Ruggero Marino non è soltanto un caro amico, non è soltanto uno scrittore di valore, è anche un personaggio molto interessante. Credo che pochi autori si siano appassionati come lui al suo personaggio, un personaggio storico, Cristoforo Colombo, che da decenni occupa la sua mente, infuenza la sua vita. È come se dall'alto fosse stato investito da una missione: riportare alla luce tutto quello che di Colombo è rimasto nascosto (e obiettivamente, storicamente è ancora molto): un'impresa infinita che Ruggero persegue ricerca dopo ricerca, libro dopo libro.
L'idea centrale, da cui tutto si sviluppa, è che la scoperta del Nuovo Mondo sia stata patrocinata in Italia dal papa Innocenzo VIII, genovese, e che questa verità fu nascosta, con distruzione di documenti e alterazione dei fatti, dal successore Alessandro VI, spagnolo, che volle favorire la sua patria sul palcoscenico di un evento straordinario che ebbe immani conseguenze politiche, geografiche, finanziarie. La tesi è plausibile, non sarebbe la prima volta che la memoria del passato è tradita dai potenti che hanno interesse a cambiare le carte in tavola. E non è soltanto plausibile in linea generale, è anche sostenuta da intuizioni e scoperte brillanti che rendono affascinanti tutte le pagine dedicate da Ruggero Marino a Cristoforo Colombo.