Justin Sun + banana + Maurizio Cattelan
Justin Sun + banana + Maurizio Cattelan
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L’inno delle banane diventò famoso cantato con il calypso di Harry Bellafonte. Era il coro degli schiavi neri, che caricavano i caschi del frutto su di un battello.

Era la banana dei diseredati, dei poveri, degli ultimi. La cantava anche Alberto Sordi sui palcoscenici di un varietà. E’ triste dover citare il Vannacci de “il mondo alla rovescia”? Oggi la banana è il simbolo degli arcimiliardari, delle fortune sfacciate e ofane. In un torneo di compratori, la banana è stata aggiudicata all’asta per la cifretta di 6,2 milioni di dollari (35 centesimi di dollaro al mercato): una banana vera fissata su una tela, con un nastro adesivo grigio. Il proprietario è il giovane “tycoon” delle criptovalute Justin Sun. L’“opera”, o meglio la brillante operazione, è di Maurizio Cattelan, un cosiddetto “artista-speculatore”, noto in tutto il mondo, per le sue eccentriche provocazioni. Anche lui arcimiliardario, ma in grado di dare un senso, esaltato dai cosiddetti critici, alle idee più strampalate, spacciate per opere d’arte, valide tutt’al più per un manifesto, una vetrina o uno spot pubblicitario. L’Arte con la A maiuscola è soprattutto emozione, empatia di sensazioni, in qualche caso estasi ai limiti del malore, come nel caso della “sindrome di Stendhal”. L’acquirente ha detto che mangerà la banana. Siamo arrivati così all’arte di pancia, all’arte viscerale, all’arte della bocca e della bocca dello stomaco. All’arte forse meglio stomachevole. Mentre “il mondo alla rovescia “impazza sempre più. Per cui Tik Tok cancella la Venere del Botticelli: perché è nuda. Il “capolavoro” della banana “per fortuna” si salva forse perché non è sbucciata.

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