IL PERFETTO HARAKIRI DEL CENTRODESTRA A ROMA
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Le ultime elezioni hanno offerto uno sconcertante spettacolo sul fronte del centrodestra: uno storico, perfetto harakiri. La strada era in discesa come un toboga, dopo il disastro a sinistra dell’incapace Marino. Un “personaggetto” direbbe Crozza. Roma era (è) a terra, invocava un possibile salvatore. Berlusconi, Salvini e Meloni lo individuano, in un primo momento, di comune accordo, in Bertolaso. Un candidato per alcuni versi discusso e discutibile. Ma indubbiamente un uomo del fare, abituato a risolvere problemi enormi.

Per questa Roma un po’ barbona poteva essere l’ideale. Ma da allora non è stato che un “deguello” interno fra i tre leader. Non si pensa più al bene della capitale, ma ad una resa dei conti per chi dovrà essere il leader del centrodestra. Di qui un seguito di divisioni, di ripicche e di accuse reciproche. Quella Roma che dopo le ultime delusioni poteva essere conquistata a mani basse viene di nuovo lasciata in balia della sinistra e soprattutto della maestrina cinque stelle. Ed ora? Ora non resta che leccarsi le ferite dell’ennesima faida fra un vecchio signore, che non vuole arrendersi, ma che ormai non incanta più, e due giovani rampanti, che però hanno sbagliato i calcoli. Il destino di Roma torna nelle mani di Giachetti e della Raggi: sicuramente sarà lei a prevalere. Primo sindaco donna. Cartina di tornasole di un movimento, che si gioca tutto. Se sapranno, nonostante l’inesperienza, reggere al confronto di un’amministrazione inquinata dalla corruzione, pletorica, inefficiente e incancrenita, ridandole vigore e onestà conquisteranno il paese. Altrimenti ritorneranno nei ranghi di un folclore, che rimanda a un capocomico. E Roma “capoccia” rimarrà tristemente ad aspettare … Buona solo per le canzoni e le quinte di un film, che ne mascherano l’odierna grande bruttezza.

 

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