UNA PIRAMIDE A ROMA FU FATTA SPARIRE DA PAPA BORGIA
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Oltre alla piramide di Caio Cestio a Roma esisteva un’altra piramide in ambito vaticano. Che cambiò di luogo fino a essere posta in borgo dove era ancora presente durante il pontificato di Innocenzo VIII, Giovanni battista Cybo, il papa “sponsor” di Colombo. Si trovava nella zona di borgo, più o meno dove si apre ora via della Conciliazione. Finché non fu rimossa da papa Borgia nel 1499. Sarebbe interessante conoscerne il perché.

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decorazione

Roma antica scopre il fascino della cultura egizia nel I secolo a. C., dopo la conquista di Giulio Cesare e Augusto. Da quel momento, si moltiplicano le testimonianze egizie nella città. Vengono in mente gli obelischi, ma non erano di certo soli. Pensiamo alla Piramide Cestia, la tomba di un ricco uomo politico; rivestita di marmo di Carrara, è sopravvissuta ai saccheggiatori di marmo perché inserita nelle mura difensive, come torrione fortificato. Ma non era la sola piramide presente a Roma. Una si ergeva nell’area oggi occupata dalla chiesa di Santa Maria dei Miracoli a piazza del Popolo. Un’altra piramide si trovava in area vaticana, all’inizio della attuale via della Conciliazione; è stata demolita nel 1499, ma compare nella porta di bronzo progettata dal Filarete per la Basilica di San Pietro e nell’affresco “L’apparizione della croce”, opera di Giulio Romano nella Sala di Costantino dei Palazzi Vaticani. Obelischi e piramidi: un angolo di Egitto sul Tevere. Ma in città erano presenti anche templi e sacelli (piccoli edifici sacri) dedicati alle divinità egizie, in particolare Iside (iseo) e Serapide. Purtroppo, rimane poco. Il tempio più importante, l’Iseo e Serapeo campense, era posizionato nella zona del Pantheon. I resti si trovano sotto il palazzo del Seminario e le chiese di Santa Maria sopra Minerva e Santo Stefano del Cacco. Il bizzarro nome di quest’ultima chiesa deriva dal ritrovamento di una statuetta del dio egizio Anubis con la testa a forma di cane: i romani, credendo fosse una scimmietta, la avevano chiamata “macacco”, in seguito “cacco”. Dal tempio campense provengono gli obelischi di piazza Navona, piazza della Rotonda, piazza della Minerva e piazza dei Cinquecento. Sulle pendici del colle Quirinale si trovava il Tempio di Serapide: i resti sono oggi visibili tra palazzo Colonna e l’Università Gregoriana di piazza della Pilotta. Anche sull’Aventino esisteva un tempio dedicato a Serapide; ciò che rimane, giace sotto la chiesa di Santa Sabina. Fra via Labicana e il Colosseo, si posiziona piazza Iside. Un luogo di culto di rilievo: oggi, inseriti fra i palazzi novecenteschi, si possono ammirare gli imponenti resti. Numerose le sculture egizie in città: la statua del Nilo, oggi nel Museo Chiaramonti in Vaticano; i due leoni che decorano la Fontana dell’acqua Felice all’angolo di via XX settembre; i leoni ai piedi della scalinata del Campidoglio; una statua in piazza San Marco, adiacente piazza Venezia, raffigurante Iside o una sua sacerdotessa ( i romani , che la annoverano tra le cosiddette statue parlanti, la chiamano Madama Lucrezia). Ancora, un grande piede di marmo, dà il nome alla omonima via, di una statua di culto egizio; e, per finire, una gatta in marmo murata sul cornicione di palazzo Grazioli: naturalmente, ci troviamo in via della gatta.

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