Non è facile leggere, data la lingua dell’antico scritto, la prima pagina della lettera che Colombo inviò alle teste coronate di Spagna dopo la “scoperta” dell’America, che ho già pubblicato qualche giorno fa. Tuttavia è sufficiente a identificare più di un punto che rivela alcuni dati importanti ed alcune autentiche menzogne. E permette di fare delle deduzioni lapalissiane. Non si tratta di tre semplici imbarcazioni”, ma di un’”armada”.
Praticamente una crociata evangelizzatrice fin dall’inizio. Non battezza una delle piccole isole dove approda “La Isabela”, con il nome della regina, ma precisamente “Isla bela”. Quando incontra una terra, che in un primo momento gli fa pensare ad un continente, la chiama Juana. Fino a pochi giorni prima della partenza il papa era Giovanni, il genovese Giovanni Battista Cybo, Innocenzo VIII, che successivamente sarà cancellato dallo spagnolo Borgia. Di qui il progressivo crollo delle fortune del navigatore fin dal ritorno. Successivamente la Juana, quella che diventerà Cuba, viene identificata come isola, il che contrasta con la storia dell’Ammiraglio che avrebbe imposto, in un secondo tempo, il giuramento di quanti erano con lui per definirla terraferma, ovvero continente. Cuba ha decise assonanze con il cognome del pontefice Cybo che, a sua volta, ha come etimologia cubos o cubus. Il suo stemma erano i cubetti (nella foto). La pietra cubica è uno dei simboli iconici della Massoneria. I quadrati di due colori sono i pavimenti delle logge massoniche. Definire inoltre indiani i nativi corrisponde ad una geografia, che denominava quella parte dell’ecumene estremità delle Indie. Fra l’altro gli indios non hanno nulla di quello che ci si dovrebbe aspettare, vanno nudi e fuggono. Se fosse giunto al presunto Giappone dovrebbe trovare una raffinata cultura e guerrieri indomiti come i samurai. Visto che andrebbe in cerca anche di un'alleanza con il Gran Khan non potrebbe mai prendere possesso di quelle terre. Invece della ricerca di un’alleanza la sua sarebbe una dichiarazione di guerra. Resta il toponimo Catayo. Che dovrebbe essere una regione della Cina e comunque non del Giappone. Forse un modo di depistare, come è solito fare anche nel computo delle miglia marine percorse, e rimanere padrone delle rotte verso il Nuovo Mondo.