Forse vale la pena di passare per fascisti, rischiando in futuro di votare per lei per pura solidarietà. Sinceramente non riesco più a sopportare le offese dei vari trucidi e delle varie trucide nei confronti di Giorgia Meloni. Passi per quella sgallettata di Asia Argento, che le diede della “fascista lardosa” dopo una recente maternità. Il colmo è che ora a superarla ci si mette un tizio, che si dice professore, tale Giovanni Gozzini, ordinario presso il Dipartimento di Scienze Sociali, Politiche e Cognitive dell'Università di Siena. In una trasmissione radiofonica regionale ha definito la Meloni "pesciaiola”e "ortolana con tutti il rispetto per la categoria … rivolta a Draghi ha detto lei è famoso per questa frase, whatever it takes, io le dico, ripeta whataver it takes per l'Italia. Per l'Italia! Siamo ancora a questo nazionalismo retorico, demenziale, ignorante. Io non posso vedere in Parlamento gente simile, di un'ignoranza di questo livello, che non ha mai letto un libro in vita sua, che può rivolgersi da pari a pari a un nome come quello di Mario Draghi". Ma al peggio non c'è mai fine, Gozzini non demorde: "datemi dei termini: una rana dalla bocca larga? Una vacca? Una scrofa? Cosa devo dire? Cosa devo dire per stigmatizzare il livello di ignoranza e presunzione". Probabilmente Gozzini verrà sponsorizzato a sinistra dove chi infama chiunque non appartenga al pensiero unico viene ingiuriato senza colpo ferire. Specie quando le sue fortune politiche sono in vertiginosa crescita. La Meloni è madre, è donna prima che essere una donna politica. Nel passato non ha avuto grandi segnali di attenzione da parte delle suffragette del “me too”. Tanto meno dalle sinistresi che urlavano “se non ora quando?”. Gozzini parla e straparla di ignoranza. Se si guardasse allo specchio ne scoprirebbe il ritratto.