Rispolvero un vecchio intervento mai pubblicato in risposta al giornalista Rino di Stefano che mi accusava pesantemente di “cretinate” a proposito delle mie ricerche. L’articolo in risposta era diretto alla pagina locale di un quotidiano che non pubblicò niente.
Già nei primi capitoli dei “Promessi sposi” possiamo rilevare un pomposo moltiplicarsi di formule e decreti, là dove la forza vera delle istituzioni (quella di risolvere prontamente le problematiche sopraggiunte) andava di contro scemando, facendosi vuota, o quanto meno inefficace nell’affrontare le crisi. Basti pensare all’ammucchiarsi turbinoso delle grida in risposta al dilagare delle scelleratezze dei cosiddetti “bravi”: sembra quasi che l’unica reazione possibile, di fronte all’impotenza istituzionale, sia alzare il tono, e la violenza, e l’istinto monitore delle forme legislative. Tono, tuttavia, per niente sostenuto da un retroterra di provvedimenti concreti e di altrettanta – presunta – ampiezza. Si tratta pertanto di un approccio destinato a fallire, alla malandata stregua di un educatore capace solo di strillare vani rimproveri, o paventare immani punizioni, di fatto irrealizzabili.
Liberi: Villa Cambiaso - Storici, ricercatori e dilettanti.