Marino va a casa? Sarebbe ora. Non è il caso di infierire sui perdenti come adesso molti fanno. Specie nel suo partito. Secondo il cliché implacabile del veterocomunismo mai defunto. Di cui, fra l’altro, Marino doveva essere perfettamente a conoscenza. Nella rituale debacle di un Pd, che rimane consciamente e inconsciamente legato alle sue radici cannibalesche e dal quale Renzi cerca di prendere le distanze e per questo viene avversato all’interno della sua stessa culla. Ma di qui a fare il peana o provare pena per il sindaco dimissionario ce ne corre. Perché se è vero che “l’imbellino ridens”si è messo di traverso ad alcuni poteri forti e malavitosi è ancora più vero che il maggior nemico di Marino è stato Marino stesso (dalla trasparenza al trasparente). A cominciare dal plateale “show” della pedalata assistita al debutto. Un segno di cambiamento? No, il primo segnale di una furbizia calcolata e portata avanti a puntate. Per finire con le assenze “strategiche”, l’arroganza mai contenuta, le frasi vergognose e pericolose (“carogne tornate nelle fogne”), la città “in macerie”, il non avere pronunciato mai il minimo mea culpa, addossando ogni infortunio sempre agli altri. Certo un primo cittadino non può sapere e controllare tutto, ma dovrebbe avere un minimo di orecchio su quanto accade nella sua città per cercare di mettervi riparo e fare in modo che gli incidenti non si ripetano all’infinito. Tutto questo Marino, ingessato nel suo io superbo e vanaglorioso, non l’ha mai fatto, sensibile solo all’esposizione mediatica che potesse essergli utile. Sfruttando persino un papa, che gli ha tirato quell’uppercut di cui parlò in passato sempre su un aereo. Ora la sua caduta apre un burrone pericoloso per chi lo ha sponsorizzato, tanto più che minaccia vendette e con l’ annuncio usa l’arma del ricatto. “Muoia ignazietto con tutti i filistei” (e ce ne sono tanti). Certo è clamoroso che con tutto quello che succede nel Paese il primo cittadino della capitale debba andarsene per qualche bicchiere di troppo. E’ stata la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso. Marino si dice che perseguisse uno stile anglosassone. Alla faccia visto che in passato pare abbia usato il trucco delle false e doppie ricevute anche nella sua professione, in un campionario infinito di menzogne. Come finirà? Se le sue intimidazioni hanno realmente una base, in questa Italia sgangherata e in questa capitale violentata sarà l’ennesimo perdente di successo: dalle purghe alle paghe...