Buenos aires 04/01/2019
Le navi, una dozzina, beccheggiavano al sole, i soldati staccavano il cordame dagli alberi e ammainavano le vele, i marinai armeggiavano attorno alle sartie, gli stralli e i paterazzi cigolavano; le scialuppe erano state tirate sulla spiaggia e avevano lasciato dietro di se un solco come la bava di una lumaca; l’aria trasudava di umori, l’odore salmastro del mare si mescolava al silenzio, mentre uomini dalle pelli arroventate dal sole e dalla salsedine rispondevano alle invocazioni del sacerdote … Dev’essere stata così, 525 anni fa, esattamente l’Epifania del 6 gennaio dell’Anno Domini 1494, il momento della prima messa nelle terre da poco scoperte. L’ammiraglio Cristoforo Colombo era al suo secondo viaggio, questa volta con il proposito e le istruzioni reali di consolidare l’avamposto raggiunto nel 1492. Nel primo viaggio aveva lasciato sul posto 39 uomini, ma trovò distrutta la fortificazione e cadaveri i marinai. Decise di fondare una nuova postazione più ad est, chiamandola “La Isabela”, considerato il primo vero insediamento europeo nelle Americhe.
I registri della navigazione marittima dell’epoca registrano la partenza di una flotta di 17 imbarcazioni, cariche di animali, piante, semi, provviste e mezzo migliaio di uomini, per lo più soldati, alcuni funzionari della corona nelle vesti inusitate di nuovi amministratori, qualche artigiano, dei coltivatori e una dozzina di missionari di differenti ordini religiosi. L’ammiraglio genovese sapeva, e probabilmente i religiosi al seguito la portavano con sé, che l’anno prima, il 3 maggio 1493, Papa Alessandro VI aveva scritto di suo pugno le bolle pontificie Eximiae devotionis e Inter cetera che reclamavano ai sovrani spagnoli il loro dovere di prendersi cura degli indigeni delle nuove terre scoperte «per condurli alla conoscenza del Santo Vangelo e ammaestrarli nelle buone opere con giustizia e mansuetudine».
Gli annali annotano anche che il primo atto in questo senso lo compì un sacerdote dell’equipaggio di Colombo di nome Bernardo Boyl, che officiò messa in una cappella improvvisata dedicata alla regina Isabella in quella che era conosciuta all’epoca come Hispaniola, l’attuale Repubblica Dominicana. Nello stesso punto, “un buon punto, anche se esposto al vento di nordest”, annoterà un altro e più celebre frate, Bartolomeo de Las Casas, vennero iniziati anche i lavori per la costruzione della prima fortezza, pensando più alle mire dei pirati inglesi che agivano in funzione antispagnola che alle ribellioni delle nuove popolazioni incorporate all’impero dei sovrani cattolici.
Sappiamo dagli storici suoi biografi che Cristoforo Colombo si ammalò e passò le prerogative di governo conferitegli dalla Corona spagnola al fratello Bartolomeo, giunto con tre caravelle giusto in tempo per ricevere le consegne. Una parte degli spagnoli trasportati nel Nuovo Mondo sulle navi di Colombo non furono contenti della decisione; lo stesso padre Boyl si unì agli ammutinati e tornò in Europa. Non prima di aver consacrato nel giorno dell’Epifania di quell’anno, il 1494, la Hispaniola e i suoi abitanti, nativi ed europei, a Dio fatto Eucarestia nel suo Figlio Gesù Cristo.
Di quel primo celebrante non si hanno molte notizie, solo che fu monaco e poi eremita in Montserrat, che venne ordinato nel 1481, che esercitò per un periodo le funzioni di abate. Boyl incontrò personalmente l’eremita italiano Francesco da Paola e passò all'Ordine dei Minimi fondato da quest’ultimo, che lo nominò suo vicario generale in Spagna. Quando Ferdinando il Cattolico volle riformare il monastero di Montserrat nella direzione di una maggiore austerità, Boyl venne nominato vicario apostolico, fu poi inviato in India come un uomo di sua fiducia per dare impulso all'evangelizzazione del Nuovo Mondo. Con questa missione nel 1493 fu posto a capo del primo gruppo di religiosi che andrà con Colombo nel suo secondo viaggio, ottenendo per questo poteri molto ampi da papa Alessandro VI. Al ritorno conduce alcune missioni diplomatiche per conto del Papa e successivamente del cardinal Cisneiros, il potente inquisitore del Regno di Castiglia. Terminerà la sua vita come abate nel monastero di san Michele di Cuxa nei Pirenei orientali, dove si ritiene che sia morto intorno al 1507.
Ci sono voluti 525 anni perché la Chiesa avesse un Papa nativo di quelle terre allora scoperte e battezzate. Papa Francesco non sarà presente alla commemorazione che si rinnova anche quest’anno nello stesso giorno e nello stesso punto in cui iniziò «una grande messe di cristiani, che oggi rappresentano più della metà dei cristiani del mondo». In sua vece, presiederà la storica celebrazione commemorativa una persona a lui vicina, il cardinale di El Salvador, Gregorio Rosa Cháves.
Per la verità con padre Boyl, omonimo di un altro monaco richiesto da Colombo, iniziarono le sventure dell’ Ammiraglio. Il piano di Ferdinando di espropriare il navigatore dei suoi incarichi e di quanto gli spettava, una volta scomparso il papa ”sponsor” e genovese Innocenzo VIII, una volta insediato il papa spagnolo Alessandro VI Borgia non poteva andare che a buon fine.