L’imbellino Ignazio è lontano in quel degli Stati Uniti. Dopo essere diventato rosso (si fa per dire) sulle spiagge immacolate delle Bahamas. Continuando una meritata (si fa per dire) vacanza. Pare che sia la cosa che gli riesca meglio. Perché se alcuni in odore di santità (non è il suo caso) sono celebri per il loro dono dell’ubiquità, il primo cittadino (si fa per dire) di Roma comincia diventare a famoso per il dono della dis-ubiquità. Perché ha la capacità di smaterializzarsi nei momenti più importanti, critici e cruciali del suo ufficio (si fa per dire). Alluvione? L’imbellino-sottomarino è negli Stati Uniti. Rivolta di Tor Sapienza? L’imbellino è a Londra. Black bloc a Porta Pia? L’imbellino è ad Auschwitz . I vigili spariscono a Capodanno? L’imbellino è a Boston. Mafia capitale? L’imbellino è a Parigi. Funerale Casamonica? L’imbellino è ai Caraibi. Si discute in Parlamento “il caso Roma”. L’imbellino non ci sarà. Assenteista a tempo pieno. Probabilmente verrà espropriato di molte competenze, Giubileo compreso, per la sequenza di assenze: un filotto diabolico. D’altronde il coraggio se uno non ce l’ha non se lo può dare. Dicono che Marino sia onesto (fallo pure disonesto). Dicono che sia un bravo chirurgo. Per ora sta amputando l’immagine di Roma. Basta guardarsi attorno. Ma lui non se ne avvede. Risponde sgarbatamente ad una anziana signora che glielo fa notare, rispolvera lo slogan sporco di sangue del “carogne tornate nelle fogne”. Solo per questo dovrebbe essere cacciato con un calcio nel sedere. Non si scherza con gli anni di piombo. Eppure è strano. Dovrebbe saper tutto della medicina. Ma un buon neurologo (se mai anche gay) non glielo ha consigliato nessuno?