La piana di Nazca, in Perù, con le sue misteriose linee e i disegni impressi nel terreno arido e in parte pietroso, è un enigma irrisolto sul quale in molti si sono scervellati, anche con studi durati tutta la vita: Non hanno tuttavia fornito la risposta definitiva. Naturalmente si parla persino di piste di atterraggio per extraterrestri. Siamo stati a Nazca in tempi in cui il mistero non aveva ancora avuto la diffusione planetaria dei nostri giorni e abbiamo conosciuto il dottor Chiabrera, il collezionista delle pietre di Ica, che aveva raccolto in un suo personale museo.
Una persona intelligente, che come medico aveva un largo seguito, ma che veniva tacciato di “loco” (pazzo) per la sua mania di andare nel deserto a scoprire le pietre dove era inciso uno scibile “impossibile” per civiltà precedenti di gran lunga la nostra. Compresa la convivenza fra uomini e dinosauri. In effetti trovammo in due o tre capanne sperdute artigiani, che scolpivano le pietre per gabbare i rari turisti. Ma poi continuando le nostre peregrinazioni andammo a visitare un piccolo museo con mummie preincaiche. Accanto alle quali erano state sepolte pietre proprio come quelle mostrateci da Chiabrera (una ce la regalò perfino).
Ora fra le linee di Nazca è stato individuato un mandala, disegno religioso tipico della tradizione buddista o induista. Ennesima prova di relazioni fra Asia ed America, prima della cosiddetta scoperta di Cristoforo Colombo.
Un ulteriore tassello, che si aggiunge ai molti, ai troppi che andiamo da tempo raccogliendo. Per essere puntualmente smentiti (non solo noi naturalmente), con colposa sufficienza, dall’establishment accademico. Che, lungi dal professare il dubbio, continua a tacciare di falso tutto ciò che non appartiene a quanto già si sa. Contribuendo “scientificamente” a difendere il dogma: l’esatto contrario di un onesto approccio come scienza comanda.