La politica è l‘arte del camaleontismo, del trasformismo alla Fregoli, del concavo che nello spazio di un batter di ciglia si fa convesso. Monsieur Emmanuel Macron-la-grandeur alza la cornetta del telefono e chiama Conte. Sostiene che lui non ha mai detto le parole che gli hanno attribuito. Con un tratto di bianchetto scompare l’Italietta “irresponsabile, cinica, vomitevole”. L’incontro previsto si farà anche se le scuse non sono venute. Probabilmente non verranno mai. D’altronde non è una novità che la Francia, come la Germania e ora perfino la Spagna, si senta da sempre superiore ai cosiddetti “cugini”. Da trattare con qualche buffetto affettuoso quando si tratta di arte e cultura, ma da rimettere dietro la lavagna non appena il parente povero prova ad alzare la testa. Ne sa qualcosa anche Berlusconi messo alla gogna planetaria con il tandem al risolino ironico Merkel-Sarkosy. D’altronde le colpe sono anche nostre, siamo quelli che siamo, talentosi, ma cialtroneschi, ridotti ad un machiavellismo all’ amatriciana, con un paese dimezzato fra nord e sud e una penisola tanto estesa quanto mai omogenea per marciare unita. Al punto che si potrebbe cantare fratelli d’Italia: per caso. Siamo una sorta di forno alchemico da cui può uscire di tutto. Ieri l’impero romano, poi il Rinascimento fino al ripascimento delle repubbliche che stiamo vivendo. Siamo un paese in picchiata, ma sul fronte dei migranti NESSUNO può farci la morale. Perché nonostante tutto siamo ancora “italiani brava gente”. Ne abbiamo salvati oltre 500.000 dalla bagnarola del Mediterraneo ridotta a un camposanto. Dal 2011 sono arrivati sulle nostre coste in 625.000 lungo quella che è stata definita “la strada più mortale del mondo”. Chi ha fatto non dico altrettanto, ma si è almeno avvicinato a simili cifre? Abbiamo accolti sia i vivi, abbiamo dato una degna sepoltura ai morti. Ieri una nave americana i cadaveri li ha ributtati in mare. Se lo avessimo fatto noi? Certo non tutto va come dovrebbe andare, i centri di parcheggio non sono un esempio di accoglienza, ma non è semplice fare fronte a simili numeri. In una forma di generosità di cui deve essersi accorto perfino il terrorismo, visto che l’Italia sino ad ora non ha subito attentati. Mentre Francia e Spagna, che alzano barriere, che respingono con violenza i disperati e si permettono addirittura di incriminare la pagliuzza negli occhi del vicino, ignorando la trave che è nei loro, sono costrette purtroppo a contare i propri morti. Per questo Conte può andare all’incontro con Macron a testa alta. Sarà anche un’ Italietta, ma è un’ Italietta che quanto a difesa della vita e a empatia verso i diseredati può vantare un primato. Che le parole lanciate con spocchia per dare fiato alla bocca non possono scalfire. Macron o non Macron. Da ultimo un’idea: e se le spese che facciamo, in un’Europa che se ne infischia, le defalcassimo dall’ enorme debito pubblico? In fondo stiamo salvando, da soli, la faccia dell’Europa intera.