Colombo nella sua corsa all’oro inseguiva il mitico tempo dell’oro ed un nuovo mondo ideale. Un’idealizzazione dello stato era stata compiuta anche da Cicerone nel “Sogno di Scipione”, che rimandava alla “Repubblica” platonica. Cicerone, parlando della immortalità dell’anima, usa frequenti riferimenti astronomici ai pianeti “sferici e rotondi”. Fra i quali la terra «quasi inghirlandata e circondata da alcune zone, delle quali vedi che le due più distanti tra di loro e appoggiate dall’una e dall’altra parte agli stessi vertici del cielo sono irrigidite per il gelo, mentre quella centrale e la più grande bruciata dall’ardore del sole. Due sono abitabili, delle quali quella australe, nella quale coloro che vi abitano tengono i piedi opposti a voi (antipodi, n.d.a.), non ha alcuna relazione con voi».
Che la terra fosse rotonda, come avevano compreso gli antichi, era palese anche dalle monete romane. Il culto dei Greci e dei Romani, nella suggestione alimentata, fra l’altro, dai continui reperti, che nel Rinascimento venivano ad arricchire le collezioni di papi e cardinali, di nobili e signori, era quanto mai viva al tempo e prima di Colombo. Le prove provate che la terra fosse una sfera, nei testi di «ecclesiastici e laici, latini, greci, giudei e mori», sono un’infinità. Anche il Medioevo, sia pure limitatamente a cerchie ristrette, ne doveva essere perfettamente al corrente.
Resta da comprendere il rebus di come si sia potuto contrabbandare nei secoli la falsa credenza che il pianeta abitato dall’uomo fosse una tavola. Quando il divino consisteva nell’armonia sferica dei mondi celesti. La terra piatta è stata una immane mistificazione. Chi aveva contribuito a divulgare la menzogna, chi se ne sarebbe giovato? C’era qualcosa, forse un continente da “secretare”? Qualcosa che, attraverso lo scorrere del tempo e vicissitudini varie, ha finito con il restare effettivamente secretato? Ma che lo stesso scorrere del tempo e l’ampliarsi dei viaggi e delle conoscenze avrebbe dovuto fare necessariamente riaffiorare?