Ilaria Cucchi è una donna indubbiamente ammirevole. Ha condotto un’estenuante battaglia per portare a galla la verità circa la morte del fratello Stefano, trucidato da schegge impazzite dell’ arma dei carabinieri. Ma, detto che nessuno merita un trattamento simile, fino a provocarne la morte, nemmeno l’ ultimo dei delinquenti, va precisato anche che del giovane non si può e non si deve prendere ad esempio, perché lui non era affatto ammirevole. E i primi a saperlo pare che fossero proprio la madre e la sorella con cui aveva difficili rapporti. Eppure al suo nome si è fondata un’ Associazione e al concertone del primo maggio la piazza ha scandito”Stefano, Stefano”, come se fosse un eroe. Martire in un certo modo sì, eroe proprio no visto che spacciava droga. Ma questa è una triste vicenda fortunatamente conclusa con il trionfo della giustizia, sia pure in tempi troppo lunghi e con il baciamano che il maresciallo dei carabinieri ha fatto ad Ilaria. Ora però Ilaria si dice disposta a correre come sindaco di Roma e che più di qualcuno glielo ha chiesto. Io mi auguro che l’ idea sia solo un’ infatuazione passeggera, sull’ onda dei consensi che riscuote, della popolarità mediatica conquistata e della fallita candidatura precedente alle elezioni nel Lazio. Il Campidoglio non ha bisogno di dilettanti allo sbaraglio, anche se dotati di ottime intenzioni. Non ha bisogno di giovani donne ambiziose, ma impreparate. Basta guardare come si è ridotta la capitale con la guida di una signora tanto incapace quanto arrogante. Ci perdoni Ilaria, ma lei ne sarebbe la replica. Roma ha bisogno non solo di onestà, ma di una mano forte e diplomatica, che sappia tenere saldo il timone in un mare quanto mai inquinato e sempre in tempesta. Roma non è un diversivo, né un passatempo. Roma è la capitale d’ Italia, un biglietto da visita per tutti coloro che la visitano. Ieri con la corona d’ alloro dei Cesari, oggi con l’aureola delle buche.