DA MARINO A MARINO - DALL'IMBUCATO SPECIALE AI BUCATINI A SBAFO
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La scempiaggine dell’”imbellino ridens”, alias il primo cittadino (si fa per dire) di Roma, Ignazio Marino, non finisce di stupire. Passando dall’imbucato speciale (viaggio in America) ai bucatini a sbafo. Non erano bastate le assenze a ripetizione in momenti cruciali per la capitale. Non era bastato l’aut aut di Bergoglio che lo aveva svergognato (occorrerebbe un altro verbo molto più efficace, ma la volgarità non mi è mai piaciuta) davanti al mondo intero. Ora lo sbugiardano persino gli osti: “Era a cena con la famiglia”. Mentre i bicchieri di vino, Amarone in testa, facevano lievitare allegramente il conto. Dicevano che era una persona perbene (fa il paio con la leggenda metropolitana della maggiore etica ed onestà della sinistra italiana), parlava di trasparenza e se ne faceva bello per tamponare tutte le falle, che puntualmente si aprivano nella sua disinvolta attività. Poi si scopre che con i soldi dei romani si concedeva pranzi luculliani in famiglia: li spacciava per servizi di rappresentanza. Uno come lui può guadagnare 5000 dollari ad ogni conferenza e come chirurgo non farà certo beneficenza. Eppure finiva per fare la cresta con i conti della casa (la sua). Nell’ennesima amministrazione fallimentare per Roma. Come se la città dovesse scontare chissà quali colpe. Siamo passati dal fumo di Veltroni e il suo “panem et circenses” con le notti bianche, la festa del cinema e gli stretti collaboratori presi con le mani nel sacco agli intrallazzi criminali del “mondo di mezzo” di quell’altro bellimbusto di Alemanno. Siamo passati dal troppo capace pro domo sua e camerati all’incapacità e alla furbizia stizzosa e incosciente di questo sorriso portato a spasso sotto una barbetta e in giro su una bicicletta per dare nell’occhio dei gonzi. Risultato? In vista del Giubileo Roma è nelle mani di un personaggio di cui tutti, ma proprio tutti, vorrebbero liberarsi. Sarebbe ora prima che ne combini altre, visto che è un recidivo patologico e seriale. Possibile che tutti complottino per defenestrare qualcuno che darebbe fastidio? Non mi riesce proprio di pensare ad un martire. Intanto ai romani non resta che il rospo amaro da mandare giù, mentre Ignazio sorride, fra un sorso e l’altro, di amarone.

Ruggero Marino firma

Ignazio Marino buca strada

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