniente da tutte le direzioni - un ruolo ed una non indifferente responsabilità possono essere attribuite anche a quei lontani eventi. Gli Arabi non l'hanno mai digerita; e l'antisemitismo e la conseguente resistenza da parte di Ebrei più ortodossi all'assimilazione, hanno certamente anche qualche radice nata dalla discriminazione praticata, allora, proprio da noi "cattolici". Oggi, sembra che una silenziosa riconquista "mora" sia in pieno atto in Andalusia, dove i ricchi sceicchi stanno silenziosamente ricostruendo moschee frequentate dai sempre più numerosi "invasori", indesiderati dal pubblico intollerante, ma utili nel non indifferente ruolo dell'economia agricola spagnola, dove - come avviene un po' ovunque in Europa -, la gente non intendere più rompersi la schiena soprattutto sotto il cocente sole torrido. Ma non saranno queste nostre prediche a modificare il pensiero razzista che, purtroppo, si sta rafforzando nel vecchio continente, ma anche nel Vicino Oriente, la storia segue il suo cammino... C'è da augurarsi, comunque, che traduzioni in altre lingue possano darle le soddisfazioni che il lettore italiano non le proporziona. Purtroppo, la saggistica italiana di maggior esito è, da decenni e troppo sovente, di inclinazione politica. Chi non è militante è destinato ad essere esposto al rischio dell'ostracismo. Non mi resta che salutarla, da sincero ammiratore, con i miei più cordiali saluti,
Tullio Pascoli
In Cristoforo Colombo. L'ultimo dei Templari Ruggero Marino ci invitava a ripensare l'immagine che è stata tramandata ai posteri del navigatore genovese. In questo nuovo libro, la sua tenace e anticonformista ricerca storica si spinge ancora oltre, regalandoci un'appassionante narrazione che smonta a uno a uno i "miti"costruiti sulla figura dell'ammiraglio genovese. A partire proprio dalla grande bugia, quella che tutt'oggi si trova sui libri di scuola, secondo cui Colombo approda al Nuovo Mondo per errore. Niente di più falso: il genovese è perfettamente consapevole del suo obiettivo ed è molto più di un semplice e fortunato marinaio. È un messaggero, incaricato direttamente da un papa, quell'Innocenzo VIII che subirà come lui una damnatio memoriae a opera del successivo pontefice, lo spagnolo Rodrigo Borgia. E l'Ammiraglio, il Christo Ferens (come si firmava), subirà l'infamia di tornare in Spagna in catene, per poi essere liberato da quei re cattolici, Ferdinando e Isabella, cui si è devotamente affidato ma che hanno più di una responsabilità tanto nell'accaduto quanto nella falsificazione storica che seguirà. Dopo la morte, il silenzio. Per secoli la figura di Colombo sarà dimenticata, e tuttora è in attesa di un'autentica riabilitazione. Per due volte è stato avviato un processo di beatificazione, regolarmente interrotto. I mille volti di Colombo, geniale navigatore, eroe senza pace, cavaliere del mare, templare, santo e missionario, vengono restituiti in questo libro definitivo con una prosa avvolgente, che incalza il lettore con ipotesi sorprendenti, sempre sorrette da solidissima documentazione,e lo conduce in un lungo viaggio, ricco di fascino e mistero, da ripetere al fianco del "navigatore dei due mondi".
Tullio Pascoli
Egregio Dottor Ruggero Marino,
mi complimento con Lei per la qualità delle Sue pubblicazioni su Colombo. La Sua competenza ed il Suo studio appassionato hanno offerto al mondo accademico l'occasione per una svolta decisiva, che vedo non ancora compiuta, purtroppo! Non molto tempo fa, a San Pietro, ho notato che Innocenzo VIII non solo è stato dimenticato, ma anche...impacchettato: la sua tomba, ricoperta di ponteggi e di assi, non offriva più lo "scandalo" delle date e delle notizie fuori dalla "vulgata"! Sono un professore di lettere, pressoché Suo coetaneo, che, anche sulla spinta delle Sue opere, non ha perso il vizio di scrivere. Ho pubblicato ora una sorta di "quaderno" panoramico su "I misteri di Cristoforo Colombo", in cui, inevitabilmente, La cito a piene mani, insieme alla Guadalupe Chocano Higueras e all'ammiraglio Morison. Ho studiato molto meno di Lei, ma ho cercato una breve sintesi, nella speranza di offrire un minimo contributo a future ricerche fuori dal coro e da timori reverenziali. Mi pare particolarmente suggestivo il filone "francescano", che porta ai papi Della Rovere ed a Savona... Con profonda stima e viva cordialità,
Egregio Dott. Ruggero Marino,
La ringrazio per la simpatia che mi ha dimostrato e mi congratulo vivamente per la brillantezza del Suo intervento. Ancora una volta, comunque, ove ce ne fosse stato bisogno, si è toccata con mano l'ostilità del mondo accademico! Indirettamente, dopo oltre cinquecento anni, le idee di Colombo stentano ancora a farsi strada: meglio immaginare una storia "laica", fatta di soli interessi economici, come quelli delle tante attuali caste! Genova ci ha costruito un "business" non indifferente. A me piacerebbe indagare sull'asse Roma-Savona (Sisto IV-Innocenzo VIII-Giulio II), ma -a parte le chiusure cui va incontro chi non fa parte degli storici di professione- non ho conoscenze specifiche di epigrafia e di diplomatica, avendo condotto ricerche di archivio soltanto per la storia del '900. Con l'augurio che Lei possa navigare qualche volta con il vento in poppa, anziché sempre di bolina, spero di rimanere in contatto con Lei e di vederLa ancora. Con profonda stima e cordialità, distinti saluti, anche da parte di mia moglie Adele Marino.
Aldo Zandi
professore
Sì credo proprio che sia stata proprio dura sfidare la "scienza" ufficiale. Per sua fortuna studia cose di 500 anni fa, che interessano a poche persone, altrimenti.... Comunque c'è sempre la versione "ufficiale" spagnola che ancora dopo tanto tempo non potrebbe accettare "revisionismi" a suo danno (tenga presente che amo la cultura spagnola). Le farò pubblicità, poi a febbraio sarò in Messico e quindi se il suo libro è tradotto in Spagnolo, farò girare la voce anche laggiù. Le dirò anzi che la mia curiosità per il periodo Colombiano iniziò quando la guida del museo archeologico di Zihuatanejo ( costa del Pacifico, porto che commerciava con le Filippine, a circa 250 kl. a nord da Acapulco), mi disse che gli archeologi sanno che l'America era nota nel vecchio mondo anche prima di Colombo. Mi disse candidamente che lui, la guida, era un archeologo e che gli archeologi sanno la verità (in Messico) ma la possono dire solo sottovoce. Se passa dalla Malatestiana può farmi un fischio, gliela faccio vedere (come cittadino di Cesena, non sono un "addetto ai lavori". Attendo il suo prossimo libro, lo leggerò con piacere!!! Cordiali saluti a lei
Luigi Turchi
Buongiorno Ruggero Marino.
Spero di non essere insistente, di non disturbarla ancora. Ma rileggendo la lettera di Cristoforo Colombo a Alessandro VI, del febbraio 1502 (riportata nel suo: Colombo e il papa tradito), ho notato alcuni errori in lingua spagnola che sono indicativi di un uomo che non è madre lingua iberico. Sono errori che indicano un uomo di lingua latina e che però ha studiato sia spagnolo, sia portoghese. Insomma sembra un testo di un genovese emigrato all'estero, non il testo di un castigliano o un andaluso. E' un po' come quando io scrivo in spagnolo, zac ci metto dentro un italianismo, dato che due lingue sono simili. Mi spiego: 1) l'avverbio agora, al posto di ahora. Agora è portoghese. es: Gozara mi ànima y descansara si agora en fin pudiera... Venir a vuestra Santitad agora, Beatissime Pater, suplico a vuestra Santitad... 2) Il verbo Deixar al posto di dejar, che esprimono "lasciare, smettere", rispettivamente in portoghese e in spagnolo Es: De todo esto serà bien que yo dexe de hablar.... (e non deje de hablar) 3) Il verbo fazer al posto di hacer es: yo haya de facer viaje nuevo... Anche se qui facer sembra un misto di italiano, portoghese e latino (facere), ma non certo hacer , verbo spagnolissimo. Non so se in spagnolo antico si scrivesse anche facer. Ma mi suonerebbe strano. Facer sembra più italiano vulgare, del 1500 e dintorni. e ancora 4) Il è al posto della y. Descubrì desde camino , è ganè mil è quatrocientas... la e al posto della y si usa in spagnolo solo se la y è seguita da i o hi, ma mai se segue una g o un q. Ma non devo insegnarle lo spagnolo che già conosce. Che ne pensa piuttosto di questo strano spagnolo. Mi sembra che forse ne ha già parlato nei suoi libri , dello spagnolo "mixed" di Colombo (non ricordo con esattezza, mi scusi ma non posso ricordare tutto), se non l'ha fatto è un altro indizio di cui tener conto.... In tutti i casi, io ho a casa alcuni libri di Colombo, in spagnolo stile antico (es: il famoso pleito), ma non mi era mai capitato di vedere i suddetti errori, in un testo autografo di Colombo. Forse l'editore ha pensato di ripulire il testo, rendendo in spagnolo corretto, nei libri che ho sugli scaffali di casa. Si tratta di una collana di testi del 500, ristampati negli anni 90 del secolo scorso, riguardanti la conquista del nuovo mondo. Testi comprati in Messico letteralmente rovistando nei resti degli angoli per la lettura dei supermercati e nelle librerie di libri usati. Buona estate, con o senza studi su Colombo.
Luigi Turchi
Caro Ruggero Marino,
Egregio Dott. Ruggero Marino,
ho seguito il Suo consiglio ed ho letto il Suo articolo su "Fenix": è ormai ampiamente fuori dubbio che i fatti Le danno ragione, o meglio danno ragione alla Verità su Colombo che Lei vuole semplicemente (!) ristabilire, o stabilire per la prima volta. Il Suo scritto è, come sempre, chiaro ed avvincente; ma esistono, purtroppo, troppi sordi (e ciechi) della peggiore specie, cioè di quelli che non vogliono sentire (né vedere), per basse ragioni di prestigio e di interesse personale e di casta. Sarebbe altrimenti ovvio per tutti che tra il 1453 ed il 1480 si va maturando, per impulso papale, la necessità di "scoprire" il Nuovo Mondo, per bilanciare lo strapotere turco, una volta constatato che una "crociata" per così dire "tradizionale" non è possibile: se una tale idea non minasse il potere -anche economico- di un gran numero di persone legate tra loro a doppio filo, si tratterebbe soltanto di una quasi banale constatazione di carattere geo-politico... D'altra parte, anche le "Capitolazioni", lette senza pregiudizi, fanno già intuire tante cose! Lei, poi, ha già da tempo trasformato tali possibili intuizioni in tesi ben delineate, suffragate da sperimentazione attraverso documenti: il metodo galileiano sarebbe ampiamente salvo, se non esistessero persone dedite a far scomparire o a sottovalutare ogni testimonianza che non sia loro gradita. Colombo, però, sarebbe dalla Sua parte... Con stima, molto cordialmente,
Aldo Zandi
ho letto con vivissimo interesse il tuo nuovo libro sulla questione Cristoforo Colombo. L’ho letto come si legge un romanzo, una pagina dopo l’altra sempre più coinvolto in quell’intreccio che quasi mi ricordava un giallo. Con prove, controprove, sospetti, rivelazioni. In cifre in cui, pur con il rigore dello storico – e tu lo possiedi per intero – si davano spazi sempre più vasti alle ipotesi, con l’abilità di dimostrarle il più delle volte fondate anche con il sussidio di note, alla fine, in cui sei riuscito, con sicura abilità, a ricostruire attorno ai singoli personaggi, non solo delle biografie autentiche, ma anche gli esatti sfondi storici in cui quelle vite si sono mosse. Vorrei continuare a saperne di più, vorrei conoscere più ampiamente le reazioni ottenute nel mondo letterario e storiografico da tutte quelle tue suggestive deduzioni. Così mi aspetto, addirittura ansioso, un tuo nuovo libro sul tema. Il mio caro amico Manoel de Oliveira, dedicando un suo film a Colombo, ha dato rilievo, nel titolo, al termine “Enigma”. A te di scioglierlo. Vedo che ne hai gli strumenti adatti.
Gian Luigi Rondi
critico cinematografico, Presidente Biennale cinema, Fondazione Cinema per Roma
Carissimo Prof. Marino,
Ho letto la recensione in italiano sul suo website, la ringrazio tantissimo, e' un onore per me aver letto i testi e aver fatto un piccolo "review" dove ho imparato tantissimo e sono diventato un assiduo supporter delle sue ricerche e conclusioni. La ringrazio di nuovo e a sentirci a presto. Spero che un giorno venga in Florida a trovarci, comunque se veniamo in Italia ci vediamo, vedro' anche se la mia università' e altre due dove ho contatti vorranno fare una conferenze in materia, logicamente con lei. Sono diventato membro dell'associazione geografica della Florida e hanno bisogno di speaker speciali durante le radunate annuali. A presto,
Vincenzo Gentile
Dottor Marino,
ho terminato oggi la lettura del suo libro che trovo molto interessante e condivido i parallelismi con i Templari, con i quali Cristoforo Colombo ha in comune anche la "damnatio memoriae". Penso comunque che la peggior risposta che si può ricevere ad una richiesta (faccio riferimento alla richiesta di santificazione di Cristoforo Colombo) è una non risposta. Come pure sarà dura scardinare la storia scritta, come sempre, dai vincitori, nel caso specifico i Re cattolici spagnoli. La saluto cordialmente.
Alberto Cavazzoli
Buonasera,
mi chiamo Andrea Carrozzino e mi sono imbattuto casualmente nel Suo libro "Cristoforo Colombo, l'ultimo dei templari" , spinto dalla mia passione per il medioevo, i templari, e soprattutto da un amore turbolento ma viscerale per la mia città: Genova. Immagino perfettamente l'ostracismo Colombiano che avrà trovato, e immagino anche gli sforzi per portare a galla ipotesi di verità scomode e riconosco in quanto Lei ha scritto una interessante tesi da far conoscere a più persone possibile... Trovo che le Sue ricerche e le Sue ricostruzioni oltre ad affascinare risultino essenziali per colmare un vuoto lasciato dagli archivi storici, probabilmente a ragion veduta, su una delle figure più controverse del nostro passato, che immancabilmente ritroviamo in ogni ambito del nostro futuro.... oltre a promettermi la lettura del Suo nuovo libro sull'argomento Le volevo fare una richiesta: Io e alcuni amici abbiamo in mente di dare alla luce una specie di guida della mia città che sia vissuta sottoforma di caccia al tesoro, con aneddoti e curiosità circa la storia della superba. Nell'eventualità che il nostro progetto si realizzi, possiamo attingere al Suo lavoro, ovviamente citando sia Lei che la Sua opera? Sarebbe molto stimolante e sicuramente renderebbe la nostra guida più appassionante. La ringrazio sentitamente per la disponibilità, e Le rinnovo i complimenti per il suo lavoro.
Andrea Carrozzino
Gent.mo prof. Ruggero Marino,
Non ho alcun merito nella recensione se non nell’essermi entusiasmato e aver cercato di verificare le sue tesi. Lo sa che ho tenuto a Genova due anni orsono una conferenza sui suoi libri e su papa Cybo? Con grande successo grazie alle Sue deduzioni. Complimenti vivissimi per il Suo lavoro di scrittura e di scavo storico e giornalistico, da autentico detective del passato.
Franco Manzoni
poeta e giornalista
Ho letto il libro ed è convincente. Ma gli specialisti, che hanno sempre ripetuto una versione, non l'accetteranno mai. Ci vorrebbe il documento che dice apertamente le cose, e anche in quel caso non sarebbero d'accordo. Un saluto e mi tenga informato
Giacomo Carretto
scrittore
Estimado Don Ruggero Marino:
La fabulosa vida de Don Critstobal Colón, de ninguna manera creo que pueda ser una maldición, al contrario Usted es una de las pocas personas que se han tomado muy en serio la investigación, y creame que los lectores que hemos leido sus trabajos estaremos muy agradecidos toda la vida por el trabajo tan minucioso que realizo, tambien he de comentarle que yo siempre he creido que el Almirante Colón, era un iniciado, porque aqui en México, exactamente en lo que se conoce como Toluca, Estado de México el día 12 de octubre los Masones de esa localidad cierran la avenida donde esta una estatua de Colón, y le rinden homenaje. Leere su libro con el respeto que se merece porque estoy segura que va a llenar las expectativas, y despues me comunicare con Usted. Veo que ya es de otra editorial, ojala que hagan el trabajo de provomerlo para que pronto este en las librerias de México. Le mando un afectuoso saludo y que los problemas economicos por los que esta pasando la Comunidad Europea no duren mucho, porque el vidente Nostradamus ya nos lo habia avisado en la cuarteta que dice que el niño nacera con 2 dientes en la garganta, piedras caeran con la lluvia en Tuscia, y muchos de hamblre moriran, EL NIÑO CON 2 DIENTES EN LA GARGANTA ES EL SIMBOLO DEL EURO (€) GRACIAS MUCHAS GRACIAS.
MARIANA HERNANDEZ S.
Cagliari 22.05.11
Egregio Dottor Marino
sono da qualche tempo un appassionato della storia di Colombo, passione che è scaturita dalla lettura di un suo libro ( Cristoforo Colombo ed il Papa tradito). Ho letto gli altri suoi volumi dedicati a Colombo ed in uno di questi (L'ultimo dei templari). La ringrazio anticipatamente per la sua attenzione ma sopratutto per avermi fatto conoscere, dalla lettura dei suoi libri e di altri sull'argomento, una parte di Storia così interessante ed ancora suscettibile di sorprese. Distinti saluti
Dott. Pietro Mario Maggipinto
Caro Ruggero,
Congratulazioni per il nuovo assetto del tuo sito, più aperto ed invitante al contributo dei visitatori. Apro questo primo contatto per commentare il tuo “Testo a seguire” alla recensione del tuo ultimo libro del Prof. Vincent Piazza. Trovo che lo scritto del Dr Piazza mette bene in risalto la funzione delle tue opere: aprire un nuovo fronte della “questione colombiana”. Finora principalmente imperniata sull’eterna disputa dell’origine nazionale di Colombo. Disputa che oggi dovrebbe apparire marginale. Certamente ai tempi di quel grande uomo nessuno l’avrebbe neppure immaginata. Da amico devo però criticare la tua chiusura (le ultime tre righe) del “Testo a seguire” dopo la recensione del Dr. Piazza. Con rispetto per la tua opinione, quelle tre righe non hanno (diversamente dai tuoi lavori) valore scientifico e temo che allontanino, piuttosto che attrarre, interventi qualificati. In ogni caso non sono utili ad impostare correttamente l’attività di ricerca. Come tu stesso hai divulgato, è proprio grazie alla carta di Piri Reis, custodita dai sultani, che oggi si può far luce su quegli eventi cruciali per la storia umana. E sicuramente molto resta ancora da scoprire nelle biblioteche da loro ereditate, che è sperabile riserveranno sorprese alla futura ricerca storica. Sono convinto che anche dalla Cina arriverà nuova luce e dobbiamo essere preparati, con prudenza, ma con mente aperta. L’ipotesi che confuciani o mussulmani avrebbero fatto peggio dei cristiani nella conquista del Nuovo Mondo è indimostrabile. Conviene invece spendersi a ricercare il perché i sovrani di tali fedi lasciarono agli europei mano libera, pur essendo di gran lunga di essi più potenti, più ricchi, più avanzati tecnicamente e scientificamente. Tra i cinesi, i turchi e gli indiani immagino che nessuno avrebbe mai sollevato una “questione colombiana”. Inoltre, mentre noi conosciamo poco dei loro archivi non per loro avarizia, ma perché non siamo in grado di capirli (mentre loro capiscono in nostri), proprio gli europei, a cominciare dai cristiani, sono stati finora avari nella verità (ma generosi in depistaggi) per cinque secoli dagli eventi, come si sottolinea nella recensione. Comunque apprezzo molto sia la recensione che il resto del tuo “Testo a seguire”. Gli studiosi interessati dovrebbero esserne indotti a domandarsi quali sono le cause della reticenza della storiografia europea e della fuorviante teoria della casualità della scoperta. Tema che, a mio avviso, è di interesse fondamentale per una nuova storiografia su Colombo e le sue scoperte, svincolata da ogni strumentalizzazione di regime o di establishment e, quindi, realmente scientifica e più vicina alla storia.
Un “adelante... con juicio”.
Paolo Picozzi
Milano 12/5/2014
Carissimo signor Ruggero, ho letto il libro su Colombo Templare che mi è stato regalato da Salvatore Fratello e devo dire che è un capolavoro e quindi mi complimento con lei. La verità su Colombo prima o poi doveva uscire,e questo grazie a lei.
Pino Taormina
Sono un appassionato di misteri irrisolti e tralasciati nel tempo. Ho letto di recente "Cristoforo Colombo L'ultimo dei Templari" e sono rimasto davvero entusiasta. Cordiali saluti.
Andrea Panza
Mi chiamo Andrea Scano e sono un giovane cronista delle pagine del Sulcis del quotidiano L'Unione Sarda. Tralascio i complimenti di rito per il prezlioso lavoro che stai svolgendo: diamoli per scontati. E, per essere più chiari, sposo in toto le tue teorie. Dovresti però togliermi una curiosità: i navigatori che subito dopo Colombo (in alcuni casi dopo una manciata di anni) hanno messo piede nelle Americhe, come facevano a sapere come muoversi e come raggiungerla etc. etc, ammesso e non concesso che Colombo avesse loro spiegato nei dettagli l'impresa appena compiuta? Aveva già abbondanti cognizioni? Ho la sensazione che rispondendo al quesito si dia (se ancora non ce ne fosse bisogno) ancora più fondatezza alle tue conclusioni.
Andrea Scano
giornalista
Ringrazio Ruggero Marino per aver scritto il libro "Cristoforo Colombo, l'ultimo dei Templari", perchè si tratta di un libro che non si fonda come tanti su idee arbitrarie e superficiali, ma su studi durati 19 anni da parte di una persona seria, che sa ciò che fa. Purtroppo quello che Ruggero Marino ha scoperto non può essere ancora definito "storia accademica", anche perchè, come si sa, gli storici spesso sono così radicati nelle proprie idee da non avere la voglia di rivedere e correggere le loro idee passate seppur sbagliate. Comunque sperando in ulteriori scoperte nell'ambito delle esplorazioni e di Colombo saluto cordialmente e ringrazio ancora
Michele Rossi
Sansepolcro (Arezzo)
Ho letto con interesse il Suo libro-"Cristoforo Colombo l'ultimo dei Templari". Complimenti per il suo attento e minuzioso lavoro.
Giovanni Ciccarone
Gentile Dottor Marino,
"Cristoforo Colombo, l'ultimo dei templari": veramente un grande libro!
Elisabetta Mariani
New York
Desideravo ringraziarla per la sua audacia e coraggio e per il suo AMORE PER LA VERITA’. Ha dato un grande contributo nei confronti del DIVINO CRISTOFORO COLOMBO e ha ragione quando mette a confronto COLOMBO E MARCO POLO, che sono identici in tutto. Infatti, sono un unico personaggio che si ripete, nel corso della storia, a favore dell'umanità. Grazie ancora.
Salvatore Fratello
Palermo
Ho letto il suo ultimo libro "Cristoforo Colombo, l'ultimo dei Templari" e le assicuro che ho trovato sorprendente la chiarezza con cui ha "dimostrato" una sconcertante realta' storica finora solo ipotizzata da pochi. Le rinnovo il mio "in bocca al lupo" e resto in attesa, come sono sicuro che e' per moltissimi, di sapere che ha iniziato a scrivere di nuovo, perche' sono in pochi che hanno il coraggio e la capacita' di affrontare argomenti così controversi.
Celestino Vescera
Carissimo,
è un "libro tosto". Per leggerlo c'è bisogno di interesse culturale oltre che di cultura. Infatti l'argomento principale della storia di Colombo si articola e a volte si complica con tutta una abbondanza di dati che prima non si sospettavano o che non si sospettano. Naturalmente non ho la capacità di valutare i vari dati dell'informazione, ma devo dire che sono tanti. A volte oscurano il tracciato e fanno perdere di vista la storia di Colombo. Ma forse il vero scopo del libro è quello di fornire notizie o inquadrature di notizie anche all'interno di una spinta di valutazioni dipendenti da suggerimenti filosofici: "Le notizie si accavallavano alle notizie... scardinando l'ottusità geografica. I mappamondi si trasformavano, in una evoluzione che procedeva, per svariati motivi, al rallentatore. Gerusalemme perdeva lentamente la sua funzione di centro dei centri, di ombelico del mondo" (Citazione esemplificatrice). Anche le note abbodantissime spingono a valutare il libro in una ottica di lettura della storia all'interno di un quadro. Carissimo, questa è la mia valutazione che, credo, tornerà gradita data l'angolazione della mia lettura.
Cari saluti.
GianMaria Polidoro
padre francescano fondatore di Assisi Pax International
autore del libro Francesco di Assisi
Gli studi colombiani di Ruggero Marino comportano intuizioni e suggestioni di non trascurabile momento che vale la pena approfondire, ratificare, validare attraverso gli strumenti propri della ricerca storiografica.
Franco Salvatori
Presidente della Società Geografica italiana
Presidente della Commissione scientifica del Comitato italiano per le celebrazioni di Cristoforo Colombo
Caro Ruggero,
dopo attenta lettura (e, di moltissimi passi, rilettura) della tua ultima fatica, posso dirti che questa m' ha provocato una serie ininterrotta di grandi emozioni. Penso che la ragione di ciò riposi soprattutto sul taglio dell' opera, che offre (questo è soltanto il mio parere, s' intende) il privilegio d'immergersi, con coinvolgente progressione, in una lunga ed articolata vicenda storica avendo la sensazione straordinaria di vivere un romanzo. Sorvolo sulla ricchezza delle notizie e delle implicazioni che ne derivano (che sono, queste e quella, assolutamente fuori del comune) e sulla piacevolezza stilistica dell' espressione, ch' è dote che possiedi da sempre. Complimenti, Ruggero, e grazie per il godimento che mi hai procurato con le tue pagine.
Nicola Maggi
professore
Dr. Marino,
mi chiamo Alberto Cybo Ottone, non produco vini, sono un invece un economista che lavora alle Assicurazioni Generali. Vivo a Roma, con mia moglie e due bimbi, da circa 20 anni. Ho acquistato, circa 10 anni fa, il suo primo volume su papa Innocenzo VIII ad un Remainders di Corso Vittorio, ed ho letto di recente il suo secondo libro. E' stata la prima volta che ho sentito parlare di questo personaggio storico in modo diverso dalla figura di scellerato riportata nella letteratura "ufficiale". Sono poi ancora più illuminanti i riferimenti a Cristoforo Colombo, del quale tutto sommato la storia non registra un'opinione tanto migliore del papa. Ogni tanto mi chiama qualcuno appassionato della materia per chiedere informazioni che io non posseggo. Ho però questo nome, o almeno un pezzo del nome, e mi farebbe molto piacere, se Lei è d'accordo, poterla incontrare.
Alberto Cybo
Exmo Senhor Marino,
Concordo consigo, a versão tradicional da história de Cristovão Colombo não é a verdade. Terei muito gosto em falar consigo sobre a sua teoria. Cumprimentos.
João Luiz Perestrello
discendente della prima moglie di Cristoforo Colombo
Ho finito il tuo libro. Ti faccio i complimenti perché mi rendo conto che deve essere stata una fatica immane di ricerca e elaborazione della tua teoria o meglio certezza. Scritto bene (i tuoi 30 e passa anni di giornalismo sono presenti) e una lettura dettagliatissima del trentennio finale del 1400 con tantissime informazioni interessanti. Ma il tuo lettore deve avere un minimo di cultura per poterti seguire. Io sono convinta:Cristoforo Colombo era un Cybo,era un uomo colto non un rozzo lupo di mare. Per me é stata una lettura appassionante a volte però un po' difficile. Sono assolutamente convinta che in una delle tue vite passate tu eri del "clan"Un uomo di quell'epoca,un alto prelato vicino al Papa,o un semplice marinaio con cui Colombo nelle lunghe giornate di navigazione si confidava,o un banchiere genovese che contribuiva alla parte economica della spedizione. Insomma uno che sapeva...
Kira Perego
San Paolo Brasile
Carissimo Ruggero Marino,
Ottimo! Ho letto (e analizzato) il tuo libro in queste due settimane di mare. Non capisco come possano certi accademici stroncarlo, visto che solo le note valgono quanto il libro (nel senso che dimostrano che non sono illazioni, ma ricerche documentate). Complimenti!
Marco Picasso
Direttore di Graphicus
Estimado Ruggero,
Le escribe Juan Pablo Alvarez Guedea, desde México. Soy investigador en historia. Mi tema actual trata de la vida de Francesco Pinelli, importante comerciante y banquero genovés, quien pasara a vivir a España a fines del siglo XV. Acabo de leer un artículo acerca de su última obra y ahí se menciona que este personaje (Pinelli) era sobrino (nipote) del papa Inocencio VIII.
Juan Pablo Alvarez Guedea
Sono un lettore del suo libro Cristoforo Colombo l’ultimo dei templari, le faccio i miei complimenti per il suo “arduo e certosino” lavoro, cosa non facile quando ci si imbatte in argomenti come quelli di papa Innocenzo, credo che lei avrà sicuramente trovato ostilità da parte della chiesa, invece di un aiuto, e questo avrà sicuramente reso il suo lavoro più complicato. In tutta sincerità devo dirle che sono anche un po’ deluso, essendo un lettore da molti anni dei templari (da prima del Codice da Vinci..) credevo che nel suo libro, con un titolo così,avrei trovato notizie più approfondite riguardo i legami tra Colombo ed i Cavalieri di Cristo. Comunque anche se non ho trovato ciò che credevo di trovare, le rinnovo i miei complimenti per il suo lavoro.
Carlo Di Berardino
Caro Ruggero,
Este verano inicio una serie de artículos en un periódico de tirada nacional, y creo que es la ocasión perfecta para promocionar en uno de ellos tu libro "Cristoforo Colombo, L'ultimo dei templari". Lo leí hace una semana y me pareció genial! Muchas felicidades. Recibe un fuerte abrazo,
Javier Sierra
Scrittore
direttore di "Mas hallà"
autore di best-sellers internazionali come Le porte dei Templari e La cena segreta.
Sono uno storico dell’età contemporanea e quindi non possiedo gli strumenti per controllare la veridicità di tante affermazioni fatte da Marino a proposito di Cristoforo Colombo. Posta questa premessa debbo confessare che ho letto con grande passione il suo libro su Colombo e che, più passa il tempo, più le sue tesi mi sembrano plausibili. Colombo era un ottimo geografo, aveva già compiuto numerosi viaggi e probabilmente era stato in America prima del 1492. Sembra del resto che anche taluni Vikinghi, Cinesi e Islandesi arrivassero in quel continente prima di lui e che qualcosa si sapesse in giro. Ruggero Marino cerca di abbattere i luoghi comuni accettati dalle accademie. Proprio per questo le accademie non gli daranno nessun riconoscimento.
Prof. Piero Melograni
Membro del Comitato nazionale per le Celebrazioni di Cristoforo Colombo.
Sono un suo lettore avendo letto il suo eccezionale libro su Cristoforo Colombo. In onore del suo libro ho anche messo il cognome Cybo ad un personaggio femminile di un nostro fumetto sul web intitolato The Immaculate Connection che in un certo senso si ispira alle situazioni "politiche" dei papati raccontati nel suo saggio ma che sono riportate in una ambientazione fantascientifica. Mario Farneti mi accennava in una mail di un suo progetto a fumetti su Cristoforo Colombo. La realizzazione di un tale progetto mi interesserebbe molto in quanto apprezzo la sua opera e ci vedo delle ottime potenzialità fumettistiche.
Giorgio Messina
Presidente e Direttore Editoriale Cagliostro ePress editoria a fumetti - webcomics - ecomics - merchandise.
Caro Ruggero,
Ancora complimenti per la tua magistrale opera. Con ammirazione.
Ernesto Filoso
giornalista, autore del libro America, una scoperta da riscoprire.
Innanzitutto complimenti per la sua ultima fatica letteraria. Io sono residente nella Rep. Dominicana ed esattamente in una regione denominata Cibao e da noi si cita la versione che Cristobal Colon fosse giunto sino a qua convinto che l'espressione indigena(taino) fosse Cipango; aggiungo altresì che l'oro c'è veramente in questa regione a Cotui (miniera canadese Placer Dome).
Tiziano Scotti
Caro Marino,
ancora congratulazioni per il tuo libro che chiarisce punti restati sempre oscuri ed apre nuovi scenari. Congratulazioni ancora per il tuo coraggio, la tua visione e non turbarti degli attacchi, vuol dire che hai colpito giusto.
Professore Emilio Spedicato
Università di Bergamo
Gentile dottor Ruggero,
a Natale ho avuto difficoltà a trovare il suo libro, la Feltrinelli a Napoli l'aveva esaurito. Ne ho letto circa un terzo con grande interesse, lo terminerò in Finlandia, dove mi recherò Venerdì. Lo ha scritto in uno stile magistrale!
Cristina Wis Murena
ricercatrice
Gentile dottor Ruggero,
ho riletto con attenzione il suo meraviglioso libro, scritto magistralmente, ed estremamente interessante.. Mi sono segnata su foglietti almeno una quarantina di passi che riguardano anche le mie ricerche.
Cristina Wis Murena
ricercatrice
Egregio Dott.Marino
I miei complimenti uniti a quelli di mia moglie per come si e' difeso dagli incartapecoriti accademici !!!!!
Umberto il Templare.
Caro Marino, ho divorato in tre giorni la Sua "enciclopedia" colombiana, che scrolla la barca della tradizione, nella speranza che i sub della ricerca possano quanto prima riportare a galla il relitto della verità. Cordialità.
Pietro Canepa
Fautore della tesi di un Colombo nato a Cuccaro Monferrato
autore del libro "Cuccaro: c'era una volta..."
Mi convince la tua ricostruzione dello scenario storico prima dell'impresa di Cristoforo Colombo (ad esempio il clima di grande allarme dopo la caduta di Otranto in mano ottomana) e la valutazione dello sconcerto che la notizia di nuove terre e genti al di là dell'Oceano Occidentale provocò nell'Europa della fine del '400, dal momento che la predicazione del Vangelo non aveva riguardato le popolazioni native del Nuovo Mondo. Sono d'accordo con te anche sul fatto che sia stato un grande, come dire, bang: l'aggiunta di un quarto continente scardinò quella costruzione compatta e perfetta della figura del Vecchio Mondo sulla mappa mundi, che durava da circa un millennio, suddivisa nei tre continenti dedicati rispettivamente ai figli di Noè, Sem, Cam e Japhet.
Prof.ssa Patrizia Licini
Università di Macerata
Membro del Comitato Nazionale per le Celebrazioni di Cristoforo Colombo
Conosco Ruggero Marino da moltissimi anni. L’ho incontrato per la prima volta in uno di quei convegni noiosi di storia in cui ci sono relatori che pensano di sconvolgere il mondo, con rivelazioni frutto di ricerche che vorrebbero stravolgere gli avvenimenti del passato, rovesciandoli come un guanto alla luce di documenti a volte falsi come Giuda. Anche Ruggero Marino con la sua tesi rivoluzionaria su Cristoforo Colombo mi era parso uno di questi innovatori a tutti i costi. Invece no. Mi accorsi subito che si trattava di un “cavallo di razza”. Le sue ricerche sulla figura dello scopritore delle Americhe rispondevano da sole alla domanda: “Cui prodest?”. Nell’interesse della verità. Era una ricerca motivata da serie considerazioni indipendenti da una qualsiasi strumentalizzazione fatta nel nome di campanilismi nostrani. Per anni ho seguito le sue indagini di segugio Nel tempo ho sempre più apprezzato oltre al lavoro di Ruggero Marino la sua amicizia, sebbene penalizzata dalla distanza tra le nostre vite, una voce solitaria che sta cercando di dare all’esploratore un’identità fuori dalla scontata tradizione e dalla melensa appropriazione nazionalistica di un personaggio la cui figura sembra nascondere una miniera di collegamenti storici sebbene apparentemente impossibili. La forza di Ruggero Marino sta nelle sue ricerche che fanno del suo ultimo saggio un thriller cui fa da sfondo un complotto che non ha mai smesso di viaggiare nel tempo, quasi fosse vittima di una maledizione alla stregua del fantasma dell’Olonese Volante. Storia di mare appunto, di un Mondo Nuovo, di papi e di templari, nella migliore tradizione “gotica”, tutto documentato però con la
la solita avvincente narrazione tipica di Ruggero Marino.
Vittorio di Cesare
Docente in Intelligence presso l'Università dell'Aquila
Direttore di Intelligence STS
Caro Dottore....
sono un dilettante e... ci tengo. Spero che, nel frattempo, abbia avuto modo di rendersi conto di quante cose ignorano gli accademici (il minuscolo non è casuale) sulla cartografia antica. Saluti e... complimenti per il sito.
Rolando Berretta
Cagliari
Distinguido amigo Ruggero Marino:
He leído su libro con el máximo interés, como ya puede usted suponer. Su libro es una aportación fundamental dentro de la bibliografía reciente sobre Cristóbal Colón, ya que abre horizontes en escenarios inéditos, justo donde muchos otros autores contemporáneos no hacen sino repetir asuntos banales, conocidos desde tiempos inmemoriales, o casi. Además considero de suma importancia que usted sea italiano y, por lo tanto, que presente una nueva teoría sobre Colón desde una nueva óptica italiana y en contra de los criterios paralizantes y paralizados de los popes académicos de turno. Su Cristóbal Colón llena de aire fresco el ambiente enrarecido y hierático de la versión ortodoxa. Por todo ello solo me queda que felicitarle. Concuerdo con su expresión de que la lectura de su libro acaba en un pequeño naufragio debido a la sobreabundancia de consideraciones y explicaciones colaterales al tema principal de la obra, pero a mi este "defecto", que mas bien es virtud, ya que es el producto de un ingente trabajo de investigación a lo largo de mucho tiempo, no me preocupa tanto como el hecho de que me he quedado con la sensación de que he leído el primer libro de una obra de dos tomos y de que me falta poder leer más, mucho mas sobre el nuevo personaje Colón que se me presenta. Pero ello implicaria entrar ya en la fase de nuevos documentos alternativos y estudios científicos detallados, que acabasen de sostener el nuevo personaje que se nos presenta. Su libro es un buen vermouth, pero me falta, todavía, el plato principal. Dentro de este hipotético segundo libro deberia tratar el tema de si los súbditos napolitanos de Alfonso V de Aragón podían ocupar cargos en el Reino de Castilla sin ser naturalizados por ser súbditos naturales de dicho reino catalano-aragonés o no. Este punto es fundamental, ya que si la respuesta es positiva, su teoria se situaría muy por delante de la teoría convencional del súbdito Colombo de la Señoría de Génova, que en ningún caso hubiese podido ser almirante de Castilla sin antes ser debidamente nacionalizado. Otro punto en el que me gustaría profundizar es el porqué el Papa Inocencio VIII no mandó él directamente a Colón a descubrir el Nuevo Mundo, ya que tenía poder temporal suficiente y fuentes de financiación a su alcance. Qué necesidad hubo de mezclar en esta partida tan importante a un rey maquiavélico como Fernando el Catòlico? Etc., etc.. Agradeciéndole de nuevo su amabilidad, reciba, Sr. Marino, mis mejores deseos de paz y felicidad para este próximo año 2006. Esperemos que salga algo nuevo a la luz en tan importante fecha. ("In te, domine, speravi non confundar in aeternum........").
Francesc Albardaner i Llorens
Vice-presidente del Centre d'Estudis Colombins
Ho letto e in gran parte riletto il suo interessantissimo libro su Cristoforo Colombo. Le sue tesi sono affascinanti, come molte delle ipotesi che si discostano dalle credenze comuni, spesso acriticamente accettate, purché naturalmente avallate da prove e dati di fatto. Quindi, vorrei poter condividere con lei quanto dice di Colombo e di Innocenzo VIII. Ma qualche interrogativo mi fa sospendere il giudizio. Ho letto il suo libro nell'ambito di ricerche che sto effettuando su un personaggio dell'ultimo Medio-Evo/inizio Rinascimento che mi affascina per gli influssi che ha avuto su tanti grandi suoi contemporanei o posteri, restando egli stesso nell'ombra: Paolo dal Pozzo Toscanelli. Il suo nome spunta qua e là ogniqualvolta ci si immerge nel '400 italiano. L'esser quasi tutti i suoi scritti andati perduti accresce l'alea di mistero intorno alla sua figura. Forse lei ha avuto lo stesso tipo di attrazione iniziale per Colombo. L'altro personaggio che mi attira assai è il suo grande amico Nicolò Cusano; anch'egli per la modernità delle sue idee, nonostante il suo cammino l'abbia condotto sino alla porpora. L'interesse per entrambi questi uomini mi ha spinto a tentare la stesura di una sceneggiatura basata sulle loro vite, i cui percorsi tanto spesso si intersecano. Sto quindi usando anche il suo libro per avere notizie, anche cronologiche, che mi aiutino a rendere la storia il più vicino al vero. In attesa di sue risposte, la saluto cordialmente e mi complimento per l'approfondita messe di notizie che il suo libro fornisce.
Marco G. Pellifroni
Finale Ligure (SV)
Egr. Dr. Marino
ho terminato la lettura del suo libro su Colombo. Mi creda, lei ha scritto un libro meraviglioso, ricco di spunti di ricerca. Quello che vorrei dirle é che se le varie indagini genetiche su Colombo ed i suoi possibili discendenti non si rivelassero conclusive, allora sarebbe il momento di riproporre la sua teoria di un legame genetico tra Colombo e papa Innocenzo VIII. Con stima.
Giancarlo Tomezzoli
Monaco di Baviera
laureato in astronomia
Ho letto con piacere “Cristoforo Colombo – l’ultimo dei Templari”, la più recente fatica che Ruggero Marino ha dedicato al grande navigatore, da lui indagato in tanti anni con una cura e una passione instancabili ed esemplari. Non abbiamo documento che Colombo fosse effettivamente un templare o, comunque, un iniziato. Ma ogni lettore – visti i fatti narrati e considerato lo sfondo storico – non può che condividere la tesi del libro: e cioè che Colombo anche nella scelta delle imprese da compiere, e altresì nelle relazioni che intrattenne, fu guidato da una bussola: la bussola d’un superiore ideale. Un grande, perciò, non per effetto del caso o della mera “buona fortuna”.
Gino Agnese
giornalista, scrittore
Presidente della Quadriennale di Roma
Egr. Dott.re Marino,
Ho appena terminato la lettura del Suo ultimo libro, l'ho trovato profondamente interessante. Sono un appassionato del tema delle scoperte e della storia di quei tempi. Ciò in parte è dovuto anche alle mie origini, sono nato a Milano ma mio padre è nato ad Otranto e la "leggenda"/storia ("Lo scriba di Casole") vuole che la nostra sia stata una delle due famiglie scampate al massacro saraceno.
Claudio Antonio Ciatara
Gent.mo Dott. Marino
sono un lettore del Suo ultimo libro su C. Colombo. Trovo questo volume molto importante, e sono molto interessato. Questa Sua opera ha rinnovato in me molti quesiti tra i quali: - perchè tutti traducono " Xpo Ferens " in portatore di Cristo ?.... quando Xpo è già Cristoforo ( portatore di Cristo ) una simile svista da parte di Colombo non mi sembra possibile? - perchè sulla tomba di Innocenzo VIII appare " Dux Ferentilli ", ma non aveva altri titoli più importanti ? Cordiali
Giovanni Tomassini
Caro Ruggero,
ho finito di leggere il tuo libro, bello e "ponderoso", dopo aver visto il film "Il caimano" di Moretti. Non ho potuto quindi non mettere in relazione il tuo Cristoforo Colombo intriso di ideali immensi ed incastonato in un'atmosfera misteriosa, ma ricca di visioni e di auspici per un mondo diverso e unificato, contrapposto alla figura volgare di quel Colombo di Torvaianica. Quello di Moretti, nella sua cornice felliniana, l'ho visto come simbolo voluto dell'involgarimento della cultura e della storia nei nostri tempi. Il tuo Colombo mi è apparso invece come simbolo di un rinascimento forse perduto per sempre,o soltanto da "riscoprire" come hai fatto e saprai fare da maestro. Ciao, e ancora complimenti!
Romano Nobile
pubblicista, scrittore
Roma
La lettura è stata abbastanza agevole, ma tieni presente che io leggo molti saggi storici di altre epoche e dunque, generalmente, sono abituato anche a cose pallose. Comunque il tuo libro non mi sembra affatto tale anche per un lettore che si cimenta per la prima volta con qualche cosa di storico: infatti c'è sempre qualche cosa di sorprendente. La ricerca che c'è dietro credo sia stata eccezionale e devo darti atto di una tenacia davvero rimarchevole.
Giulio Castelli
giornalista e scrittore
Caro dottor Marino,
E' stato per me un vero piacere leggere il suo libro.
Edda Stagno
giornalista, pubbliche relazioni
Il libro? Mi piace lo stile, il groviglio di storie, i condizionali, il fatto esoterico, la scossa allo scientificismo militante padrone e stabilito... mi piace. Il fatto che la Spagna ne esca così non può non piacere ai portoghesi... vecchie amicizie! Per saper di più: sono un professore di Latino e Portoghese, ho insegnato a Napoli all'Istituto Universitario Orientale per sei anni. Lì ho imparato l'italiano. Tra gli altri, ho tradotto in portoghese: Marramao, Ghezzi, Pasolini, Baricco, il papa attuale che non era ancora papa, il cardinale Saraiva Martins... e sto anche traducendo T. Terzani (Un indovino mi disse). Cordiali saluti e a presto
Antonio Rocha
traduttore del libro in lingua portoghese
Finalmente qualcuno trova il coraggio di riportare alla luce un capitolo quantomai oscuro, segnato da personaggi ormai dimenticati. La prosa , didascalica e a tratti allitterativa risulta quantomai fastidiosa e scadente, ma il contenuto è all'altezza della ricerca imposta dal Marino già nel 1997. Ulteriore merito è quello di aver riportato all'attenzione la funzione di Atlantide come possibile copertura di conoscenze geografiche proibite. Tesi peraltro già sostenuta da numerosi saggisti americani (a cominciar dal Donnelly) della fine dell'800.
commento lasciato da Petrus il 16/12/2005 (tratto da Internet Bookshop)
Ottima la ricerca e la ricostruzione storica. Complimenti!
commento lasciato da Rino il 22/10/2005 (tratto da Internet Bookshop)