Dunque pare assodato. Asia Argento la grande artista, che slinguazza con i cani, che solleva elegantemente l’indice della mano, che della lardosa fascista alla Meloni neomamma, che alza in pugno per avere la protezione della sinistra … che si presenta, dopo venti anni e cinque di fidanzamento con l’orco Weinstein, come vittima della violenza del superproduttore hollywoodiano, è pressoché una pedofila. Ha abusato di un diciassettenne che aveva venti anni meno di lei. Il ragazzino, per quanto “arrapato”, ne è rimasto disgustato, preferendo dimenticare l’esperienza, ma non al punto da rimuoverla, ma ricordandola per farsi risarcire con 380.000 dollari. Pagati dal compagno dell’ attrice, finito suicida. Ora l’ Asia-minore nega, ma foto, messaggini e particolari vari non fanno che confermare l’ ipocrisia abissale di quella che è passata per una delle paladine del movimento “me-too” in difesa delle donne. Confesso che non voglio pensare che quello che ha fatto lo ha fatto unicamente per rispolverare un’ immagine, che stava sbiadendo in fretta dopo le numerose prestazioni artistiche non certo memorabili. Sarebbe troppo cinico e troppo perfidamente lucido per quella che appare una povera sbandata. Preferiamo credere che l’ “argentina de noantri” sia psicologicamente instabile e non abbia mai risolto i pesanti complessi che evidentemente l’ attanagliano fin dall’ infanzia. O che sia rimasta traumatizzata dai film di papà Dario. E che lei sia la prima vittima di se stessa e di quanti l’ hanno circondata. Come possa, dopo quanto ha sbandierato negli ultimi tempi, essere stata eletta a paladina del femminismo rimane uno dei tanti misteri buffi di questo sconcertante paese e dello stesso movimento. Persino la squinternata ex Presidente della camera, la zarina Boldrini, l’ aveva eletta a icona dei diritti femminili, invitandola a non abbandonare l’ Italia; zelante nel reagire in suo favore quando l’ Argento minacciò (?) di andare a vivere oltre frontiera. Proposito sfortunatamente solo ventilato, ma mai attuato. A quel punto le quotazioni dell’ Asia violata sono salite vertiginosamente. Calcolo? Come detto, non voglio pensarlo. Nel frattempo sfilava per le vie alla testa delle manifestazioni anti-mandrilli e veniva contattata per partecipare a trasmissioni ed eventi. Persino sul palco del Festival di Cannes. Ma quando meno te lo aspetti eco spuntare un folletto, ex minorenne, che la ridimensiona nei panni di un raccatta-amori-da-sveltina forte del suo ruolo di regista. Una Weinstein in gonnella senza avere il talento dello stupratore seriale. Sono di queste ore inoltre le lamentele di un amico dell’ attrice stufo di ricevere via Internet le foto della M-Asia desnuda. Ne è scaturito fin dall’ inizio un bailamme che ha portato la poverina alla ribalta delle cronache di tutto il pianeta. Prima, a parte qualche cinefilo italiano, non la conosceva nessuno. Ora il suo nome è diventato noto nel mondo intero. Calcolo? Non voglio pensarlo, ripeto. Ma ho l’ impressione che in questa società alla deriva l’ Argento-troppo-vivo possa trarne ancora qualche utile per rilanciarsi in carriera. Se ci fosse ancora Tinto Brass una proposta l’ avrebbe già ricevuta. Asia sognava l’ oscar? Forse potrebbe accontentarsi di Rocco Siffredi.