RIAFFIORA IN VATICANO LA BELLEZZA DEL CORTILE DEL PAPPAGALLO
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Il Cortile del Pappagallo è un luogo davvero magico. Seguiva alla loggia della Benedizione il Palazzo pontificio che da questo lato aveva il suo ingresso principale. Varcatane la soglia, si entrava nella lunga corte “ubi cardinales descendere solent” fiancheggiata, a sinistra, dalla Curia di Innocenzo VIII che la
separava dall’atrio della basilica. Un secondo cortile era quello chiamato “del Maresciallo”. Nell’ala di portico rimasta si scorgono le armi di Paolo lI. Qui era l’ingresso alla parte più intima dell’abitazione pontificia. Oggi ancora è “in situ” la porta con l’arme di Pio II tenuta da due putti, cui lavorò Antonio di Giovanni da Milano. Dopo questa porta, si trova il Cortile del Pappagallo.
La storia del restauro, raccontata da Marina Tomarro ai microfoni della Radio vaticana, inzia con un ritrovamento casuale partito dalla scoperta di una traccia di pittura azzurra all’altezza di venti metri su una delle mura del Palazzo Apostolico in Vaticano. Nasce da lì lo studio e il rilevamento pittorico del Cortile del Pappagallo.
Maria Mari, curatrice del volume “Cortile del Pappagallo – Hortus Conclusus”, edito dalla Libreria Editrice Vaticana, ha spiegato che “questo lavoro in realtà non è nato dallo studio della residenza pontificia, non è partito quindi da uno studio storico. In realtà, la sorpresa è stata questa: quel giorno, volgendo lo sguardo su un prospetto molto alto – venti metri – siamo rimasti impressionati da quel frammento azzurro, perché ci ha ricordato l’azzurro del Giudizio Universale. È da lì che è nata la ricerca storica di capire, in un cortile su fronti esterni, la necessità di dipingere, forse, di nuovo del verde all’interno di un verde vero, naturale, come quello, appunto, del Giardino del Belvedere, delle erbe medicinali, delle vigne papali. Quindi è stato un viaggio affascinante che ci ha portato a questa cinta chiusa, dove abbiamo immaginato Pio IV che, chiuso il quarto lato, godeva di questa bellezza”.
Proprio lo studio di questa figurazione pittorica, voluta da Papa Pio IV,  ha svelato le meraviglie dei suoi affreschi, ormai in parte completamente rovinati, che raffigurano un hortus conclusus, popolato da fiori colorati, piante rare ed animali esotici a ricordare, nella sua bellezza, il paradiso terrestre. “C’è un velo di magia, di mistero, perché noi – ha osservato l’architetto Mari, vediamo la cinta muraria, i tralci della vite, i vasi; non vediamo l’uomo: l’uomo è al centro di questo cortile?
Questo non si sa, perché negli apparati decorativi delle facciate grafite di solito erano rappresentati anche dalla parte umana. In questo cortile – ha concluso la curatrice – questo non si trova. Noi non lo abbiamo trovato e lo stiamo cercando”.

Palazzo di Diocleziano Spalato        Cortile del Pappagallo 1         Cortile del Pappagallo 2

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