VACANZE ED EVASIONE FISCALE
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Strascichi vacanzieri.
Domando a Portofino ad un simpatico maitre cileno di un bellissimo ristorante sulla piazzetta del porto: “Come è andata la stagione?”; “Alla grande, veramente alla grande”. Più o meno come il conto, ma siamo in un luogo unico al mondo. Solo che non danno la ricevuta fiscale.

Lo stesso sul lungomare a Rapallo, dove fra l’altro un maitre, in questo caso sussiegoso e scortese, forse perchè il richiamo del ristorante è all’Italia, addirittura si adira perché gliela chiedo. Mi vuole dare quella di un altro che gli è rimasta, chiedo la mia. Me la consegna con occhi di fuoco. Rientro a Roma e data l’ora tarda riparo ancora una volta in un ristorante per cena. Il proprietario è simpatico, ma anche lui non dà ricevuta fiscale. Lo stesso mi era accaduto a Puntaldia in Sardegna. Il bello è che in due casi i figli si vergognavano e si opponevano alla mia richiesta.
Questa è l’Italia. I furbi hanno sempre ragione.
Gli unici “micchi” son quelli che pagano le tasse. E che hanno solo sulle loro spalle il Paese di Bengodi. Della straripante evasione se ne parla da 60 anni. Non è stato fatto nulla. Questa è l’Italia: un paese fondato sul lavoro (nero) e sull’evasione.
Siamo tutti uguali? Per niente.

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