Dalla vittoria a Sanremo di Mahmood ho notato che le radio trasmettono sempre più melodie arabeggianti. Cavalcano chiaramente e inconsapevolmente la moda. La canzoni peraltro sono anche gradevoli. Come nel racconto del pifferaio magico: tutti dietro incantati per sparire nell’ abisso. Ma se si riflette la musica è un altro indizio dell’ invasione, in questo caso per fortuna incruenta, dell’ Islam. Le civiltà sono sempre cadute così, affondando nel benessere, nell’ indifferenza, nella superficialità, nella rilassatezza dei costumi, incapaci di pensare di poter essere lentamente fagocitate. Accadde così a Costantinopoli nel 1453, d’altronde i musulmani hanno sempre pervicacemente tentato di invadere l’ Europa e di arrivare a Roma. Pare che ci stiano riuscendo. Una volta a fare da argine era la Chiesa. Ora non più. Anzi in molti casi, come nell’articolo sottostante, ne sta diventando complice.
L'inizio del Ramadan lo scorso 5 maggio ha visto diocesi, parrocchie, ordini religiosi cattolici scatenarsi in una gara di amicizia e solidarietà con i musulmani. In nome di quella fraternità umana evocata da papa Francesco in tanti discorsi e documenti. L'iniziativa più gettonata è il messaggio di auguri per il Ramadan, il mese in cui Maometto avrebbe ricevuto la rivelazione del Corano. Il saluto in lingua lo ha fatto anche l'Ordine dei Frati Minori. La diocesi di Sassari oltre al saluto in arabo introduce anche il calendario islamico. L'altro grande momento di fraternità catto-musulmana riguarda il pasto che interrompe il digiuno, il quotidiano iftar che scatta al tramonto. La Caritas di Catania così ha organizzato per l'inizio del Ramadan una raccolta speciale di beni alimentari che ha poi donato alla locale moschea della Misericordia.
E se questo accade durante il mese del digiuno, possiamo immaginarci cosa accadrà dopo il 4 giugno, con la fine del Ramadan e la festa di Id al-fitr. Per non sbagliare, la diocesi di Mileto, in Calabria, ha già prenotato per una grande cena fraterna tra cattolici e musulmani. Ma non basta: in questo tempo imam e predicatori vari sono invitati a spiegare l'islam ai cattolici. A Torino: nel, giorno in cui la Chiesa ricorda la prima apparizione della Madonna a Fatima, nella Basilica della Consolata il vice-presidente del Coreis, Yusuf Abd Al-Hakim Carrara, ha spiegato perché «I musulmani onorano Maria madre di Gesù». Certamente non come madre di Dio, né come Immacolata Concezione.
In ogni caso è difficile non notare che per la Chiesa in Italia quest'anno maggio sembra essere più il mese del Ramadan che il mese dedicato alla Madonna- Qualcuno la chiama «sottomissione dolce» ma in queste modalità di avvicinamento all'islam avanza il relativismo religioso; proprio ciò che l'allora cardinale Joseph Ratzinger voleva contrastare quando nel 2000 firmò la Dichiarazione dottrinale Dominus Iesus, «circa l'unicità e l'universalità salvifica di Gesù Cristo e della Chiesa».