nastro rosso violenza
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FRANCESCA

Storie d’amor cortese
madonne e cavalieri
struggimenti lontani,
Paolo e Francesca
si fanno incontro a Dante
come vanno al nido
colombe ad ali spiegate.
Amanti rimasti soli
fra mura arcigne di pietra
nei silenzi del castello
leggendo per diletto
e senza alcun sospetto
l’amore ed un sorriso
a ritroso nel tempo,
al tempo dell’amore
fra Lancillotto e Ginevra.
“Galeotto fu il libro”
la pagina complice
della passione insana
“amor che al cor gentil
ratto s’ apprende”.
Francesca giovane, bella,
sposata a Gianciotto
vecchio, rozzo e sciancato,
Lancillotto il fratello
anche lui giovane e bello.
Quando Francesca si sposò,
contro la sua volontà,
dal giorno delle nozze
Paolo era già in lei
nei rondò della festa
con occhiate assassine.
Ora lo sguardo di Francesca
si perde negli occhi dell’amato:
l’attrazione è un magnete
la distanza fra i visi si annulla,
le labbra si cercano:
“amor che a nulla amato
amar perdona,” amor …
la lettura si arresta
il libro scivola in terra:
“la bocca mi baciò
tutto tremante quel giorno
più non vi leggemmo avante.”
La passione che unisce
l’adulterio che uccide:
“mi prese del costui piacer sì forte
amor condusse noi ad una morte”.
Quando Gianciotto Malatesta,
storpio signore di Rimini,
li scoprì abbracciati nel letto
li trafisse insieme d’un colpo.
Ora avvinghiati per l’eternità
ondeggiano nel vento
della bufera infernale,
nel girone di lussuria dannata.
Rimane solo la pietà di Dante:
“che cade come corpo morto cade”.

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