Stiamo assistendo alla mutazione genetica e silenziosa di un Paese. Di quello che per due volte, con i Romani e il Rinascimento, è stato faro della civiltà occidentale nel corso della storia. Credo un caso unico. Purtroppo al decadimento attuale, colpa di svariati fattori (la politica innanzi tutto), si aggiunge il rischio di un allontanamento progressivo, ma tutto sommato rapido, da quelle eredità. Si assiste difatti allo spopolamento della parte giovane e migliore dell’ Italia, nella stragrande maggioranza laureata, che cerca all’ estero un futuro che lo stivale non è più in grado di assicurare. Un vuoto riempito dall’ affluenza di un’ umanità di colore o meno, di difficile integrazione, di religione diversa, di costumi diversi, di cultura diversa, quando non di una subcultura dovuta alla povertà e alla miseria o di una autentica appartenenza al sottobosco del crimine. Esportiamo cervelli, importiamo persone che possono andare a riempire, nel migliore dei casi, la bassa manovalanza. Ne consegue un abbassamento del livello medio della popolazione. Fenomeno che farà felice solo la Boldrini e che non accade in altre parti dell’ Europa, per cui l’ Italia, già considerata un anello minore della catena europea, continuerà ad allontanarsi sempre di più dagli standard continentali. Se si andrà avanti in questa direzione non rimarrà che il passato per una parte residua degli italiani sopravvissuti, un passato che l’altra parte ignorerà, probabilmente in molti casi rinnegherà o non saprà cosa farsene. In una spaccatura foriera solo di incomprensioni e di regressioni . C’è solo da sperare di non avere ragione.