Le illustrazioni realizzate a pennarello sono della pittrice Cecilia Argulello Sanson.
Giorno per giorno
mi screpolo
nel tempo.
Molti studiosi amano fare un'infinità di dotte citazioni. Non avendo nulla da dire o da aggiungere fanno la ruota del pavone con le penne degli altri.
Quanto dovrò
ancora amarti
per poterti odiare?
La scienza di danna contro l'astrologia. Smascherando anche i sogni e riducendoli ad altrettanti inganni. L'astrologia, nel peggiore dei casi, si limita a trasformare gli inganni in sogni.
Controluce
nuvole bianche
germogliano leggere
sui tuoi capelli.
Un tempo in cui le bombe vengono definite "intelligenti" non può che essere un tempo idiota.
Ti ho sognato.
Purtroppo è soltanto
un surrogato.
La vita è sogno. Quando non diventa un incubo.
Il lumino nella notte
si proietta sul soffitto
tremolando rotondo.
Barlume appena fioco
come un'anima in pena.
Il nocciolo della conoscenza è uno soltanto. Sono gli uomini a mutarne il guscio secondo i tempi e le convenienze.
Non mi interessi più.
Mi hai detto sempre no
cancellandoti da sola.
Ogni giorno la televisione rimanda da tutte le parti del mondo orrende scene di guerra: corpi dilaniati, incendi, distruzioni, bombe, stupri, profughi, deportati... Dio deve essere in ferie.
Il cielo notturno mi incanta
è un incunabolo
che non riesco a decifrare.
Un alfabeto
che non riesco a capire.
La Cappella Sistina è un'opera sublime. E' l'unico posto dove ho visto esseri umani di tutte le razze guardare insieme verso l'alto.
Lasciati andare
alla giostra dei colori
al pennello
che veloce rapprende
gli umori dell'anima.
Quando si è giovani si insegue la felicità e, non trovandola, si pensa che la vita possa essere infelice. Poi non la si insegue più. E ci si sente più vicini alle soglie della serenità.
Dicono che con te
sarebbe come andare
in mezzo al fuoco.
E io ho paura.
Ma nella notte
sogno il rogo.
I soldi non danno la felicità. Ma aiutano a comprare a prezzo d'occasione la soglia minima indispensabile di tranquillità. Senza la quale è impossibile ogni felicità.
Se ne andò dolcemente
come era vissuto.
Due parole solamente:
"Scusate il disturbo".
La vita è una minuscola macchia d'inchiostro su un libro bianco dove non è scritto nulla.
Le stelle
sono stampelle
alle quali
appendere i sogni.
Poche righe, una lettera. Possono cambiare una vita.
Sfoglio gli anni
della mia vita
come i petali
di una margherita.
Per scoprire
che la vita non m'ama.
In questo mondo di successi finti, artefatti, artificiali non è poi così indispensabile raggiungere il successo. Si rischia di essere confusi con le monete false.
Mi piace al risveglio
ricucire i sogni
catturando esausto
le ombre del mistero
Ogni 10 di agosto mi metto con il naso all'insù, a guardare le stelle che cadono. Chissà se le stelle mi riconoscono.
L'alba è degli uccelli
la notte è dei grilli.
In mezzo ci sono io
come un pendolo senza senso.
Con la costola rotta mi posso muovere poco. Che alibi per la mia pigrizia.
La vita è un gioco
a rimpiattino
con la morte.
Ho espresso un desiderio mentre cadeva una stella. Ho chiesto te. Non vorrai dire di no anche alle stelle?
Sarebbe proprio stupido
se non ci fosse un Dio
a dare la sveglia
all'orologio della vita.
Fino al giorno in cui
si dimenticherà di caricarla.
Sue vent'anni, dicevano per la somiglianza, molti mi chiamavano Kennedy. Poi, per fortuna, se lo sono dimenticato. Con tutto quello che succede in quella famiglia... e soprattutto perché io Marilyn me la sono solo sognata.
Di fronte
alle stelle
rammendo
i pensieri.
Se non ci fosse stato Giuda, Gesù correva il rischio di diventare un fallito.
Il cielo oggi vola
nel vento
come un aquilone
nei ricordi
di un'estate al mare.
Va di moda "er piotta", Viviamo stagioni da quattro soldi.
Rimango giorni
con il pensiero
sulle tue labbra
appena sfiorate.
E resto nell'attesa
per ritentare ancora.
Guardare è di tutti. Saper cogliere il bello è dei pochi.
Quando avevo
un corpo giovane
il cervello era già vecchio.
Ora che invecchio
il cervello si sforza
di ringiovanire.
Sono stato a Venezia all'ultima Biennale del millennio. Ho avuto l'impressione che l'arte se la siano perduta lungo la strada.
Il mondo rotondo
ha forma di mela
che l'uomo divora.
E se la terra
fosse il pomo
che Adamo ed Eva
non dovevano mangiare?
Al ristorante del paradiso servono animelle.
Un giorno la morte
mi sorriderà.
Ed io
ricambierò il sorriso.
Io voglio bene a mia moglie. Ma il suo carattere a volte me la fa odiare.
Un urlo nella notte
ha prosciugato le stelle.
Mentre brividi di paura
si posano nella mente
come fiocchi di neve.
La vita trascorre in un mondo senza pace. La morte dovrebbe trascorrere in una pace senza mondo. Il paradiso sulla terra non esiste. Quello in cielo è da verificare.
Ombre lunghe la sera
si intrecciano
nell'alveare dei pensieri
mentre le spie colorate
del videoregistratore
carezzano il buio
nelle stanze senza amore.
Veniamo al mondo con un cappio al collo. La morte deciderà quando stringerlo. Godiamoci la suspence.
Diogene cercava
l'uomo con la lanterna.
Non l'hanno trovato
nemmeno con il laser.
Nel buio più disperato anche un fiammifero diventa un faro.
Anno dopo anno
rinvio dopo rinvio
la vita fugge
fra le dita.
E già la vedo posarsi
come un aquilone stanco
tradito dal vento.
Un incontro d'amore, quando la differenza d'età è visibile, ci rende più giovani di quanto non siamo. Un rifiuto ci rende più vecchi di quanto non si sia.
Ho vestito i miei occhi
di tramonti
ora che l'alba della vita
sfuma nella lontananza.
E mi sento assente
come fuori del tempo
sospeso agli aghi
dei miei anni perduti.
La scienza spesso codifica, a distanza di millenni, ciò che l'uomo già conosce dall'alba del tempo.
E se anche tu
nelle notti senza luce
fossi scesa dolcemente
a visitare i ricordi
avrei pianto pensando
che non ci sei più.
La fede è spesso il grimaldello con cui il potere scassina il cuore degli uomini, rubando il tesoro più prezioso: il cervello.
Dio stanco d'esser solo
mise l'uomo al mondo
creatura intelligente.
Ma poi temendo
quest'essere innocente
gli diede una compagna:
la donna.
E lo fregò per sempre.
I sogni più belli sono quelli che non si realizzano mai. Non soffrono il confronto e la delusione della realtà. Restando così eternamente sognati.
Sono nato un giorno
nel quale in cielo
era vacanza.
Così all'anagrafe celeste
il mio nome non esiste.
E fu per questo che Dio
non seppe mai
che c'ero anche io.
Gli scienziati ora dicono che l'inizio del tutto fu il big bang e che Dio non c'era. Ma pare non vogliano porsi la domanda su cosa o chi c'era prima.
Oggi è un giorno maledetto.
Un angelo si è suicidato
buttandosi da una nuvola.
Gesù, il figlio di Dio, morì crocifisso sulla croce. E con lui fu messa in croce parte della nostra capacità di raziocinio.
Oggi è un giorno strano.
Satana risvegliandosi
si è fatto il segno della croce.
Quando si comincia appena appena a capire come bisognerebbe vivere è già il momento di morire.
Tra un uomo e Dio
è preferibile
amare Dio.
Anche perché
non è detto che ci sia.
Il sesso non ha e non può avere regole. Purché non sconfini nella violenza fisica o psicologica dell'altro.
Navigheremo insieme
extrasensoriali mondi
battendo all'unisono
col cuore di Pangea.
Squamando verità
alle membrane di galassie
inchiodate sul cielo.
La scienza nasce senza peccato, innocente, verginale. Troppo spesso l'uomo che la pratica e la governa è solo un peccatore.
L'ho amata
come non è giusto amare
senz'essere riamati.
Avverto spesso la sensazione di essere nato controvento.
La vita è un urlo
fra un pianto ed un silenzio.
La vita è un lampo
fra la luce e il buio.
Gli zombi debbono essere persone colpite da depressione nelle aree del sottosviluppo.
Ti nascondi
eppure sei presente
quando una farfalla
schiude le ali
dalla sua larva molle.
Da solo il caso
produce sgorbi
e di sgorbi è ripieno
il suo cortile.
Ma ci governa un'armonia
che viene da altri mondi.
Avevo smarrito la memoria e la capacità di ragionare. Ora, per fortuna, anche il cervello se ne è accorto.
C'è più saggezza
in una goccia d'acqua
che nella mente
dell'uomo più sapiente.
In questo mondo finto mi sento troppo vero.
Quando la malinconia
spugna i pensieri
la vita si arrotola
in un vortice vischioso.
Nel quale
mi inabisso
a poco a poco.
L'uomo è il sommo distruttore dell'universo. Creato da Dio, creatore dell'universo. C'è qualcosa che non va in questa sequenza.
Cerco di addentrarmi
nel bosco d'un pensiero:
l'infinito.
Ogni volta mi perdo.
Con il passare delle stagioni diventiamo, almeno nel corpo, la caricatura di quello che eravamo.
Fra stella e stella
ci sono miliardi
di anni luce.
Gli stessi che corrono
fra me e il mio vicino.
Se facendo un conto ti diverti a fare somme senza senso con i numeri, vuol dire che non sei ancora un numero.
Sotto i portici
un barbone
vive in un cartone.
Non è una reggia, eppure
padrone di se stesso
sembra un re.
Il massimo del romanticismo masochista: impiccarsi ad una stella cadente.
Sulla neve, in Egitto
durante la crociera
sull'antico fiume
ho visto una donna bellissima.
E mentre la spiavo
con la curiosità pavida dei timidi
un desiderio mi è caduto nel Nilo.
Il giorno, la notte. La notte, il giorno. Solo la morte interrompe la monotonia.
E' una donna
dalla lingua tagliente:
l'hanno chiamata
durlin-dama.
Sindacalisti spesso diventano quanti, con l'alibi di tutelare gli interessi degli altri, cercano un ruolo per curare soprattutto gli interessi propri.
Un giorno colsi
un imbroglione in flagrante.
"Chi sei?" gli chiesi
e mi rispose: "Dio!".
Sogno o son desto? Vivo, ma non sogno più.
Hai venti anni.
Come femmina li dimostri
come donna devi ancora nascere.
Per femmina intendo
l'indispensabile corollario
dell'uomo nell'accoppiamento.
Per donna, lo sai,
molto di più.
dunque, amore, cresci!
C'è troppa gente più concentrata quando si siede sul cesso che quando apre la bocca.
Non innamoratevi di un folle.
Non avrà pietà
e a voi non resterà nemmeno
il diritto di odiarlo.
Ha un alibi perfetto.
Il sapere e la conoscenza, quando si accompagnano al pregiudizio e al fanatismo, sono più pericolosi dell'ignoranza e dell'incultura.
Io vorrei
ma non posso.
Io vorrei
ma ho timore.
Io vorrei
ma mi arrendo.
Io vorrei
ma sono stanco.
Io vorrei
ma ci penso.
Io vorrei
ma è già tardi.
Viviamo in un mondo fatto di esseri inconciliabili: c'è chi spreme il tubetto del dentifricio dal basso e chi lo spreme dalla metà. Chi potrà mai metterli d'accordo?
Facciamo festa
per i vent'anni
che schioccano
come nacchere
sui corpi di giada.
Perché un giorno
la vecchiaia li artiglierà.
La religione castra l'uomo. Il comunismo lo uccide. Il capitalismo lascia che si uccida.
Le sabbie mobili della vita
ci ingoiano a poco a poco.
E affondiamo lentamente
mentre gli altri
stanno a guardare.
Fare il direttore di un giornale equivale a contrarre un virus inguaribile. Spesso non si riprendono più, in una repentina mutazione genetica.
In fondo viviamo solamente
lo stillicidio
di una condanna a morte.
Vivo in condominio, ci sono persone gentili. Ma sono costretto a convivere con tanta umanità-spazzatura. Spesso sono quelli che confezionano meglio i sacchetti dell'immondizia.
E se un giorno
qualcuno mi amerà
senza chiedere niente
solo per darsi
e dare
io ne sarò contento.
Egoista felice
per un lungo momento.
Ma non è mai accaduto.
Non accade.
Chissà mai
se accadrà.
Ci sono sere in cui i miei pensieri mi fanno paura.
Sul manifesto a lutto
c'è un antico amore.
Una lacrima asciugata
rispunta nel cuore.
La vita mi è venuta inconsapevolmente addosso. Avrei voluto un'occasione per poterla scegliere.
Ho un paraocchi scuro
non vedo più niente.
Ho paura che possa
uccidermi lentamente.
E' un giorno strano. Dio è morto cadendo dal paradiso mentre guardava la terra. Qualcuno sussurra che si sia suicidato.
Quando le giornate
sono nere
la notte incombe
il terrore.
Ho schiacciato un pisolino. E' rimasto spiaccicato.
Ho appeso un sogno
a una farfalla.
E' caduta stecchita.
Ho la più grave delle malattie. Ho perso il sorriso.
Imbalsamato
fra la gente.
Deambulando.
Stoicamente
assente.
La gioventù è una stagione ingannevole. E' fatta soprattutto per essere rimpianta.
Porto a spasso
me stesso
con il viso di gesso
e gli occhi rossi
per l'insonnia
che striscia
fra guanciali sudati.
Quando i pensieri diventano una matassa inestricabile il cervello picchia in testa come un motore fuso.
Il sole va calando
e io non mi stanco.
Perché domani
al tramonto
starò ancora
sognando.
Perché parlate sempre d'amore se non sapete cos'è?
Fino a ieri con occhi arrossati
martellava sugli appunti.
Ora vola inebriato da un clacson.
Prima sofferto e ispirato.
Adesso incazzato e felice.
Con un sonetto nel motore.
Dieci di agosto: San Lorenzo. Questa notte gli angeli giocano a ping pong con le stelle.
La penna graffia il foglio.
Se almeno in questo
fosse il mio valore.
O è solamente
il solito balbettio monco
di eterno aspirante
alle illusioni?
Solo padri e madri migliori potranno garantire una società migliore. Il guaio è che per i figli non siamo mai i genitori migliori.
La rabbia o la depressione
sono fra gli stimoli
delle mie creazioni.
Ma quando il cielo è sereno
mi rassereno anch'io.
L'aforisma, le massime sono filosofie bonsai.
La notte allaga i pensieri
uccellandoli
sull'altalena dei sogni.
Ad essere onesti e miti si finisce quasi sempre per passare dalla parte del torto.
La poesia non paga.
Ed è giusto,
perché il denaro
non è mai poesia.
La vita non è poi così bella. In fondo non è nemmeno brutta. Purtroppo la vita è soltanto vita.
Ho fatto un'operazione
al computer
e il computer ha risposto:
"non sei abilitato".
Dicono che il computer
non sia intelligente.
Ma intanto
mi dà del deficiente.
Vorrei essere un Dio. Per poter restare indifferente alle sofferenze dell'uomo.
Mi guardo attorno
e non vedo molta gente
in grado di andare
nel regno dei cieli.
Forse in paradiso
hanno messo un cartello:
"Affittasi".
Non possediamo la verità. Ne siamo posseduti.
E ora chi
ridarà la gioia
al mio sesso stanco?
Senza amore.
Appeso fra le gambe
come a un gancio da macello?
La notte è la faccia scura, il ballo in maschera del giorno.
Appena ieri ti cercavo
con la febbre del desiderio.
Quando ogni cantone la sera
era il porto dei baci.
Siamo brandelli di carne in progressivo disfacimento. Siamo pirati della vita, con un teschio sulle nostre bandiere.
Pensieri fluttuanti
di voglie smarrite
di sogni feriti
guardandomi indietro.
E avanti?
Non so.
E l'aldilà? Ne sappiamo poco. Quel poco è di una noia infernale.
Sono le notti senza sonno
le notti senza vita
le notti ululanti
di strani rumori.
Dei gatti in amore.
La vita è un tram sul quale si sale senza sapere dove è diretto, senza sapere perché siamo in vettura, senza sapere a quale fermata dover scendere.
C'è un sapere perduto
da qualche parte nel mondo
da qualche parte nel tempo.
Vivere è un po' morire.
La vita mi si è sciolta
come neve al sole.
E in un battito di ciglia
mi è scivolata fra le dita.
Non c'è nulla che la natura non possa permettersi.
Azzurro fluttuante
nelle anse dei pensieri
mentre il buio gronda
su grida e silenzi.
E il digiuno di baci
screpola le stelle.
Non capisco il fine del disordinato ordine e della disarmonica armonia di questa vita. Ma questa vita, tuttavia, ha un ordine e in qualche modo una misteriosa armonia.
I miei morti
sono già tutti nella terra
e chiamano con rami
d'albero spogli.
Un giorno verrò.
Per essere un fiore a primavera.
Finalmente mi sono convinto di avere talento. Il guaio è che non sono ancora riuscito a convincere gli altri.
Dava l'amore a pagamento.
Quando morì
le fecero un triangolo
come monumento.
A volte me la rido. Perché se dovessi analizzare seriamente questa vita mi verrebbe da piangere.
Nel buio del disamore
un grido senza fine
ha attraversato le stelle
mentre la malinconia
si posa sulla mente
come un manto di pece.
Da ragazzino andavo a caccia di farfalle con il retino. E le prendevo. Da grande continuo ad andare a caccia di farfalle. Ma non le prendo più.
Ogni giorno che passa
la vita e il lavoro
mi deludono.
Allora rastrello ricordi
di ciò che poteva essere
e non è stato.
E sugli scaffali degli anni
raccolgo ampolle di vetro
con gli aborti dei sogni.
Il sonno della ragione produce mostri. La dittatura della scienza provoca il sonno della ragione.
Stanno cadendo le stelle
con una scia di sangue lucente.
Come se qualcuno svenasse
le braccia del tempo.
L'Illuminismo, a ben riflettere, ha prodotto anche un orrendo olocausto intellettuale.
Ha i brividi
ha la febbre
smania.
Sentitegli il cuore
può darsi che è amore.
Da un po' di tempo quando incontro un fiore gli rispondo con un sorriso. E' preoccupante?
Parole, assonanze
lontane transumanze
di vocaboli e suoni.
Chissà perché le donne, anche quelle più libere, dopo che si sono concesse, hanno sempre bisogno di un alibi.
Questa febbre insana
del mio piccolo io
di risanare
le ingiustizie del mondo.
Uno spillo di fuoco
caduto su un ghiacciaio,
capace di sciogliere
una lacrima soltanto.
Ogni successo dei furbi e dei prepotenti l'avverto come una sconfitta personale.
E' faticoso al mattino
ricominciare a vivere
dopo l'eclisse dell'io
nei sogni scolorati.
Sono nato in un tempo in cui comandavano i padri. Sono diventato padre in un tempo in cui comandano i figli. Aspetto ancora il mio tempo.
Ho gridato nel tuo muschio
come un uccello ferito.
E sbattendo le ali
sono precipitato.
I poeti non andranno mai al potere. Si rischierebbe forse un mondo migliore.
Inguaribile coltivo sogni.
Sogni fragili
come bolle di sapone.
Basta un soffio per farli svanire.
Ma la vita si diverte
a sparargli col bazooka.
Tanto più il nostro io è nobile tanto più entriamo in crisi.
Non ti ho
ancora trovata
e già ti perdo.
Vorrei fare uno "strike" fra gli scranni di Montecitorio.
Risale a poco a poco
lungo il vetro
il groviglio scomposto
dei pensieri.
Cercando l'alba
la luce
e il giorno nuovo.
Ma le piaghe riaperte
di chissà quali paure
hanno incrinato
lo specchio fragile
del mio io
senza appigli.
Roma sta diventando la pattumiera più bella del mondo.
Dio mio,
è abbastanza.
Non mi ferire più.
L'umanità, dice qualcuno, è un prodotto del caso. Ho l'impressione, a volte, che si confonda la "s" con due "z".
Vorrei che qualcuno chiamasse
quando scendo nell'abisso.
Altrimenti corro il rischio
di non tornare su.
Ma non c'è una voce
nemmeno l'eco di una voce.
Come se in fondo al buco
il mondo fosse muto.
Non c'è peggior lettore di chi, credendo di sapere scrivere, non sa nemmeno leggere.
Quante speranze
avevo riposto in me.
I capelli sono bianchi
e le speranze riposte.
La vita è un soffio. Chiudete le finestre! Sta già fuggendo via.
Forse è ancora presto
per fare i bilanci.
Ho una sete inesaudita
di consenso.
Ma i bilanci mi inseguono.
I sogni sono ombre di imperscrutabili verità. O di inconfessabili deisderi.
Vorrei essere un'isola felice,
ma gli altri mi hanno costretto
ad essere un'isola soltanto.
Con la nascita veniamo dati in prestito alla vita.
{adselite}
Il cielo piange
con lacrime di stelle.
Le stimmate del mondo.
Ahi serva Italia di dolor bordello!
Gioca con me
gioca anche tu.
Fai di me un gioco
per giocare con te.
In un ginnico
gioco gioioso.
Perché solo giocando
saremo eterni
giocatori dell'eterno.
In questa società mestruata persino le pornostar diventano navi-scuola di pensiero.
Hai talento, hai talento
me lo hanno detto
tante volte.
Ma all'anima non basta
come unguento.
Specie se il talento
sbatte sui vetri
come una mosca cieca.
Il rispetto assoluto, categorico delle regole è il grande alibi della mediocrità supponente.
Unire parole
come fili di perle
creando armonie
che sfiorano il cuore.
Trovare nei suoni
messaggi più arcani,
scoprire pensieri
che sanno di altrove.
Stupito compongo
e assemblo colori
di un vecchio dipinto
che gronda millenni.
La storia non è maestra di vita. La storia dell'uomo non insegna nulla, se non gli errori già commessi, che qualcuno prima o poi ripeterà. L'unica maestra è la natura. Basta solo osservarla.
L'ultima volta che lo vidi
capii che stava male.
Lo scheletro
gli era scivolato via.
L'11 settembre 2001 neanche il Nuovo Mondo è diventato vecchio.
Quante volte
ho sentito chiedere
che cos'è la poesia.
Una vibrazione
un sentimento
un lampo
degli occhi e del cuore.
Un'eco fonda
di questa vita
colorata e incolore.
Di questa vita
haimè, senza amore.
Sto entrando nel tramonto, ma non ho ancora visto l'alba.