Pubblichiamo a puro titolo di cronaca l’ennesima notizia sulla “scoperta” dell’America da parte dei Vichinghi, precedente il viaggio di Cristoforo Colombo del 1492. E allora? Certamente vero e non nuovo. E allora? Cosa ne è derivato all’umanità da quella “scoperta”? I Vichinghi si sono mai resi conto dell’importanza di quelle nuove terre?
Perché piuttosto abbandonarono quella rotta senza avanzare ulteriormente? Sarebbe ora non di parlare di “scoperta”, che poi non c’è mai stata, visto che l’America era abitata da fior di civiltà, ma di un semplice approdo ininfluente per il cammino ed il progresso dell’uomo. Che è avvenuto solo con Colombo. Sarebbe ora invece di parlare della vedova di due dei Vichinghi, che venne a Roma e si fece suora. Nell’ennesima conferma che il Vaticano sapeva già tutto e che per questo alla fine inviò il suo Christo Ferens, Portatore di Cristo come si firmava Cristoforo Colombo.
Gli archeologi dell’Università dell’Islanda hanno analizzato il legno proveniente da cinque siti nordici nella Groenlandia occidentale che furono occupati tra il 1000 e il 1400. Sono stati in grado di determinare le specie arboree da cui provenivano molti dei campioni, il che ha rivelato che alcuni erano stati importati dalle Americhe e dall’Europa. In particolare, la cicuta e il Pino di Banks non sono stati coltivati nel nord Europa durante il secondo millennio, quindi il legno di questi alberi deve essere stato trasportato attraverso l’Atlantico. Ciò supporta alcune “saghe” – storie tramandate attraverso le società vichinghe – che affermano che gli esploratori importarono legname da “Vínland”, un’area costiera del Nord America che si pensava si trovasse lungo il Golfo di San Lorenzo. I risultati confermano le saghe che affermano che gli esploratori, come Leif Erikson abbiano riportato legname da Vínland. Gli archeologi dell’Università dell’Islanda hanno analizzato il legno proveniente da cinque siti nordici nella Groenlandia occidentale, occupati tra il 1000 e il 1400. Il pino di Banks cresce naturalmente intorno al fiume Mackenzie, in Nuova Scozia e nel New England, mentre Hemlock cresce vicino a Quebec, New Brunswick, Isola del Principe Edoardo, Ontario e Nuova Scozia. Durante questo periodo molti vichinghi lasciarono le loro terre d’origine in Scandinavia e viaggiarono in barca lunga verso altri paesi, come la Gran Bretagna e l’Irlanda. Quando il popolo britannico vide per la prima volta le scialuppe vichinghe, scese sulla riva per accoglierle. Tuttavia, i vichinghi hanno combattuto la popolazione locale, rubando e bruciando gli edifici.
La gente della Gran Bretagna chiamava gli invasori “danesi”, ma provenivano dalla Norvegia e dalla Svezia oltre che dalla Danimarca. Il nome “Viking” deriva da una lingua chiamata “Old Norse” e significa “un’incursione di pirati”. La prima incursione vichinga registrata nelle cronache anglosassoni risale al 787 d.C. Fu l’inizio di una feroce lotta tra anglosassoni e vichinghi. I ricercatori hanno scritto: “Questi risultati evidenziano il fatto che i norvegesi groenlandesi avevano i mezzi, le conoscenze e le navi appropriate per attraversare lo Stretto di Davis fino alla costa orientale del Nord America, almeno fino al XIV secolo. “In quanto tali, i viaggi venivano effettuati dalla Groenlandia al Nord America per tutto il periodo dell’insediamento dei norvegesi in Groenlandia, e le risorse venivano portate dai norvegesi dal Nord America per molto più tempo di quanto si pensasse in precedenza.” Molti documenti storici suggeriscono che i vichinghi che vivevano in Groenlandia tra il 985 e il 1450 facevano affidamento su materiali importati, come ferro e legno. Li usavano per grandi progetti di costruzione, costruzione navale e produzione di manufatti, scopi per i quali le specie arboree locali non erano adeguate. Per lo studio, pubblicato su Antiquity i ricercatori hanno esaminato la struttura cellulare del legno utilizzando microscopi per identificare le specie arboree da cui provenivano. La loro analisi ha rivelato che lo 0,27% dei campioni proveniva da specie importate, dal Nord America o dal Nord Europa. Le specie che rientravano in quest’ultima categoria includevano querce, faggi e pini silvestri, alcuni dei quali potevano essere vecchi tronchi di navi o arrivare come manufatti già pronti. L’analisi ha inoltre rilevato che un quarto dei campioni è stato importato o è arrivato in Groenlandia come legname galleggiante, con specie tra cui larice, abete rosso, pino silvestre e abete. Questi risultati confermano che i vichinghi avevano stabilito numerose rotte commerciali attraverso l’Oceano Atlantico nordoccidentale. I ricercatori dell’Università di Groningen hanno scoperto che questo legno risaliva.
Lucia Petrone
16:03 19 Aprile 2023