"Sappiamo tutti che nel 1492 salpò sull'oceano blu. E nel 1493 ha rubato tutto quello che poteva vedere." Con queste parole Mike Forcia ha fatto richiesta di rimuovere la statua di Cristoforo Colombo posta davanti al Campidoglio in Minnesota. "Abbiamo bisogno di deportare Columbus, non possiamo celebrare ancora un genocidio” ha aggiunto. Un disegno di legge vorrebbe cambiare l'incisione sulla statua, che parla di "Scopritore dell'America", in “Approdato in America”. Ma la decisione non soddisfa i nativi americani, che hanno marciato attraverso il centro di St. Paul affermando che non è sufficiente cambiare “Una bugia con un’altra bugia”. I dimostranti hanno poi coperto l'incisione relativa alla "Scoperta dell'America" con una nota adesiva blu, che identifica Colombo con “il padre della violenza contro le popolazioni indigene".
Forcia, Karen Clark (DFL-Minneapolis) e Susan Allen (DFL-St. Paul) chiedono di rimuovere la statua per sostituirla con quella di un indiano Dakota “Perché questo è territorio dei Dakota". Al termine i manifestanti davanti al Campidoglio, capeggiati dagli anziani del Consiglio Ogichidaakwe, hanno cantato e danzato dando vita ad un cerchio sacro. Gli scialli rossi erano in onore dei sopravvissuti alla violenza.
E’ l’ennesimo stupro alla memoria di Cristoforo Colombo, un uomo che ha dato all’umanità molto ma molto di più di quanto ha ricevuto. Cosa poi c’entrino gli indiani del Minnesota è tutto da spiegare. Come è da spiegare la persistente ignoranza degli eventi storici, che contribuiscono a rendere sempre più granitica la “leggenda nera” dello sbarco colombiano. Fermo restando che qualcuno prima o poi sarebbe arrivato in un tempo in cui non si andava tanto per il sottile anche fra gli stessi indiani. Giudicare con il metro di oggi quanto accaduto 500 anni fa è una forma di razzismo storiografico. Resta il fatto che Colombo è stato di gran lunga il migliore dal punto di vista etico di quanti hanno raggiunto il Nuovo Mondo. La vera carneficina difatti è stata compiuta dagli spagnoli quando lui non aveva più alcun potere. Senza contare, basta leggere il Giornale di bordo, i termini ammirati con cui parla degli indios. Mentre dirà sempre “buono con i buoni cattivo con i cattivi” riferendosi per i secondi ai Caribi, ovvero quanti si dimostravano belligeranti e si cibavano di carne umana a spese degli indigeni mansueti, che sempre gli resteranno fedeli.
Distruggere i monumenti che fanno parte della storia comune e del cammino, nel bene e nel male, del genere umano equivale per qualche aspetto alla distruzione degli enormi Budda di pietra in Afghanistan ed ora ai delitti archeologici dell’Isis. Quando si cercherà di leggere più libri, non solo quelli che fanno comodo solo alle proprie idee, forse il mondo si libererà della mentalità dei talebani.