ALTRI MEMBRI DELLA FAMIGLIA CYBO
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Il Ritratto di Lorenzo Cybo è un dipinto a olio su tavola (126x104 cm) del Parmigianino, databile al 1524 e conservato nello Statens Museum for Kunst a Copenaghen.
Il dipinto è ricordato dal Vasari tra quelli eseguiti da Parmigianino durante il soggiorno a Roma: "il signor Lorenzo Cibo, capitano della guardia del papa e bellissimo uomo, si fece ritrarre da Francesco; il quale si può dire che non lo ritraesse, ma lo facesse di carne e vivo". Lorenzo Cybo era un importante personaggio della corte papale, comandante delle guardie papali e fratello del cardinale Innocenzo, e venne ritratto all'età di ventitré/ventiquattro anni, come chiarisce anche l'iscrizione in basso a destra: "Laurentius Cybo Marchio Massa atque Comes Ferentilli anno M.D.XXIII". La data 1523 in verità è considerata una svista di chi aggiunse l'iscrizione, poiché a quell'anno Parmigianino era ancora in Emilia. Forse l'iscrizione venne apposta per ricordare i titoli del Cybo e la data del suo trasferimento a Roma in occasione dell'elezione di Clemente VII, suo parente da parte di madre.
Il dipinto si conosce da quando nel 1749 si trovava nella collezione del cardinale Silvio Valenti Gonzaga, infatti è incluso nel dipinto che ne ritrae la quadreria di Giovanni Paolo Pannini. L'intera raccolta fu venduta al Amsterdam nel 1763 e in quell'occasiopne finì in Danimarca dove si trova tuttora.
Se ne conoscono varie copie, tra cui una alla Columbia University di New York già della contessa Frenfanelli Cybo.
Il militare è ritratto con la figura eretta tagliata alle gambe, presso un paggio che gli regge la spada, sulla cui elsa egli poggia la destra, mentre la sinistra è sulla fiasca da militare legata alla cintura. Indossa un elegante abito decorato da tagli, secondo la moda più esuberante del tempo, rosso sopra la camicia bianca bordata d'oro e con una casacca nera senza maniche. Indossa un cappello vermiglio con piuma e tagli lungo la tesa, uguale a quello del ritratto di Galeazzo Sanvitale. La barba è lunga, i capelli corti e crepi, lo sguardo intenso e diretto verso lo spettatore. Davanti a lui, su un parapetto, il paggio regge i guanti e un vassoio su cui si trovano due medaglie bronzee e un dado, forse allusione al "gioco del destino" e ai suoi interessi in campo artistico.

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Pietro Giovanni Chiavica Cybo doge di Genova

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Camillo Cybo 1729 Patriarca di Costantinopoli          

Odoardo Cibo

ODOARDO CYBO

Nacque a Genova il 6 dicembre 1619, sestogenito di quattordici figli di Carlo I Cibo Malaspina, duca di Massa e principe di Carrara, e di Brigida nata Spinola. La famiglia aveva dato alla Chiesa molti prelati, cardinali e il pontefice Innocenzo VIII.
Come i suoi fratelli maggiori  Alderano  e Lorenzo ( Ch ) fu avviato alla carriera ecclesiastica. Dopo il dottorato in utroque iure ottenuto presso l'università di Pisa, fu a Roma dove prese servizio presso la Curia romana. Sotto Alessandro VII e Clemente IX fu prefetto e governatore di molte città pontificie. Fu pure al seguito del fratello maggiore Alderano, già cardinale dal 1645 all'età di trentadue anni, e legato pontificio di Ferrara e di Romagna. In vista della sua nomina a nunzio fu nominato il 28 luglio 1670 arcivescovo In partibus infidelium di Seleucia di Isauria. Non si hanno dati sulla sua consacrazione presbiterale e vescovile. Il 1° agostoseguente accettò la nomina a nunzio in Svizzera, sede tra le più disagevoli e faticose e di secondaria importanza. Fu presso i cantoni confederati cattolici per nove anni fino al 18 ottobre 1679, quando venne sostituito da mons. Giacomo Cantelmo.
Nel 1674 visitò il Vallese, dove il 30 novembre consacrò il vescovo Adrian V von Riedmatten, eletto vescovo e conte del Vallese nel 1672. Svolse un ruolo di mediazione nella annosa controversia giudiziaria che oppose il capitolo della cattedrale san Nicola di Friburgo a Jean-Baptiste de Strambino, vescovo di Losanna, nominato a Roma da papa Alessandro VII, che nel 1663 aveva preso possesso della diocesi stabilendosi a Friburgo. L'approvazione delle rivendicazioni giuridiche del vescovo da parte di una speciale congregazione romana nel 1675, contro la volontà del capitolo e del governo friburghese, restò però lettera morta. Nel 1674 Cibo si oppose alla soppressione del collegio gesuitico a Bellinzona. Nel 1676 il fratello cardinal Alderano divenne Segretario di Stato, nonostante ciò il Cibo non chiese di essere sostituito che tre anni dopo, rientrando così a Roma nell'ottobre del 1679. Nel gennaio dell'anno seguente fu nominato segretario della Congregazione de Propaganda Fide, carica che ricoprì per quindici anni, sino all'agosto del 1695. Il segretariato della Congregazione comportava importanti e delicati incarichi come l'invio di procuratori o visitatori che rendessero conto dello stato delle missioni e mantenessero i rapporti con i collegi e i seminari sparsi in tutto il mondo. Altro incarico era la pubblicazione da parte della tipografia della Congregazione di tutte le opere necessarie alla conservazione e alla propaganda della Fede e naturalmente la gestione finanziaria. Cibo sostenne la vecchia richiesta dei missionari in Cina, rinnovata nel 1685, di adottare la lingua cinese nella celebrazione della messa e nelle altre preghiere. Ne presentò una sua istanza al pontefice che tuttavia, dopo vari indugi, la respinse. Con l'elezione al soglio pontificio di papa Alessandro VIII, eletto anche grazie all'appoggio dato dal fratello  Alderano , Odoardo fu elevato a patriarca di Costantinopoli il 13 ottobre del 1689. Nel 1698 il Cibo tenne i sinodi di Velletri e di Ostia, voluti dal fratello, che era titolare di tali diocesi. Gli ultimi anni del soggiorno romano del Cibo videro la morte del fratello Alderano il 22 luglio 1700 e il suo ritiro definitivo da ogni carica. Nel 1702 lasciò definitivamente Roma per ritirarsi a Massa dove morì tre anni dopo, il 6 febbraio 1705. Fu sepolto nella tomba di famiglia nel duomo dei Santi Pietro e Francesco.

Odoardo Cybo Malaspina     Odoardo Cybo Malaspina didascalia    Odoardo Cybo Malaspina trascrizione

vari discendenti Cybo

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