IL CARAVANSERRAGLIO DI SANREMO
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Mancava qualcosa per completare l’esibizione e accontentare tutte le frange possibili dei telespettatori di un Festival di Sanremo nel quale il direttore artistico ha mescolato di tutto e di più. Puntuale è arrivata l’icona gay con Drusilla en travesti, fra l’altro non invadente e sufficientemente spiritosa Ma nei ricordi del giorno dopo spuntano strani figuri. Come un sosia di Frankenstein, che aveva più piercing e tatuaggi di Achille Lauro, una sorta di saltellante clown-puffo rosa, con cantante che inneggia al deretano e riesumazione del pugnetto chiuso. Ma nel complesso quello che emerge in maniera evidente è una specie di preoccupante mutazione. Le donne sono rimaste donne. E gli uomini? Hanno riesumato il decolletè totale, quando scendono le scale hanno strascichi da soubrettes, hanno reinterpretato il trucco e parrucco e le mises a loro uso e costume in modo inquietante. Ed è in questo sgangherato caravanserraglio che si è in inserito il guru Roberto Saviano. Nulla da dire sulle sue parole, anche se ha dimenticato addirittura Della Chiesa ed ha finito poco elegantemente con lo spot del suo prossimo programma. Ma si può parlare di vittime della mafia e dello stato in un contesto da circo equestre come quello di Sanremo? Più che una commemorazione è sembrata una profanazione. Da ultimo i giornali che fanno un peana quotidiano al Festival e il pubblico che salta e balla come non era mai accaduto. Fosse un effetto collaterale del vaccino? Questa volta positivo: per auspicare una ritrovata libertà. Balla che ti passa. Ultimissime: Mattarella telefona ad Amadeus, Bergoglio va da Fazio. Vuoi vedere che ci ritroviano Fedez e Chiara Ferragni come la nuova sacra famiglia?

IL CARAVANSERRAGLIO DI SANREMO

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