Mentre a New York City si litiga sulla statua di Cristoforo Colombo, l'omaggio al viaggiatore si trova a Columbus Circle, in Portogallo, lo storico Fernando Branco mette in dubbio le origini dello scopritore d'America: "È un corsaro portoghese e non figlio di lanaioli genovesi". Tutto da verificare. Però, questa volta alle varie tesi, sono almeno otto le città che si contendono i natali dell'esploratore, il giallo sulla nascita di Colombo sarà risolto dalla prova del Dna. Lo studioso, infatti, ha ottenuto l'autorizzazione ad aprire la tomba della famiglia Ataíde. In particolare, alcuni esperti dell'Università di Coimbra, capeggiati dall'antropologa forense Eugenia Cunha, hanno esumato i resti di un cugino di primo grado di Pedro.
E chi è Pedro? Branco, dell'Istituto Superiore tecnico di Lisbona, sostiene che Colombo sia in realtà Pedro Ataíde, un pirata portoghese del XV secolo. Il cacciatore di tesori, dato per morto nella battaglia navale di Cabo de São Vicente (1473), in realtà si sarebbe salvato e avrebbe cambiato nome per via dello scomodo cognome. All'epoca, gli Ataíde erano perseguitati nel paese, da quì il cambio in Pedro Colón o Culon. Un cognome scopiazzato da un altro pirata francese che combattè al suo fianco. E se a New York basta la parola del sindaco Bill de Blasio a calmare gli animi, "la statua resterà al suo posto", ma sarà aggiunta una "targa informativa sulla sua vita di Colombo e sarà realizzato - nelle vicinanze - un monumento dedicato alle popolazioni indigene", a placare l'inquietudine di Branco saranno i risultati delle analisi. "Sono quasi certo che Colombo sia Pedro", ha dichiarato lo studioso che nel suo libro 'Cristobal Colon, nobile portoghese' evidenzia 60 coincidenze fra la vita dei due uomini. È solo questione di mesi. La prova del Dna metterà tutti d'accordo. E dato che - a prima vista - le ossa esumate presentano un buono stato di conservazione, il giallo sulla nascita dell'esploratore più famoso al mondo potrebbe essere svelato. Nel frattempo, gli storici potranno continuare a discutere sui molti indizi su Colombo non supportati da fonti scritte.
Colombo è ormai da tempo un’acquasantiera. Tutti vi ci immergono le mani quasi sempre non con l’intento di fare luce o di ricercare la verità, ma soltanto con intenti di bandiera e nazionalistici. Anche il Portogallo ha da sempre sostenuto che il navigatore abbia la sua culla in terra lusitana. Peccato che i testi coevi degli storici lusitani del tempo di Colombo parlino sempre di un italiano e di un ligure. Per cui quella di Fernando Branco appare come l’ultima boutade circa le origini dell’ Ammiraglio convertito in un pirata. Dizione anche impropria, perché Colombo da buon cavaliere del mare era un corsaro, dedito cioè alla guerra da corsa contro i musulmani. In una cosa concordiamo con lo scrittore portoghese: circa le nobili origini di Cristoforo Colombo. E sul fatto che un paio di volte su circa un migliaio lo abbiamo incontrato chiamato Pietro. Quanto al Dna è ormai purtroppo notorio che a distanza di tanti anni può essere facilmente confutato. Nondimeno noi speriamo che prima o poi si faccia con i discendenti di papa Innocenzo VIII.
Nelle foto il monumento alle scoperte a Lisbona