Nel 1492, nell’arco di tempo compreso fra agosto ed ottobre, si perfezionò la quadratura del cerchio. Facendo ricongiungere, come scrive di suo pugno Cristoforo Colombo, l’alfa e l’omega (evidentemente conosceva anche il greco), il principio e la fine. Colombo in effetti la realizzava con un mondo finalmente sferico. Inteso geograficamente e spiritualmente, visto che pensa di avere raggiunto il Paradiso terrestre. Che secondo le credenze del tempo era posto all’estremo Oriente. In una sintesi che abbiamo cercato di fare con la misteriosa firma di Colombo. Dove il cerchio rappresenta il cielo e il quadrato la terra, secondo il simbolismo del tempo. La prima e ultima lettera dell’alfabeto greco, usate nell’Apocalisse (1,8: «Ego sum alpha et omega, principium et finis»; cf. 21,6; 22,13) solo l’equivalente dell’eterna essenza del Cristo. Alla fine del terzo secolo le lettere nei loro segni (A, ω, Ω, anche nella corrispondente forma latina AO), passarono nell’arte cristiana, specialmente in opposizione all’arianesimo. Spesso si trovano in unione al monogramma di Cristo. Nelle monete imperiali l’introduzione del simbolo e del monogramma risale all’anno successivo alla morte di Costantino.
Al centro l'enigma di un'incisione alchemica, che mostra il matrimonio celeste di Sole e Luna, uniti da un anello nuziale di stelle dorate completato dal globo terrestre: Oriente e Occidente si congiungono finalmente come le parti di un perfetto ermafrodito. A destra l’Uroboro (dal greco οὐροβόρος, dove οὐρά, urà, sta per "coda" e βορός, boròs, sta per "mordace", aggettivo riferito al serpente), detto anche Ouroboros, Ourorboros, Oroborus, Uroboros o Uroborus, un simbolo molto antico che rappresenta un serpente che si morde la coda ricreandosi continuamente e formando così un cerchio. È un simbolo associato all' alchimia allo gnosticismo e all'ermetismo molto frequente fino al Rinascimento. Rappresenta la natura ciclica delle cose, la teoria dell' eterno ritorno, quella dell' Uno-Tutto e tutto quello che è rappresentabile attraverso un ciclo che ricomincia dall'inizio dopo aver raggiunto la propria fine come nella circumnavigazione della terra. Nella “Hieroglyfhica” di Orapollo, riferendosi all'equivalente geroglifico egiziano si trova questa descrizione:
«Quando vogliono scrivere il Mondo, pingono un Serpente che divora la sua coda, figurato di varie squame, per le quali figurano le Stelle del Mondo. Certamente questo animale è molto grave per la grandezza, si come la terra, è ancora sdruccioloso, perché è simile all’acqua: e muta ogn’anno insieme con la vecchiezza la pelle. Per la qual cosa il tempo faccendo ogn’ anno mutamento nel mondo, diviene giovane. Ma perché adopra il suo corpo per il cibo, questo significa tutte le cose, le quali per divina providenza son generate nel Mondo, dovere ritornare in quel medesimo.»
Pare che il simbolo si ispiri alla forma della Via Lattea dal momento che in alcuni antichi testi era considerata un enorme serpente di luce che risiedeva nel cielo e circondava tutta la terra. Infine a destra il famoso “uomo vitruviano” di Leonardo da Vinci. Cristoforo Colombo con le sue imprese ne fu l’incarnazione perfetta in un Rinascimento che cercava la sintesi definitiva del creato.
L’ouroboros compare anche nel medaglione (immagine in fondo) di Lorenzo di Pierfrancesco dei Medici. I signori di Firenze, tramite soprattutto Lorenzo il Magnifico, il consuocero di Innocenzo VIII, Giovani Battista Cybo, furono fra i finanziatori, tramite il loro banchiere Giannotto Berardi, del viaggio di Cristoforo Colombo.