Rula-rutta Jebrael l’ha fatta ancora fuori del vaso. Ma questa volta in maniera veramente vomitevole. Pur di attaccare la Meloni, senza contare l’offesa da donna a donna invece di gioire per un successo femminile in politica, si è rifatta ai trascorsi poco edificanti del padre della leader di Fratelli d’Italia, trascurando il detto che le colpe dei padri non possono in nessun caso ricadere sui figli.
Tanto più che quel genitore non è praticamente mai esistito nella vita della Meloni. Una indubbia ferita di carattere privato che la Rula-rutta non ha esitato a strumentalizzare. Rula-rutta è una bella donna, corteggiata dai ruffiani della sinistra (questa sì estrema) diffamatrice in pianta stabile, in assenza di idee per il governo, ma attaccata alle poltrone (ricordate il grido di dolore di Zingaretti) più di una patella alla scoglio. Ma l’uscita improvvida è ancora più disgustosa visto il pulpito da cui proviene la predica. Rula-rutta ha forse dimenticato le foto che la vedono abbracciata e sorridente al produttore Epstein, quello dello stupro e della violenza seriale sulle attrici da cui ha avuto inizio il “me too”? Lei che è così informata come giornalista pensava che fosse la “vispa Teresa”? O papà Natale visto che finanziava un film? Rula-rutta ha poi avuto, nonostante la giovane età, una movimentata vita sentimentale non sbagliando mai un colpo per quanto riguarda il portafogli dei partners. Fra questi persino il figlio di un banchiere della Goldman Sachs, l’istituto che ha frodato con titoli tossici i risparmiatori in varie parti del mondo. Ha mai sentito Rula-rutta la favola del bue che dice cornuto all’asino?