Non sono delle idee politiche di Gualtieri, ma non capisco perché il rifiuto all’esibizione di Tony Effe si debba considerare una censura. Semmai sarebbe da condannare la dabbenaggine di chi invita qualcuno senza nemmeno rendersi conto di chi è.
E allora vediamolo. Il cantante, uno dei tanti (che noia) inchiostrati e imbullettati da capo a piedi sarà pure un bravo ragazzo, ma cosa dicono i suoi testi? «Lei la comando con un joystick / Non mi piace quando parla troppo / Le tappo la bocca e me la f… Volano schiaffi da ogni parte (…) Sono Tony, non ti guardo nemmeno / Mi dici che sono un tipo violento/ Però vieni solo quando ti meno.» Ne mettiamo un altro nella foto sotto. Censura? Solo buon senso di fronte al misoginismo e alla violenza, che poi da più parti si vorrebbe condannare. Stuprano le donne fino alla violenza più estrema? Può essere d’aiuto un simil “dolce stilnovo”? Quello di moda, come quello di un altro rapper, Sfera Ebbasta: “Hey tro.. vieni in camera con la tua amica porca/Quale? Quella dell'altra volta/Faccio paura, sono di spiaggia/Vi faccio una doccia, pina colada/Bevila se sei veramente grezza, sputala/Poi leccala leccala/Limonatevi mentre Gordo recca/Gioco a biliardo, con la mia stecca/Solo con le buche, solo con le stupide/'Ste putt… da backstage sono luride/Che simpaticone vogliono un caz.. che non ride/Sono scorcia-troie/Siete facili, vi finisco subito". Se questa è libertà di pensiero potrebbe esserlo pure l’istigazione al delitto. Forse ci vorrebbe un wwf anche per la difesa della lingua italiana visto che ormai i ragazzi infiocchettano i loro dialoghi di una volgarità ogni tre parole. Grazie anche a questi maestri. Ma quello che imbarazza di più è la solidarietà di molti che si appellano alla censura. Ipocriti. Per una “merda d’artista” fatta di parole. Ma mentre l’”idea” di Manzoni resta innocua parole del genere possono diventare un proiettile.