IL GIOCO DELL’OCA DEL PARLAMENTO INCAPACE
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Il gioco dell’oca è finito. Dopo le giravolte siamo tornati al punto di partenza. Si cercano vincitori e sconfitti. Gli unici vincitori sono quelli che rimarranno attaccati alla greppia e che temevano di dover rinunciare al furto della pensione. L’unico sconfitto è il popolo italiano. Preso in giro per intere giornate. Deve essere un “patriota”, deve essere “super partes”, un nome “condiviso”. “Stanotte tenete accesi i telefonini”. Il tutto alla faccia delle faide interne nei partiti e delle faide fra partito e partito; agli interessi degli eletti, mai degli elettori. Nomi gettati al vento come le figurine. Per un risultato che si conosceva da tempo, nonostante la pantomima del padre della patria, che faceva gli scatoloni e affittava appartamenti. Che diceva di no per tornare a grande richiesta col sorrisino mellifluo. In un mistero per l’amore e gli applausi della Scala verso un Presidente della Repubblica, che davanti allo sfacelo del Consiglio Superiore della Magistratura non ha battuto praticamente ciglio. Che pareva rispettoso dell’ineleggibilità del capo dello stato, ma che si presta, fintamente rammaricato, al “rieccolo” con una capriola. In un Parlamento in cui la mentalità del Razzi-Crozza è quella ormai dominante. Con un Salvini che fa l’ingenuo trottolino ed un infido Letta che lo aspetta al varco per fargli quello che era stato fatto a lui: “Matteo stai sereno”. Poi lo sconquasso, la notte dei lunghi coltelli, la vergogna. Tremonti profetizza “sorci verdi”. Non bastavano i pipistrelli.

blog Mattarella Presidente della Repubblica 2022

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