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Le ragazze del duemila,
morbide e vellutate
fragili e delicate
solo all’apparenza,
hanno gambe scolpite
dai pantaloncini di tela
da minigonne inguinali.
Paiono fuggire impudiche
da un quadro di Balthus
da uno scatto di Avedon
fra fumi e soffici veli
moderne Salomé
in cerca di scalpi.
Hanno forme slanciate
come le onde o le dune
e profumano in fiore,
carezze allo sguardo
di un essere stanco
piegato dagli anni.
Ahi quel sentore lontano
di carne giovane e liscia
di femmina in boccio,
di erotici giochi
con la pelle d’argento
sotto un cielo di luna.
Le ragazze del duemila
corazzate pulzelle
armate del loro corpo
consapevoli e lucide
di un vigore seducente
si trasformano negli anni:
da crisalidi leggiadre
da farfalle sospese
alle seduzioni di Newton
in un gioco anche sado
con i tacchi a spillo
ed il pube prominente.
Farfalle che talvolta
la voglia pazza
di uomini senz’anima
infilza con gli spilli
nell’agguato più vile.
Le ragazze del Duemila
le osservo e le ammiro
come guardo un quadro
come leggo una poesia
come ascolto una canzone.
Ho collezionato figurine,
ho collezionato monete,
ho collezionato francobolli,
ho collezionato altro ancora
delusioni, amarezze, tradimenti …
ho inventato tanti amori
avrei dovuto collezionare
solo fanciulle in fiore.

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