LA SCOPERTA DEL 1492 AFFIDATA ALLE ONDE PER PAURA DI NAUFRAGARE
Condividi:

Dal Diario di Fernando Colombo, il figlio di Cristoforo : “Feci un altro legaccio simile a quello e lo accomodai nell’alto del castello di poppa acciò che, sommergendosi il naviglio (cioè la Nina), rimanesse il barile sopra le onde in arbitrio della fortuna”.
E’ 14 febbraio del 14931493: rientrando dal primo viaggio le due caravelle superstiti, la Pinta e la Nina,vengono investite da una tempesta. La Pinta scompare all’orizzonte. A bordo della Nina con tre strazioni si fanno voti di pellegrinaggio alla Madonna di Guadalupe, alla Madonna di Loreto e a Santa Clara di Moguer. E un’ulteriore promessa di andare in abiti da pellegrini alla prima chiesa dedicata alla Madonna, se riusciranno a salvarsi. Ma a quel punto Colombo per non rischiare che la sua impresa rimanesse sconosciuta qualora il fortunale avesse il sopravvento scrive una pergamena ai re Cattolici informandoli dell’avvenuta scoperta. Il foglio una volta sigillato viene custodito in una tela incerata per difenderlo dall’acqua marina e messo in una “torta o focaccia di cera” e alla fine affidato ad un barile, insieme con una promessa di mille ducati a chi lo ritroverà il barile facendo pervenire a corte la pergamena. Dopodiché il barile viene affidato alle onde del mare. Inutile aggiungere che non lo si trovò mai.

L’illustrazione è di Tancredi Scarpelli (Napoli 1866- Roma 1937).

Tancredi Scarpelli Disegnatore ed illustratore              nave mare tempesta

Clicky