LE MORTI SBAGLIATE PROVOCANO EROI SBAGLIATI
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Le morti sbagliate, e purtroppo ideologicamente strumentalizzate, producono eroi sbagliati. E’ accaduto a Genova con la morte di Carlo Giuliani, è accaduto a Roma con la morte di Stefano Cucchi. Due vittime della violenza da parte di rappresentanti dello stato, una violenza ingiustificabile e colpevole. Due morti da condannare senza se e senza ma. Non si trattava però di due santi. Giuliani era un esaltato anarcoide, Stefano uno spacciatore di droga. Hanno pagato con la vita in modo sbagliato, per una reazione incontrollata il primo da parte di un giovane e inesperto difensore dell’ordine pubblico, per un vero e proprio incosciente disegno punitivo di mele marce dell’arma dei carabinieri il secondo. Però da qui a fare di questi due sfortunati giovani una sorta di “eroi” per le nuove generazioni ce ne corre. Giuliani che a sua volta, maneggiando un estintore, rischiava di diventare un assassino, ha addirittura una strada intitolata al suo nome. Ilaria, la sorella di Cucchi, per certi versi ammirevole, è diventata una icona delle televisioni e sicuramente avrà un futuro in politica. Perché spesso sulle morti sbagliate si costruiscono carriere. Ilaria ha rivendicato legittimamente per anni giustizia puntando l’indice accusatorio, ma non ha mai indugiato più di tanto sulla personalità del fratello, che era stato cacciato persino di casa. Questo non giustifica minimamente la condanna per chi, indossando una divisa, è stato capace di un simile delitto. Ma non giustifica nemmeno la beatificazione delle vittime. Carlo e Stefano erano due sbandati, due ragazzi che non riuscivano ad incanalare la propria gioventù nella società in cui vivevano, una società che indubbiamente ha tanti difetti. Ma che rimane ad oggi l’unica in cui convivere nella comune libertà. Libertà che è un privilegio al quale i due attentavano con il loro comportamento fuori dalle regole del vivere civile. Che implica delle costrizioni alle quali sottostare. Per cui chi si ribella esce automaticamente dal contesto sociale per entrare nel vasto campo dell’inciviltà. Diventando, nonostante tutto, bandiere sporche di spregevoli calcoli politico-ideologici.

blog striscione Cucchi

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