Una immigrazione seria, controllata e volesse il cielo in qualche caso qualificata, non potrebbe che fare bene ad un paese invischiato nella spirale per ora irreversibile del “non facciamo più figli in compenso prendiamoci un canetto che ci esime da grandi responsabilità”. Ma l’ afflusso senza soste di cui è vittima, sì vittima, l’ Italia avviene in maniera diversa da ogni precedente e fuori da ogni regola. E’ questo il problema di fondo che angoscia gli italiani e che gonfia l’ elettorato di Salvini. In un fenomeno che ha il sapore, purtroppo, di un’ invasione. Non basta dire “non possiamo accoglierli tutti”. Questo è solo un aspetto che nasconde il vero pericolo di fondo. Che consiste nel fatto che questo afflusso indiscriminato avviene, diversamente da altre migrazioni passate, da parte di povera gente (nella maggioranza) che ha un unico comun denominatore: la fede islamica. In questo senso ci troviamo di fronte a un arrembaggio di persone che rifiutano il modello di vita occidentale, che sono quasi sempre restie ad integrarsi e che in più di un caso vorrebbero integrare noi ai loro costumi. E’ lapilissiano che si sarebbe costretti a vivere in una conflittualità permanente, grazie anche al lassismo di cui sta dando prova la Chiesa, baluardo nei secoli ai disegni dell’ Islam. E’ su questo punto che dovrebbero riflettere i buonisti senza se e senza ma. Nessuno vuole che la gente soffra, tanto meno che affoghi nel Mediterraneo. Salvare vite è imprescindibile. E’ nobile. Ma strano che di questa nobiltà l’ Europa non si curi e ci faccia anche la reprimenda. L’ Italia è in economia il fanalino di coda dell’ Europa. Gravarla di un ulteriore handicap significa volerle far fare la fine della Grecia. Forse è la punizione per chi vorrebbe, sia pure in modi a volte sgangherati, rialzare la testa, mentre dovrebbe restarsene sull’ attenti ai margini, lasciando il potere come sempre nelle mani di Germania e Francia.