Ma queste ci sono o ci fanno? In una gara forsennata alla ricerca dell’idiozia pura, del concetto demenziale, delle affermazioni più arroganti, più ignoranti e più becere. Fra la Boldrini e la Raggi è una bella lotta, ma la Presidenta della camera appena si sente insidiata nel primato è subito pronta a spararle sempre più grosse. Ultimamente ha inanellato una sequenza da Parkinson galoppante spacciandola per fondamentali della nostra vita presente e futura. Secondo i diktat della sciantosa di Sel. E via con la tiritera che i migranti sono un esempio al quale dovremo adeguarci, poi la battuta che il maschio nel concepimento non c’entra niente, a seguire la visita da coatta con tanto di piedi nudi in bella mostra nelle ciabatte da papa Francesco, mentre quando incontra una semplice donna islamica si mette puntualmente il velo. Infine la dichiarazione che le opere del fascismo andrebbero distrutte, perché suonano offesa ai nostri liberatori. Ditemi voi c’è o ci fa? O meglio c’è e ci fa? O è un caso da neuro? A questo punto è evidente che la Raggi per quanto si sforzi si allontani in classifica con i suoi auto-voti ai suoi auto-grandi meriti. Che non sia all’altezza e che non lo sia mai stata, prosopopea a parte, è dimostrato dalle condizioni catastrofiche di Roma. Non c’è un angolo di capitale che non sia la dimostrazione palese della sua inefficienza, della sua assenza. Però il tricolore al collo, di cui si compiace, le dona e lei continua a cinguettare sorda a ogni richiamo. A volte nemmeno quelli dei suoi ventriloqui. Laura e Virginia, due nomi per poeti e per un’Italia da bordello. E pensare che speravamo sinceramente nell’altra metà del cielo nelle stanze dei bottoni.