Continua il grande spettacolo delle maschere italiane, che popolano la gran commedia della non-arte della politica italiana. Capitan Fracassa Poletti maramaldeggia contro i giovani che vanno all’estero: “Meglio toglierseli dai piedi”. Colombina Moretti, la graziosina che viene bene in tv, si dà malata circa gli impegni costituzionali, ma è in vacanza in India, il nano Brunetta si incavola con la conduttrice televisiva e le intima di chiamarlo presidente, professore o quanto meno onorevole come terza scelta, conscio che oggi non sia un gran titolo da sbandierare. Ricordando il Sordi del marchese del Grillo: “Io so’ io e voi non siete un caz …”. La sciantosa Maria Elena Boschi, altra versione della Colombina, quella che si sarebbe ritirata qualora avesse vinto il no, ha sgranato gli occhi cerulei ed è ancora in sella sulla poltroncina. Come la terza Colombina, la botticelliana Madia, trombata e riciclata. Come infine la Ragonda servetta bugiardina, il neo ministro dell’istruzione, che minacciava anche lei di scomparire dopo la sconfitta ed invece rivendica una laurea o una licenza che nemmeno ha. A meno che non si intenda come dicastero della ricerca, altro ruolo che le è stato assegnato. Balanzone Bersani dall’Emilia invia a Renzi un velenesossimo: “Stai sereno”. Lo Stenterello Giachetti, in un’assise di partito di “primaria” importanza se la prende con l’avversario, confondendo la faccia con il culo. Nella scia di Capitan Spaventa Grillo che la parola la usa ormai come se fosse un mantra. E via così in una proliferazione di arlecchini servitori di due padroni. E poi non lamentiamoci se passiamo per il paese di Pulcinella.