CONSUELO VARELA (Coord.) CONGRESO INTERNACIONAL CRISTÓBAL COLÓN, 1506-2006 HISTORIA Y LEYENDA UNIVERSIDAD INTERNACIONAL DE ANDALUCÍA SEDE IBEROAMERICANA SANTA MARÍA DE LA RÁBIDA EXCMO. AYUNTAMIENTO DE PALOS DE LA FRONTERA CONSEJO SUPERIOR DE INVESTIGACIONES CIENTÍFICAS - EEHA PALOS DE LA FRONTERA (Huelva) 2006
La figura di Cristoforo Colombo nella letteratura italiana
CARMEN M. RADULET Università della Tuscia – Viterbo
Situazione ancora più singolare e pericolosa di creazione letteraria occulta si riscontra in alcune grandi biografie che hanno come obiettivo la “ricostruzione della vera vita e delle vere imprese” del navigatore ligure. A questo proposito mi limito a citare (solo perché l’ultimo in ordine cronologico) il libro di Ruggero Marino, molto suggestivamente intitolato, Cristoforo Colombo l’ultimo dei templari. La storia tradita e i veri retroscena della scoperta dell’America 4. La struttura è quella di uno studio scientifico corredato da decine e decine di note che ostentano una grande erudizione su vari campi dello scibile, dalle crociate, alla cabala, alla cartografia, alla storia ebraica, ecc. Tuttavia, superando questa prima impressione, la lettura rivela che ci si trova di fronte ad un vero e proprio romanzo storico a tesi in cui compaiono tutti gli elementi della novella romantica: Colombo, figlio illegittimo del papa Innocenzo VIII 5 che, insieme al consuocero Lorenzo de’ Medici 6 insignisce il navigatore, “una specie di ayatollah” 7, della missione di scoprire il Mondo Nuovo, già parzialmente noto grazie alle conoscenze tramandate dai templari; il piano era italiano, la missione sarebbe stata finanziata esclusivamente dagli italiani e, pertanto, tutta questa impresa, concepita e realizzata prevalentemente grazie al genio italiano, sarebbe stata “scippata dalla Castiglia“solo a causa della morte del papa Innocenzo VIII, avvenuta mentre le caravelle di Colombo stavano navigando verso l’Europa con la notizia della grande scoperta. Indicativo dello spirito che soggiace all’elaborazione di questa opera è, senza dubbio, il brano conclusivo della “Premessa”:
“In nome, ripetiamo, di quella giustizia e di quella verità che Colombo invocava, in una sua commovente lettera, inviata quando, durante il quarto viaggio, si trovava, abbandonato e ammalato, in Giamaica. Poiché giustizia non è stata fatta. Poiché la verità, per quanto possa sembrare inverosimile, è stata cancellata e oscurata per ben cinque secoli. Da quando Oriente ed Occidente, l’Islam e la Cristianità, si disputavano il dominio del mondo, né più né meno come oggi. In una vicenda che sembra riproporsi in maniera inquietante, perché il nostro presente ha radici più che mai vive in quel passato, che vide Cristoforo Colombo eroico protagonista. Allora, grazie a lui, l’Occidente prevalse. Il mondo si completò. E l’umanità cambiò rotta” 8. Da questa parte introduttiva risulta abbastanza evidente il fatto che per affrontare il tema della figura e della presenza di Cristoforo Colombo nella letteratura italiana, si rendeva opportuno stabilire dei confini fra documentazione storica relativa alla storia del navigatore e opere letterarie in cui egli appare come personaggio di rilievo o come comparsa portatrice di messaggi già codificati dalla tradizione e da una certa “mitologia” sedimentata nella cultura europea sin dagli inizi del Cinquecento.
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Solo oggi vengo a scoprire questo passo dell’ennesima professoressa, che cerca di farmi le pulci, non sottolineando il fatto che lei come i suoi colleghi hanno “bucato” nella storia di Colombo nientemeno che l’esistenza di un papa genovese come Innocenzo VIII. In una lacuna che grida vendetta. L’esimia prof. cerca di screditare il lavoro di uno dei miei libri cadendo fra l’altro in contraddizione. Prima parla di “studio scientifico corredato di decine e decine di note e di grande erudizione” poi vira sul “romanzo storico” e addirittura sulla “novella romantica”. Prof. si decida o l’uno o l’altro. Con in più l’inesattezza delle conoscenze dovute ai Templari sulle quali c’è solo un dubitativo accenno circa studi altrui. Il finanziamento dell’impresa voluta dal pontefice, solo per fare un esempio, nel mio libro è tutto documentato. Ci dica piuttosto ha mai letto negli studi dei suoi illustri colleghi qualcosa su Innocenzo VIII e la relazione parentale addirittura con Lorenzo il Magnifico? Le sembrano mancanze da poco? Perché non dice che il successore di papa Cybo fu il famigerato Borgia spagnolo? Essere invitati ad un Convegno in terra straniera equivale sempre ad una gradevole escursione turistica oltre presumo al gettone di presenza. Quanto al riferimento alla “Premessa” confessiamo di non avere capito cosa intende la prof. So solo che prima o poi, fra “scuola di Genova” e accademici colombisti vari (forse io data l’età non potrò assistervi)” “una risata li seppellirà.