IL BRANO DI UNA COMMOVENTE LETTERA DI CRISTOFORO COLOMBO
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in cui chiede dalla Jamaica dove è stato abbandonato per 1 anno

"CARITÀ, VERITÀ E GIUSTIZIA"

“... E la retta intenzione con cui venni al servizio delle Vostre Altezze e l’ingiuria senza pari di cui mi si è fatto segno non permettono, per quanto lo voglia, alla mia anima di tacere. Supplico le Vostre Altezze di concedermi perdono. Io, come dissi, mi sento perduto e disfatto. Sino al presente, ho pianto per gli altri. Il cielo si muova a compassione e pianga la terra per me. Per quanto tocca il temporale, non m’è rimasta una “blanca” da dare in elemosina; per quanto lo spirituale, son rimasto qua nelle Indie, nel modo che ho detto: solo nella sofferenza, infermo, in attesa giorno dopo giorno della morte, assediato da selvaggi senza numero e crudelissimi e nostri mortali nemici, senza potermi accostare ai Santi Sacramenti e alla Santa Chiesa, che certo si perderà quest’anima se qui le capiterà di separarsi dal corpo. Pianga per me chi nutre carità nel suo cuore, e verità, e giustizia. Io non feci questo viaggio per guadagnare e aumento di sostanze, ché la speranza di ottenere era già morta. Io venni alle Vostre Altezze con buoni propositi e grandissimo zelo: non mento. Supplico umilmente le Vostre Altezze affinché, se così piacerà a Dio, mi si tragga di qui; vogliano acconsentire acché io vada a Roma e compia altri pellegrinaggi ancora. La cui vita e altissimo stato la Santa Trinità conservi e aumenti...

Scritta nelle Indie, isola di Giamaica, il sette di giugno del millecinquecento tre”.

Cristoforo Colombo

Per chi volesse leggere il testo integrale della lettera rarissima cliccate qui (PDF 4,6 Mb).

Lettera rarissima di Cristoforo Colombo

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