L’USCITA DI SCENA DI GIUSEPPE CONTE
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Non ho mai avuto una particolare simpatia per l’avvento di Giuseppe Conte alla Presidenza del consiglio. Una elegante presenza, per il resto l’ho considerato sempre un intruso, un miracolato sul tratturo impervio e arlecchinesco della politica italiana. Un avvocato uscito dal cappello a cilindro dei grillini, ultimo clamoroso esempio di assalto alla diligenza, forti soprattutto del camaleontismo e dell’ incompetenza. A loro volta miracolati da un comico miracolato. Non mi pare che il suo governo abbia combinato granché, d’altronde gli uomini che lo circondavano erano quelli che erano. La prima bozza del “recovery plan” a detta di tutti era un disastro. C’è voluto lo sfrontato camaleontismo di Renzi per renderla migliore. Però l’uscita di scena mi è piaciuta. Primo perché non ha accettato nulla di quello che presumibilmente gli sarà stato offerto. Secondo soprattutto per come è stato salutato dal personale di Palazzo Chigi. Tutti nel cortile e alle finestre ad applaudire per il saluto. Il che prova che mentre gli amici della politica già lo consideravano un superato, chi ha vissuto a contatto con lui tutti i giorni gli ha voluto testimoniare un apprezzamento e un affetto. A dimostrazione che dietro la patina del supermediatore, costretto a barcamenarsi fra eterni litigi e che a volte ha strafatto in personalismi, l’uomo e la persona ci sono. Forse ho sbagliato. Gli sia reso l’onore della armi.

Cristoforo Colombo ritratto Fermo 1

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